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INTERVISTA A ROBERTO PINOTTI, PRESIDENTE DEL CENTRO UFOLOGICO NAZIONALE (C.U.N.)

1)      Come ti sei avvicinato all’Ufologia?

In maniera molto particolare, perché mi sono ritrovato a 13-14 anni ad avere interesse, grazie a mia nonna che me lo ha trasmesso, per l’insolito, il paranormale, i misteri dell’archeologia e persino per le prime segnalazioni di dischi volanti sui giornali. A 14 anni ho avuto la possibilità di avere una discreta conoscenza dell’inglese (i miei genitori addirittura mi compravano i comics originali americani); in queste condizioni mi sono ritrovato il primo libro tra le mani sul tema. In inglese, ovviamente. E da allora ho cominciato a corrispondere con numerose personalità e personaggi all’estero che seguivano la materia. Erano la prima generazione di studiosi del fenomeno ufologico; io ero solo un ragazzino però nessuno, trovandosi di fronte un corrispondente che scriveva in buon inglese, si è mai sognato di chiedermi l’età; e così fra i 13-14 anni e i 23, in un arco di tempo di 10 anni, ho riunito una documentazione importante (oggi infatti posso vantare l’archivio e la documentazione più completa esistente in Italia e sicuramente una delle più complete esistenti in Europa Occidentale, Inghilterra esclusa) grazie proprio al fatto che ho di fatto raccordato l’ufologia della prima generazione - cui pure non appartenevo - a quella delle generazioni successive. E’ stato un po’ un caso, poi nel 1965 si è gettata l’idea di fare un centro nazionale che seguisse il fenomeno e nel ’67 il centro è stato costituito e io sono stato uno dei soci fondatori. Avevo 23 anni, ero il più giovane e oggi sono con Angelo Brugnoli l’unico superstite.

2)      Come è cambiata l’Ufologia nel tempo?

E’ cambiata perchè una volta si parlava di dischi volanti, poi nel 1973 abbiamo imposto il termine UFO che era poco noto all’epoca, facendolo anteporre al termine dischi volanti che era troppo popolare e poco scientifico, e da allora si è cominciato a parlare di Ufologia in termini sempre più tecnici e sempre più scientifici e tutt’ora questa è la nostra posizione. Quindi è chiaro che la questione è scivolata dal vago, dall’aneddotico a qualcosa di sempre più tecnico, sempre più documentato, sempre più scientifico e sempre più in linea con quelli che sono i parametri della scienza moderna.

3)      La “classificazione Hynek” si può considerare ancora valida?

Si, si considera sicuramente ancora valida, Hynek come è noto concepì la classificazione in sei classi: luci notturne, dischi diurni, casi radar visuali, incontri ravvicinati di I, II, III tipo a seconda del fatto che il testimone veda soltanto a distanza ravvicinata l’oggetto, constati a livello fisico la sua presenza con tracce varie o che veda (nel caso del III tipo) addirittura entità animate in prossimità di un oggetto disceso al suolo. Questa classificazione è sicuramente valida. C’è chi, successivamente ad Hynek, ha coniato una settima voce, gli incontri ravvicinati del IV tipo che sostanzialmente corrisponderebbero alle Abductions, cioè ai sequestri da part di Ufo, o cosiddetti "rapimenti alieni". E’ una cosa che Hynek non contemplò perchè in effetti dovrebbe ricadere negli incontri ravvicinati del III tipo, ma diciamo che non è un concetto errato; peraltro resta da capire questa voce, questa classificazione dei fenomeni di Abduction, quanto poi realmente sia davvero inquadrabile nel discorso ufologico perché è certamente la più fumosa.

4)      Come definirebbe l’Ufologo?

L’Ufologo dovrebbe essere un curioso che con un’ottica multidisciplinare affronta il tema degli Ufo senza preclusioni, senza preconcetti in maniera aperta ma anche in base a certi canoni logici e anche tecnico-scientifici tali da poter quantizzare in qualche maniera il fenomeno che si trova di fronte

5)      La figura dell’Alieno: una questione sociale o un business?

Potrebbe essere tutte e due, perché è chiaro che è da tempo immemorabile l’uomo tende a guardare in alto e forse in ultima analisi si attende psicologicamente una sorta di Deus Ex Machina che gli viene  a risolvere tanti problemi; in tempi antichi si parlava di angeli. E tutto sommato potrebbe avere questa funzione e oggi si parla degli Alieni come di possibili "Angeli tecnologici".
Naturalmente potrebbe essere una questione sociale perché se domani noi dovessimo stabilire un contatto alla luce del sole con ipotetici alieni giunti qui da altrove, questo ci stravolgerebbe come cultura e come civiltà, nulla sarebbe più come prima, noi saremmo probabilmente tenuti a confrontarci con una realtà magari superiore in cui potremmo anche dover pagare un prezzo molto caro; però potrebbe anche essere uno stimolo alla crescita. Poi c’è il discorso del business: è chiaro che in tutto questo dal momento che il problema è altamente evocativo e molto importante per la gente di oggi, c’è anche chi tende un po’ a speculare sul concetto alieno e a portarlo avanti per finalità appunto di altra natura, commerciale, ad esempio.