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GLI ANGELI DI GIOVANNA D'ARCO

Fonte: ACAM

Quante volte i profeti del Vecchio Testamento - Ezechiele, Geremia, Mosé -
ebbero strane visioni, o furono assillati da misteriose voci divine? E
quante volte queste apparizioni investivano i patriarchi biblici di una
qualche pericolosa missione per conto di Dio? Tante. Rileggendo i testi
sacri, si scopre in questo modus operandi quasi un cliché. I 'prescelti'
venivano investiti dall'alto di una carica divina, che si traduceva in un
misto di magnetismo personale, preveggenza e senso della sacra missione e, a
dispetto dei pochi mezzi e persino della scarsa fiducia nelle proprie
capacità, riuscivano in imprese impossibili. Da qualche tempo alcuni dei più
brillanti ricercatori di paleoastronautica e di misteri del passato tendono
a rileggere tali avvenimenti sotto un'altra luce, chiedendosi: e se si fosse
trattato di Incontri Ravvicinati, o per meglio dire, di 'contattismo' ante
litteram? In fondo è così che funziona: il contattato riceve visite da parte
di creature straordinarie (quasi sempre dalle fattezze umane o angeliche).
Tali incontri vengono accompagnati spesso da particolari manifestazioni
luminose o sonore e, in genere, anche se non sempre, alla persona viene
detto di farsi portavoce del messaggio ET o persino di divenire esecutore
materiale dei loro desideri, in nome di un non meglio specificato 'ordine
universale'. Spesso questi contatti avvengono in momenti di totale
solitudine, in aperta campagna o nell'intimità di una stanza, e gli
'emissari' paiono avvolti da una luce tremula e fosforescente che rende i
loro corpi evanescenti, quasi irreali. Difficile dire se si tratti di una
sorta di teletrasporto piuttosto che di un ologramma proiettato a distanza.
Certamente plausibile è che, da tempo immemore, civiltà aliene interagiscano
con la storia del nostro pianeta e - forse in ragione di un 'veto' stellare
che impedisce loro un intervento diretto - incarichino il 'profeta' di agire
per proprio conto.

Le prime visioni
Jeanne d'Arc, detta 'Jeannette', nasceva nel 1412 nel piccolo paesino di
Domrémy, nella Francia meridionale. Figlia di una coppia di pastori e priva
di qualsiasi cultura, fin dalla più tenera età ebbe continue visioni. Le
apparvero spesso l'Arcangelo Michele ed in seguito due figure femminili,
identificate da Giovanna come Santa Caterina e Santa Margherita. Sulle prime
erano solo visite di cortesia in cui le si diceva di restare tranquilla, di
non spaventarsi e di raccogliersi sovente in preghiera. Poi, col passare
degli anni, le visioni angeliche iniziarono a parlarle di una difficile e
pericolosa missione: Giovanna si sarebbe dovuta recare dal pretendente al
trono, il figlio di Re Carlo VI, e aiutarlo a riconquistare con le armi il
regno di Francia. In quel periodo sull'intera Normandia e tutto il nord
della Francia spadroneggiavano gli Inglesi, mentre le grandi pianure
centrali del Paese erano saldamente in mano all'aristocrazia borgognona che,
benché francese, era al soldo degli invasori d'oltre Manica. Solo pochi anni
prima la situazione era precipitata: re Carlo VI era infatti uscito di
senno, e la moglie Isabella di Baviera aveva dato in sposa la propria figlia
Caterina a Enrico V d'Inghilterra. Poco dopo, il Borgognone Giovanni senza
Paura firmò uno scellerato documento che garantiva ai successori dello
stesso Enrico V la nomina di 'Re d'Inghilterra e del Regno di Francia'. I
Francesi erano quindi sul punto di perdere definitivamente la loro identità
nazionale e le cose peggiorarono quando, pochi anni dopo, con un colpo di
mano, i Borgognoni conquistarono Parigi e uccisero Carlo VI. Solo per una
insperata fortuna suo figlio, il Delfino di Francia, venne salvato
dall'assalto al castello e portato segretamente al sicuro nel sud del Paese,
a Chinon.

La preveggenza infallibile
Giovanna si guardò bene dal parlare di queste visioni con i suoi genitori.
Si trattava di una missione pazzesca: nessuno badava più al delfino di
Francia, che dal canto suo, con finanze limitate e un piccolo esercito, non
pensava neppure lontanamente di organizzare una reazione contro gli invasori
Inglesi o gli odiati Borgognoni, preferendo trastullarsi negli ozi di
palazzo. La storia di Giovanna d'Arco è lunga e complessa, e non abbiamo
spazio per svilupparla appieno: basti dire che pochi anni dopo, una Giovanna
diciassettenne riuscì a farsi ricevere da Carlo VII e lo convinse a radunare
un esercito contro i nemici di Francia. 'Vi porto notizie dal Re dei Cieli:
il Signore vi renderà il vostro regno, voi sarete incoronato a Reims e
scaccerete i nostri nemici. In questo sono la messaggera di Dio: concedetemi
la possibilità e io toglierò dall'assedio inglese la città di Orléans.'
Incredibilmente, la ragazza riuscì ad esprimere una tale autorità e coraggio
da scuotere il delfino di Francia dalla sua apatia. Forse anche perchè, da
secoli, in Provenza circolava una profezia, attribuita al Mago Merlino: un
giorno la Francia, nel suo momento più triste, sarebbe stata salvata
dall'arrivo di una fanciulla forte e casta, una 'Pulzella', appunto.
Giovanna, presto posta in disparte dai generali di Carlo, mostrò non solo
indomito coraggio e forza di volontà, ma anche una insospettabile
propensione alla strategia, aiutata non poco dalle sue qualità di
preveggenza. Asseriva che gli angeli le comunicavano in anticipo gli
spostamenti delle truppe nemiche o le migliori tattiche da seguire, e le
poche volte che i generali di Carlo VII (La Hire, Gilles de Rais, Jean
Malet) presero sottogamba i suoi avvertimenti, se ne pentirono amaramente.
Erano davvero gli angeli a rivelarle tutto' Rimangono famosi alcuni
aneddoti. Un giorno Giovanna, che doveva essere ancora ricevuta dal Delfino
a Chinon, fu insultata da un soldato di Carlo, con bestemmie e volgari
allusioni sulla sua verginità: la ragazza lo avvertì di non parlare così di
Dio, dato che sarebbe morto di lì a poco. Un'ora più tardi il soldato annegò
nel fossato del castello. Nel corso della battaglia di liberazione di
Orleàns dall'assedio anglosassone, invece, il comandante delle truppe
inglesi Glasdall si stava ritirando all'interno della fortezza di Tourelles,
quando Giovanna lo chiamò a gran voce: 'Glasdall, Glasdall arrenditi al Re
dei Cieli. Ho pietà per la tua anima e per quella dei tuoi soldati!'. In
quell'istante un colpo di brulotto colpì il ponte levatoio e Glasdall e i
suoi ufficiali caddero nella Loira, affogando miseramente per il peso delle
armature. Solo un caso? Chi lo sa. Sta di certo che le imprese di Giovanna,
di lì in poi, sembrarono sempre avvolte da un velo di soprannaturale. Patay,
18 Giugno 1429: Giovanna d'Arco si trova davanti le truppe inglesi guidate
da Falstaff e Talbot. Il nemico dispone, tra cavalieri, arcieri e fanti, di
ben 1.700 uomini esperti, mentre le truppe di Carlo VII sono decisamente
inferiori. I Francesi temono una pesantissima sconfitta. Ebbene, per una
clamorosa serie di circostanze fortuite, incomprensioni e sbagli, a fine
giornata le armate inglesi sono in fuga, dopo aver perso duemila uomini in
battaglia e i più grandi generali britannici - Scales, Spencer, Hungerford,
Rameston e lo stesso Talbot - fatti prigionieri. Da parte francese, tre soli
morti e pochissimi feriti. Magia?

Visioni o 'Angeli' in carne e ossa?
Le notizie riguardanti la vita di Giovanna d'Arco sono molte, e tutte
altamente documentate, per via del lungo processo dell'inquisizione - ordito
dagli Inglesi e dai loro alleati Borgognoni - che accumulò praticamente ogni
dettaglio disponibile sulla vita di una giovane già destinata alla condanna
per eresia. Una farsa, per eliminare una donna scomoda, ispirata da qualcosa
di soprannaturale. Quando l'inquisitore Cauchon le chiese malignamente se
per caso l'arcangelo Michele le fosse apparso nudo, Giovanna rispose
tranquillamente che il 'messo divino' era ben vestito e che aveva lunghi
capelli castani e che le si rivolgeva in perfetto francese. Inoltre, si
venne a sapere che queste 'visioni' erano ben più che mere apparizioni, se
più di una volta Giovanna trovò pace e consolazione nell'abbraccio
dell'Arcangelo Michele o di S. Giovanna e S. Margherita. Solo visioni? O
incontri 'fisici', con interventi e avvisi celesti quanto mai opportuni e
tempestivi. Di chi si trattava? Erano solo esseri angelici, come li dipinge
l'iconografia cattolica, o forse dietro le apparizioni (e forse non solo
queste) si celavano creature provenienti da altre stelle o dimensioni? O
ancora, qualcosa di soprannaturale è sempre intervenuto nei giorni di
Jeannette influenzandola e preparandola per la sua 'missione'? La sua vita
fu costellata da episodi sconcertanti: dopo essere stata catturata dai
Borgognoni a Compiègne, venne trasferita nella fortezza di Beaurevoir (dopo
una prima tappa a Beaulieu, da dove era quasi riuscita a fuggire). Le sue
voci ormai le dicevano di arrendersi al suo destino, di rinunciare a fuggire
e di lasciare che si compisse la volontà divina. Giovanna, che temeva di
essere consegnata da un momento all'altro ai crudeli carcerieri inglesi (il
che poi avvenne) decise che le voci, una volta tanto, potevano dire quello
che volevano: avrebbe tentato ancora la fuga. La sua prigione si trovava su
di una torre altissima e lanciarsi nel vuoto sarebbe stato un suicidio. Ma
la prospettiva delle torture e delle violenze che gli Inglesi le avrebbero
inflitto la spronarono a tentare il tutto per tutto: chissà, in fondo gli
angeli l'avevano aiutata tante volte. E il miracolo avvenne, anche se
diversamente da come aveva sperato Giovanna. Il giorno dopo, gli stupefatti
carcerieri Borgognoni la trovarono sul greto asciutto del fossato: contusa,
indolenzita e in preda ad un incontenibile accesso di rabbia, ma viva e
vegeta. Neanche un osso rotto. La volontà divina non poteva essere
contrariata.

Una Colomba Bianca
Quelle strane presenze - angeliche o meno - accompagnarono Giovanna per
tutta la sua breve vita, ne influenzarono le scelte e la guidarono verso una
sorte a cui era evidentemente votata. Si narra che quando il corpo di
Giovanna d'Arco veniva già lambito dalle fiamme del rogo dell'Inquisizione a
Rouen, un soldato inglese intento ad aggiungere un'altra fascina di legno al
falò cadde in ginocchio, folgorato da una visione: nel momento in cui la
Pulzella moriva, a soli diciannove anni, una colomba bianca circonfusa di
luce le uscì dal petto. La piccola Jeannette era ritornata alle schiere
celesti alle quali apparteneva.