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INTERVISTA A LEONARDO DRAGONI - CROPFILES.IT |
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Diego Antolini |
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1) Leonardo, cosa l'ha spinta a fondare, nel 2005, il sito Cropfiles.it?
Principalmente la passione per il fenomeno dei crop circles (cerchi nel grano, pittogrammi, agroglifi), e il desiderio di creare un archivio comprendente tutta la casistica italiana, liberamente consultabile. Cropfiles ha sempre voluto essere anche un luogo di discussione, uno strumento nostrano per una seria analisi e uno studio attento del fenomeno.
2) Quale è la sua posizione sul fenomeno dopo vari anni di ricerca?
Sono profondamente persuaso che i cerchi nel grano siano particolari opere di LandArt (per chi volesse approfondire il tema e vedere immagini di LandArt consiglio: http://www.cropfiles.it/articoli/LandArt.html) nelle quali il creatore (detto circlemaker) rimane quasi sempre nell’oscurità e nell’anonimato. Questo ha certamente contribuito a conferire misteriosità ad un fenomeno già di per sé molto originale e affascinante, a causa delle numerose e variegate speculazioni che negli anni sono state prodotte riuscendo spesso ad attecchire presso i media e il pubblico in genere.
3) Quale è la differenza, a suo avviso, tra i cerchi che compaiono in Inghilterra e quelli nostrani?
L’Inghilterra è la culla e la patria dei crop circles. Anche la grande maggioranza della letteratura e delle migliori fonti di informazione – per chi vuol studiare questo fenomeno – si trovano scritte in inglese e ubicate nel Regno Unito. Il fenomeno è nato molto probabilmente nel Wiltshire (Inghilterra meridionale) a metà degli anni Settanta, anche se nel mio ultimo libro (“Storia dei cerchi nel grano. Le origini”) prendo in esame altre possibilità e suggestioni, in particolare una secondo cui l’origine potrebbe retrodatarsi di circa un decennio e spostarsi in Australia. In Italia invece il fenomeno ha avuto origine circa un quarto di secolo in ritardo rispetto all’Inghilterra, ed è esploso soltanto nel 2003. Le differenze, fino agli ultimi anni, erano considerevoli sia dal punto di vista della quantità di cerchi realizzati, sia soprattutto dal punto di vista della fattura degli stessi, intesa come qualità di realizzazione. Attualmente però l’Italia riveste un ruolo di primo piano. Non esistono più grandi differenze con l’Inghilterra, soprattutto dal punto di vista qualitativo, anche perché il fenomeno si è ulteriormente e definitivamente internazionalizzato. Alcuni cerchi inglesi vengono realizzati da artisti stranieri, tra cui anche alcuni italiani. Ci sono certamente degli artisti italiani che hanno realizzato dei crop circles nel Wiltshire, in collaborazione con team locali e con artisti americani. Anche gli italiani che operano in Italia sono, in molti casi, altrettanto bravi. Basti pensare a Francesco Grassi e alle sue creature di Poirino 2001 e Robella 2013, due tra i più bei crop circles mai apparsi in Italia, e che onestamente non hanno nulla da invidiare ai più bei pittogrammi che campeggiano nelle campagne britanniche.
4) Com'e nato il suo libro "Storia dei Cerchi nel Grano – Le Origini?"
In questi ultimi dieci anni ho studiato a fondo questo affascinante fenomeno, consultando numerose fonti originali degli anni Settanta, Ottanta e primi anni Novanta. Ho raccolto molto materiale, e accumulato moltissime nozioni, conoscenze, imparando anche a conoscere le fonti, discernere, interpretarle. Più apprendevo, più mi rendevo conto che questo fenomeno fosse piuttosto sconosciuto nelle sue origini ed evoluzioni storiche. Questa inconsapevolezza, talvolta associata a superficialità, diveniva spesso una delle principali cause di mistificazione con cui questa tematica veniva spesso presentata a livello mediatico, quasi sempre in modo inaccurato e sensazionalistico. Mi sembrava allora di fare cosa utile nel proporre un testo di storia che raccontasse i personaggi, gli eventi attraverso cui questo fenomeno si è determinato e caratterizzato, le vicende, i retroscena e l’ambiente sociale ed emotivo che hanno costituito l’habitat di queste vicende. Alla luce di questa conoscenza, credo che sia più semplice comprendere il fenomeno e la sua reale portata. Ho sempre ritenuto che è la storia a giudicare gli uomini, molto più di quanto non siano gli uomini a scrivere la storia. I cerchi nel grano hanno una storia, che se osservata con serietà, serenità e distacco, ci svela molto più di quanto si possa immaginare, rendendoci edotti ben oltre quanto potrebbe fare un qualsiasi ricercatore o divulgatore.
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5) Qual è la posizione della scienza ufficiale di fronte al fenomeno dei cerchi nel grano?
Fatico
a concepire la scienza come qualcosa di “ufficiale”, come se esistesse
una scienza ufficiosa, non-ufficiale, o segreta. La scienza a mio avviso
è soltanto una, priva di aggettivi. Il resto è pseudoscienza. Ciò
detto, non credo che la scienza abbia una posizione “ufficiale”
(stavolta sì) su questo fenomeno. Anche perché non se ne è mai occupata
direttamente. In realtà la scienza dell’agronomia – visto che è di grano
e di piantagioni che si parla - ha sempre spiegato empiricamente alcuni
processi naturali che pseudoricercatori volevano far invece apparire
come anomalie inspiegabili. Quando però la scienza è stata tirata in
causa (vorrei quasi dire, in politichese, “tirata per la giacca”) da
alcuni di questi ricercatori o pseudo tali, è sembrato che avvalorasse
delle ipotesi esotiche o perfino aliene. Penso alle pubblicazioni
scientifiche prodotte tra il 1994 e il 1999 dal biofisico W.C. Levengood
(recentemente scomparso) sulla rivista scientifica “Physiologia
Plantarum”. Penso anche al fisico Eltjo H. Haselhoff che nel 2001
pubblicò un articolo, anch’esso su “Physiologia Plantarum”, in cui
suggeriva l’ipotesi del coinvolgimento di misteriose sfere di luce
(dette BOLS, balls of light, di fatto una particolare tipologia di ufo)
implicate nella creazione delle formazioni nei campi di grano. Nella
gente si diffuse così la convinzione che questi pittogrammi potessero
avere realmente un’origine aliena, e – quel che è peggio - che fosse la
scienza a dirlo. Proprio in questa fase l’Italia ha giocato un ruolo
fondamentale nel contenere questa offensiva ufologica e nel ricondurla
all’interno del suo alveo. Le tanto acclamate scoperte scientifiche di
Levengood e di Haseholff furono infatti contestate e di fatto invalidate
da successive produzioni di documentazione scientifica, in particolare
il testo pubblicato nel 2005 sul “Journal of Scientific Exploration” a
firma dei ricercatori Claudio Cocheo, Paolo Russo e soprattutto
Francesco Grassi (che è anche l’autore della prefazione al mio ultimo
libro). Quell’articolo di fatto evidenziava l’inconsistenza della
letteratura scientifica precedente sui crop circles, inconsistenza di
fatto poi ammessa (senza esplicita ammissione) dallo stesso “Phisiologia
Plantarum”, il quale dichiarava che “non esiste una discussione
scientifica sui cerchi nel grano”. Ecco, la posizione della scienza è
questa: non esiste una questione scientifica sui cerchi nel grano, un
po’ come non esiste una posizione scientifica sulla pittura o sull’arte.
Francamente trovo intollerabile il cortocircuito generato da chi chiama
in causa la scienza per dimostrare determinati assunti, pretendendo poi
di farlo senza rispettare il metodo scientifico, magari ignorandolo o
perfino contestandolo.
6) Governi e militari hanno, nel corso degli anni, operato una politica di cover-up del fenomeno?
Nel
1989 in Inghilterra si tennero ben quattro interrogazioni parlamentari.
Due l’ 11 luglio rispettivamente al Ministro dell’Agricoltura Ryder e
al Segretario di Stato della Difesa Neubert; un’altra il 26 luglio al
Segretario di Stato del Ministero degli Interno Hurd; infine una il 17
ottobre al Segretario di Stato della la Difesa Archie Hamilton. Il
governo e l’apparato militare si limitarono a dirsi totalmente estranei
agli addebiti, riconoscendo una certa curiosità verso questo fenomeno
che ritenevano con ogni probabilità di origine naturale o umana.
Personalmente sono convinto che le istituzioni furono sincere e che,
fino a prova contraria, o almeno finché non vengano presentati degli
elementi concreti e seri, sia imprudente parlare di cover-up (cioè
occultamento, insabbiamento, tramite disinformazione, mistificazione).
Questa suggestione del cover-up, cara ai complottisti, oltre a derivare
dall’avvistamento di velivoli militari in zone interessate da questo
fenomeno, è stata a più riprese avanzata da alcuni ricercatori che hanno
finito per accreditarla presso l’opinione pubblica come qualcosa di
verosimile. In realtà la presenza (per altro occasionale) di elicotteri
militari sopra alcuni crop circles si può spiegare con la semplice
constatazione del fatto che l’apparato militare ha – come e più di
chiunque altro – interesse a comprendere la causa e la natura di questo
fenomeno, se non altro per ragioni di semplice informazione e di
sicurezza pubblica. Ad esempio il Ministero dell’Agricoltura – a fronte
della pressione mediatica che allora montava su questa tematica – non
poteva sic et simpliciter disinteressarsi degli eventuali rischi
derivanti dall’immettere sul commercio gastronomico e nella catena
alimentare i prodotti derivati dalla lavorazione del grano, ove questo
in qualche modo fosse danneggiato, compresso, contaminato o comunque
sottoposto ad un evento o procedimento sconosciuto. Alcuni infatti
paventavano che all’origine di questo genere di allettamenti delle
piantagioni potesse esserci l’utilizzo di diserbanti o fertilizzanti
chimici, o una possibile azione fungina. Curiosità, desiderio di
conoscenza e necessità di controllo, preoccupazione, erano e sono dei
buoni moventi anche per le istituzioni, per il governo e quindi per
l’esercito, per volerne saperne di più su questo fenomeno. Questo
potrebbe spiegare la occasionale presenza militare nelle zone
interessate dal verificarsi di questo fenomeno. Altri elementi che hanno
accreditato l’ipotesi di cover-up presso parte dell’opinione pubblica,
sono rappresentati – come detto - dalle speculazioni di alcuni
ricercatori. Speculazioni forti di argomentazioni che – in tutta
sincerità – rasentano e a volte oltrepassano la soglia del ridicolo.
Sono infatti i soliti noti “ricercatori” che tirano in ballo personaggi
oscuri ed eminenze grigie, loschi figuri dell’intelligence o dei
servizi, di cui però non fanno mai il nome, e non chiariscono mai i
dettagli, i luoghi, i come, dove, quando e perché. Costoro raccontano e
scrivono anche di episodi surreali, nei quali sono sempre coinvolte
misteriose presenze, luci, boati, trilli, sparizioni inspiegabili e
misteriose di oggetti di valore inestimabile che proverebbero la natura
esogena o aliena dei pittogrammi (se, appunto, non fossero
misteriosamente scomparsi). Non saprei se definire tutto ciò irritante o
comico. Posso rispondere infine alla sua domanda anche ricordando come
il ricercatore Colin Andrews (che a differenza del sottoscritto crede al
cover-up) disse che un ufficiale britannico gli chiese di stendere un
dossier di ricerca sui crop circles per il sottosegretario di Stato per
l’ambiente, durante il governo Thatcher. Bene, se fosse vero, non
sarebbe forse la riprova che i “servizi” e le istituzioni non hanno una
conoscenza del fenomeno che supera quella del comune ricercatore
Andrews?
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7) Se i crop circles rappresentano un linguaggio, qual e' secondo lei il messaggio che l'umanità dovrebbe comprendere?
Credo
che sia il linguaggio dell’arte. Cosa apprendiamo da un quadro di
Picasso, e cosa da uno di Van Gogh o di Rembrandt? Difficile a dirsi.
Oppure, ipotesi ancor più affascinante, può essere il linguaggio della
comunicazione universale attraverso i simboli, o il linguaggio della
metacomunicazione. Però di base dovremmo comprendere che si tratta di un
linguaggio umano, fatto dagli uomini e per gli uomini.
8) Si puo' tracciare un collegamento tra i cerchi dell'antichità e i crop circles moderni (dagli anni Settanta a oggi)?
Dipende
cosa intende per “cerchi dell’antichità”. Se ad esempio si riferisce a
costruzioni megalitiche, a tumuli o siti archeologici del passato,
oppure a presunti antichi cerchi nel grano, oppure ad altro. In ogni
caso molte pagine del libro “Storia dei cerchi nel grano” sono dedicate a
ripercorrere le suggestioni sull’origine cronologica e la datazione dei
crop cirles, in un affascinante viaggio nel passato che giunge fino al
Pleistocene, passando per la Genesi, i Rotoli del Mar Morto, il Libro
dei morti egizio, la seconda guerra mondiale. Posso anticipare che
qualsiasi legame con i moderni crop circles è – ognuno a suo modo -
artefatto e indimostrabile.
9) Qual’è la formazione più enigmatica apparsa in Italia?
Difficile
sceglierne una. Dipende dal gusto personale, e da quali criteri vengono
eletti o ritenuti decisivi. Nel 2008 intervistai circa venti persone,
tra i massimi esperti nazionali e mondiali su questo fenomeno. A loro
posi la stessa domanda che ora Lei pone a me. Emersero due formazioni:
Desio del 4 luglio 2004, e Montegranaro del 24-25 giugno 2005. Inutile
dire che, da allora, ho preso ad indagare a fondo queste due formazioni,
a cui ho dedicato circa venti pagine nel mio precedente libro (“La
verità sui cerchi nel grano. Tesi e confutazioni di un fenomeno
discutibile”). A Montegranaro, tra l’altro, ero stato personalmente, e
anzi fui proprio io a scoprire quella formazione e a visitarla per
primo. Ebbene posso garantire che in queste due formazioni, se eccepiamo
la loro bellezza e ottima fattura, non vi è nulla di enigmatico o
inspiegabile, e tutte le “anomalie” sollevate da vari ricercatori e dai
media sono frutto di fervide fantasie, approssimazioni sommarie ed
errate, qualche piccola bugia, e semplici speculazioni prive di
fondamento.
10) Quali le prossime attività o eventi di Cropfiles.it?
Spero
di continuare a fare una sana informazione sul fenomeno, e che
“cropfiles” continui ad essere un luogo di confronto e un punto di
riferimento, e spero migliorare il sito nei prossimi anni. Ho infatti in
mente delle novità e degli aggiornamenti, che potrebbero facilitare lo
studio di questo fenomeno, mettendo a disposizione del lettore materiale
di qualità su cui è giusto formarsi o ragionare. Come sempre, tutto
gratuitamente. Inoltre ho già aperto uno spiraglio (la sezione “altri
misteri”) ad altri argomenti del mistero, sui quali vorrei vi fosse un
approccio laico, sereno e serio. Per il momento ho pubblicato lì dei
miei contributi (sul manoscritto Voynich ad esempio, o sulle scie
chimiche, e altri argomenti) e sto lentamente cercando di sviluppare
questa sezione con contributi di altri ricercatori.
Grazie delle domande, e un saluto a voi e ai lettori di “X-Plan”. Leonardo Dragoni |
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11/03/2016 17:10:32 |
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