Analogie con l'India, il Messico, il Mediterraneo,
la Polinesia, dove ritroviamo culti derivati da questa Luce del Nord, terra
natale di Crom e Ra.
Non più casuale il collegamento con un Dio dell'India, Hamsa, raffigurato
da un Cigno iperboreo chiamato Aham, cioè Io-Sa: il Verbo Divino compagno
di Apollo che tratteremo più avanti.
Ma torniamo a Maometto profeta del Verbo Divino. Il verbo fatto uomo è
Gesù, al quale l'Islam riconosce la santità. Il minareto più
alto nella Moschea di Damasco è dedicato a Sidi Aissa, ovvero Gesù
Cristo, il Verbo Sacro, lo Splendente, venerato e adorato come uno dei più
grandi santi dell'Islam.
Il padre gesuita Monserrate (1536-1600) nella relazione "Relacao da Equebar,
Rei Dos Mogores foglio 116, a b" ci informa che, presso un lago sacro
nel Tibet occidentale, il Manasarovar, chiamato Mansaruor, conosciuto anche
come Mtsho-Ma-Phah-Pa, o Mtsho-Ma-Dros-Pa, in cinese Ma-p'in-muta-lai (situato
fra il Gurla Mandhata (7.793mt) e il monte Kailash (6.714mt), esiste "…un'antichissima
città abitata da una popolazione che ogni otto giorni si riunisce in
un edificio comune, per farvi sacrifici e pregarvi. I fedeli stanno a gambe
incrociate, mentre un uomo in abito bianco esegue un rito sopra una bassa
mensa. In ultimo si alzano tutti con ordine e in silenzio; giunti davanti
all'uomo, ricevono un pezzetto di pane e un sorso di vino e ritornano a sedere."
Il lago era celebre anche in India ed il Mahabharata ne canta spesso la santità.
Era chiamato originariamente Manasa-ara.
Se facciamo un salto in Brasile, vicino ad Araquaya, su indicazioni di Homet,
troviamo una tribù, cugina dei Carajas, i cui componenti recano sul
viso una incisione profonda che riproduce un disegno rotondo simbolizzante
il rito ebraico della circoncisione. Il nome della tribù è Iavaeh,
una parola semitica di origine sconosciuta che ci porta fra i Nefilim. Una
tribù che possiede interessanti leggende.
Migliaia di anni fa vi era sulla terra un solo popolo. Un uomo vecchissimo
di nome Arunderi un giorno mise in guardia le tribù dallo straripamento
dei fiumi e consigliò loro di recarsi sulla vetta della montagna per
non morire sommersi dalle acque. Obbedirono. Arrivò la pioggia che
durò diversi giorni e notti finché la terra non fu sommersa.
Seguono i racconti di come furono inviati una tartaruga e un uccello per controllare
il livello delle acque. In pratica la creazione di un popolo scelto da Dio,
che diede i natali a tutti gli altri popoli.
Si racconta che il Dio Kano-Siwa prese le sembianze umane per sedurre una
fanciulla di cui si era innamorato.
Storia affine alla leggenda di Zeus e Leda. Kano-Siwa, per fermare il sole
(analogia con Giosuè), chiese aiuto al padre Urubu-Reis (aquila reale
), detto dai Carajas Ra-Ra-Tse-Ca (il Dio di tutto). Noto in Egitto e Medio
oriente come Uraeus. Il padre prima lo lasciò morire e poi lo resuscitò,
rallentò il sole e creò un nuovo mondo, una nuova vita (un legame
con Cristo).
Al tempo in cui gli animali avevano la parola, il Dio Kano Siwa chiese ed
ottenne di privare del fuoco gli animali (storia simile Mediterranea e nel
culto di Siva in India).
Vi è anche la leggenda sulla nascita del sole che vide protagonista
un uomo di nome Ararareis (da A-Ra-Ra che significa "Dio del sole"
e Reis, Principe in semitico).
Un racconto ricorda la genesi biblica. In origine, vivevano al centro di un
lago, in fondo alle sue acque. Vollero venire sulla terra ma, al momento di
ritornare laggiù da dove erano venuti; un serpente con il suo corpo
circondava il foro che si trovava in mezzo al lago impedendone l'ingresso.
Notevoli le somiglianze con le storie delle sirene del "Rio Tapirape".
In Brasile, nello stato di Marnhao, vi è un lago sul fondo del quale
vive una Dea "delle Acque" che canta. In Colombia troviamo un lago
dove vive "la Dea dell'Eldorado", che presiede alla fabbricazione
dei Rospi Sacri simbolizzanti Ra, Dio del Sole, comune in Amazzonia, nato
con lo stesso nome, nello stesso modo (dalle acque primordiali) del Dio Egiziano.
In lingua Javaeh il luogo ove era situata la capitale di questo popolo è
detto: Canaan.
La festa principale della Tribù si chiama "Arua Na" che significa
"Nostra Arua", la nostra festa solare Arua. Festa in comune con
gli Aruas di origine mezza fenicia.
Le navi Fenice erano alla testa di tutte le flotte del Medio Oriente e navigavano
nel Mediterraneo e nell'Atlantico. Adoravano il Dio del Sole. Due le correnti
colonizzatrici fenice: una dal Mediterraneo all'America del Sud, l'altra,
la più antica, giunse in Polinesia, Patagonia, Africa e alle Rive dell'Indo.
Sull'isola di Corvo, nelle Azzorre, sono stati ritrovati oggetti Fenici. Un
tempio fenicio è stato ritrovato nell'arcipelago Bissagos, nella Guinea
Portoghese.
Presso i cugini degli Javaeh, i Carajas, il figlio del Dio viene chiamato
Siva ed è rappresentato da un Lingam. Lo si ritrova nel pantheon Indù
come Dio distruttore e Padre Costruttore allo stesso tempo. Si trasforma nel
dio Nysa, re delle montagne in groppa al toro celeste con ai piedi un serpente
arrotolato (come il dio solare Crom). Dall'unione con Paravati nacque Skando,
dio guerriero e Ganesa, dalla testa elefantina. Uno dei simboli con cui viene
raffigurato è un tridente, come Nettuno, Poseidone.
I Maya annoveravano un Dio con la testa di elefante circondato da raggi di
sole ed un serpente coricato ai suoi piedi. A Creta, in Egitto, fra i Celti,
nella Guinea Portoghese, in Argentina, il simbolo del dio è un toro
con un disco solare situato fra le corna.
Forte il culto del toro in Egitto, tanto da istituire due Serapeum, i sepolcri
dei tori sacri al dio Api, uno a Menfi e l'altro a Saccara.
Il Dio indù del sole accompagnato sempre al serpente Vrita e dalla
sua sposa Sachi, nominato anche nel Rig-Veda, è Indra, il Signore degli
eserciti, e del cielo. Fra tutti gli uomini scelse Judhisthira e lo condusse
nel cielo. Geova fece lo stesso con Enoch ed Elia. Indra, Dio dell'energia
e della forza, è assistito dagli Asvin, dai Marut (Dèi dei venti)
e a volte da Visnù, più noto nel pantheon Indù che in
quello Vedico.
Visnù è accompagnato dalla sua sposa Laksmi, Dea della bellezza
e della fortuna, mentre cavalca Garuda. Viene rappresentato anche sdraiato
su Ananta, mentre dal suo ombelico spunta un loto d'oro, dal quale emerge
Brahma, guardiano dei Veda, dalle quattro teste barbute, a sua volta raffigurato
con Sarasvati e con un cigno sacro (Hamsa).
Visnù aveva dieci discendenti chiamati Avantara, fra i quali un pesce
che salvò Manu dal diluvio; la tartaruga che sostiene il monte Mandara;
il nano Vamana che con soli tre passi si impadronì dei tre mondi dominati
dal gigante Bali; Rama eroe dell'epopea e Krishna, auriga di Arjuna.
Indra figlio di Tvasrt, chiamato Dyaus cielo, è il Dio che sconfisse
gli Ausura e i Titani. La solita storia è riportata dalla mitologia
greca e romana.
Possedeva carri muniti di un volume di fuoco capace di abbattere tutto quello
che si trovava sul loro cammino. Alcuni potevano perfino volare. Col suo carro
celeste, raggiante di luce, poteva sterminare i nemici i quali, per salvarsi,
fuggivano verso la città delle tre alture. Città menzionata
in molte leggende americane e anche da Platone, che parla dei tre picchi che
si trovano presso la capitale dell'Atlantide.
Una leggenda di Galway (Irlanda), dice: "Un tempo tutti danzavano nell'aria
come foglie nel vento autunnale. La gente era in grado di volare; bastava
cantare un certo motivo e suonare i cimbali".
Alcune storie che parlano dei "Nani" li definiscono eccellenti costruttori,
bastava che fischiassero e le pietre si mettevano a posto da sole. Cosa conosciuta
anche dai Maya. La piramide del Mago è nota anche come la casa del
"nano", il quale, grazie ai suoi poteri, si dice la eresse in una
sola notte. A Tiahuanaco le pietre si alzavano al suono prodotto dalle trombe,
sistema conosciuto anche dai monaci tibetani.
Secondo le stanze di Dzyan l'uomo poteva volare se cantava un certo motivo
suonando i cimbali.
In un racconto arabo si legge: "I sacerdoti misero sotto le pietre dei
papiri che contenevano scritti segreti e toccarono le pietre con le bacchette
(...) esse si levarono nell'aria e volarono fino alle piramidi."
Un aneddoto aiuterà a spiegare meglio quanto sopra.
Gli appartenenti ad una tribù africana, che non avevano visto mai un
automobile, nel descrivere il modo con il quale i bianchi la mettevano in
moto, raccontavano: "Per muovere i loro carri magici i bianchi toccano
il Djjn (demonio) con una bacchetta (manovella)."
Esiste in India la città di Tollan che ha come culto Siva e Indra.
Il nome è comune ad una leggenda Peruviana che parla di Paria-Caca
e delle cinque uova cadute dal cielo da cui uscirono cinque falconi che divennero
cinque uomini. Riferimento all'età d'oro di Tollan, regione misteriosa
situata nel mare a Nord Est del Messico, da cui hanno tratto origine le tribù
Tarianas (forse Atlantide?).
Indra e le sue armi ci conducono in Irlanda ove l'eroe mitologico, provvisto
dello stesso potenziale, era Chu-Chu-Lainn, figlio di Lug con, guarda caso,
sette dita per ogni mano e ogni piede, generato 3 volte, dalla capigliatura
tricolore educato dalla Maga Scasarc'h che gli fece dono di una lancia magica
detta Gaebolg. Arma che si allungava a volontà e non mancava mai il
bersaglio.
Nessuna lancia convenzionale ha proprietà simili; si trattava di un
tubo, all'estremità del quale scaturiva un raggio mortale che colpiva
l'avversario a qualsiasi distanza. Data la sua velocità e autonomia
di propulsione, certamente un raggio laser o un raggio simile.
Il Dio bianco dei Maya e Toltechi dell'antico Messico era Ku-Kul-Kan; accanto
a lui stava il dio del cielo Itzamma, un uomo bianco e barbuto venuto dal
mare di nord-est, per civilizzare.
Anche qui leggende e racconti parlano di battaglie aeree avvenute nella città
delle tre alture. Per i Quiches il serpente dalle piume verdi è Cucumatz,
che è anche l'altro nome di Quetzalcoatl, Dio solare Azteco, Verbo
Solare la cui stella è Venere.
Figlio del Dio del cielo Mixcoatl, il cui nome significa "serpente delle
nubi" (una astronave?) e della dea della terra Chipalaian, detta "scudo
giacente" (gli Dèi si unirono con i terrestri come dice il Vecchio
Testamento). Il Serpente Piumato dalla pelle bianca e con la barba a punta,
come l'Apollo Siriano venuto dal mare di Nord Est (coincidenza?), che insegnò
agli uomini tutte le scienze, tanto che la pianta di cotone forniva fibre
già colorate. Adorato sotto l'aspetto di Venere, veniva rappresentato
dalle tribù ebraiche in forma di serpente con le piume. |