I VOSTRI ARTICOLI

IL SERPENTE

Fonte: Edicolaweb

Vedi la Dèa Mertserger, serpente e avvoltoio degli Egizi, l'Ureus, la Barca cosiddetta solare di Karnak, che vola da un orizzonte ad un altro, il cui scafo è un serpente, l'Ureus sacro; scolpito sui frontoni dei templi e raffigurato da due serpenti alati. L'Ureus adorato dalla setta Agnotè dei Celtiberi nella città di Pol-De-Leon. Il disco solare di Ra in Colombia; Dio della luce in India, conosciuto col nome di Agni.

In Egitto il sole viene rappresentato come un serpente con la coda in bocca, stessa usanza fra gli Hopi e i Maya; è pure la rappresentazione di Siva. Rappresenta la saggezza Extra Umana.
Il serpente a spirale lo si ritrova fra Fenici. I Naga sono i serpenti della mitologia indiana. Agrippa di Colonia identifica l'albero del Sapere con il serpente e con il fallo, nello stesso modo viene identificato nella Genesi cap. III.
Serpente e Fallo originarono i Menhir, Dolmen e Obelischi (da Obelos cioè "spiedo"), serviti per rappresentare il Dio del Sole Crom-Ra.
Anche in Perù si trovano disegni di falli dipinti sulle urne dell'Isola di Marajo (Rep. Domenicana, Foce del Rio Amazzoni), come nel ritratto di Iside mentre cerca il fallo di Osiride. Il Lyngam, nei miti indiani Algonquini del Nord America, con il serpente avvolto in un cespuglio, che si torce come se bruciasse, ricorda il cespuglio ardente che vide Mosè.
Bassorilievi Inga identici, datati dodici o quindicimila anni fa, si trovano nell'isola di Pasqua; a Mohenjo Daro; nel Dahomey e in Egitto, da dove siamo partiti con Osiride.
Va aggiunto che Inga, o Inca, era il luogo dal quale veniva la tribù ismaelita (semita) di Canaan dalla quale derivarono i Fenici. Chiamati così dai Greci a causa del colore rosso in greco appunto "phoeniken".
Il capo supremo fra i fenici riceveva l'appellativo di "Inca".
Maco Capac (si pronuncia Mago Gapag) era il titolo che venne dato al generale colonizzatore Amilcare Mago Barga, generale Cartaginese capo delle forze Fenicie, morto nel 500 d.C..
Il dio fenicio dei viaggiatori si chiamava Melcart e, guarda caso, in Perù ad Arequipa, vi è il Tempio di Melgart collegato a Cuzco e Puno a mezzo del "camino del Inca", dedicato a Manco Capac.
Infine il primo imperatore peruviano viene descritto: alto, biondo, di pelle bianca, occhi chiari e naso aquilino.
Il Dio dei Fenici fu Baal Samin che significa "Signore che è nei cieli" e la sua dimora era la "grande pietra conica". Questo ci riconduce alle piramidi e all'Egitto.
Anche esaminando l'atto della creazione, l'inizio del tutto, si trovano denominatori comuni in ogni usanza.
In India l'inizio è Visnu disteso, immobile su di un cobra dalle mille teste; entrambi sono situati sopra un oceano di latte. Il serpente Ananta rappresenta l'assenza del tempo, l'eternità.
Anche in Egitto si ritrova l'oceano primordiale, il Nun, origine di ogni cosa. La distesa delle acque chiamata Nammu, madre del cielo e della terra, che per i Sumeri era il Caos. Il concetto venne ripreso dalla Bibbia, quindi per tutti esiste un Caos iniziale dal quale tutto ebbe origine.
Per i Greci era un vuoto pieno di potenza privo di organizzazione; per il mondo germanico era uno spazio vuoto ove a settentrione ponevano il Niflheim, il paese delle nebbie e delle tenebre, a sud il Muspellsheim il paese del fuoco e del benessere. C'è da chiedersi per qual motivo hanno usato un nome come "Niflheim" che ricorda tanto il popolo dei "Nefelim".
I cinesi raffiguravano il caos come un otre, mentre i Giapponesi come un oceano d'olio.
Panku divise il suo corpo di gigante creando gli elementi. Gea e Urano generarono i Titani come Oceano e Crono, quindi in tal modo si crea la vita e il tempo, che dona ordine agli eventi.
Ma al di là della ricerca del principio vitale che mosse il creato e originò le varie genie di Dei, in ogni popolo, in ogni Pantheon, ognuno doveva fare i conti col destino, il fato.
Odino seguiva i decreti delle Norme, tre Dee del Destino (Urd, Skuld e Verdandi), Zeus seguiva le orme delle Moire. Brahma generò l'uomo su progetto e ordine di Maya.
Per concludere ritorniamo ad Osiride per ribadire che fa parte dei miti Egizi e simboleggia tutti i fenomeni di natura ciclica, come la vita e la morte, e che contiene una vicenda e un pensiero precristiano del quale l'Egitto sembra esserne la culla.
La fonte del Cristianesimo si trova nei culti ellenistici dei misteri, provenienti da antichi culti egizio-orientali. Il culto di Attis, Dionisio, Mitra e Iside, contengono ciò che si trova nell'odierno cristianesimo.
Nel nome di Mitra e di Dionisio si guarivano i malati, si risuscitavano i morti, si contemplava un battesimo, si praticava la comunione con tanto di ostie e vino, per rappresentare il corpo e il sangue della divinità.
Come abbiamo visto era contemplata la nascita mediante la penetrazione di un raggio divino nel corpo di una madre vergine. Si ritrova perfino una strage degli innocenti effettuata da un re geloso.
Se leggiamo le storie dei grandi messia delle religioni vi troveremo molto in comune, scopriremo che ognuno parla di verità: Buddha si definisce, come Gesù, "la verità"; Zaratustra promette di tornare "con i santi angeli"; Krishna annuncia che "il mondo non lo riconoscerà".
Osiride, Viracocha, Quetzacoatl, o altro, fu l'iniziatore di una religione sofisticata che sviluppò prima del 3100 a.C., dato che in quel periodo era già fortemente radicata.
Non a caso oggi si è riscoperta la vicenda di Akhenaton e Mosè, del Monoteismo, si indaga su Ermes-Toth e la Tavola di Smeraldo.
Si analizzano le dottrine esoteriche, si ripercorrono le vicende dei Templari, si sondano i misteri alchemici, si riesumano i libri apocrifi e i miti religiosi dei popoli per carpirne i segreti.
Alla fine ci ritroviamo di fronte a un Dio Unico, che assume nomi e sembianze secondo le credenze dei popoli. Un'unica forza creatrice che "ci circonda, ci penetra, tiene unito tutto l'universo".