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La "cura" del Piano-K (I)

Virus e Finanza #8

Per capire la portata degli eventi che stanno caratterizzando il 2020 e per tentare di anticipare lo scenario dell’immediato futuro del mondo, è mia profonda convinzione che un’analisi dei movimenti migratori dalle nazioni al di sotto del quarantesimo parallelo verso l’Europa sia fondamentale.
La questione dell’immigrazione di massa è iniziata con le crisi dei paesi nordafricani, in particolare la con la guerra civile in Siria (dal 2010 tutt’ora in corso) e con la caduta del regime di Gheddafi in Libia (2011, poi 2014 con la seconda guerra civile tutt’ora in corso). Gli attacchi da parte dei paesi NATO a questi due paesi hanno innescato una reazione a catena che ha portato al collasso del sistema Europa, dividendo l’opinione pubblica e indebolendo la struttura, in verità piuttosto fragile, su cui gli Stati membri poggiavano. Non è un caso che la percentuale dei cittadini dell’Unione che pensano che questo “esperimento multiculturale” sia un fallimento sia in continuo aumento.

Il fatto che da Brussels continuino ad uscire risoluzioni e dichiarazioni ambigue che sostengono l’immigrazione di massa dietro al paravento degli “aiuti umanitari” ha solo alimentato i sospetti che dietro ci siano interessi personali dell’
élite politico-finanziaria che di umanitario hanno molto poco. Il paravento è crollato prima con gli scandali delle NGO, che nel 2016-2017 sono risultate essere parte di un piano di collusione con i trafficanti di uomini per portare i migranti in Europa su scala industriale (più di 500000 immigrati in Europa dal nord Africa nel biennio 2014-2016) e poi, con l’esplosione della “pandemia”, si è completamente polverizzato.

Attualmente si assiste a manovre politiche che usano da un lato le misure restrittive del Covid-19 per impedire l’accesso dei migranti in Europa, dall’altro si tenta goffamente di mantenere aperti i canali di accoglienza visto che il “virus” non sembra aver minimamente scoraggiato chi dal flusso migratorio può trarre profitto. La domanda tuttavia rimane, oggi sempre più pressante anche se il terrore del virus ha offuscato le menti di molti che, distratti dalla paura della morte e senza più certezze, galleggiano in un limbo asettico decorato da mascherine, guanti in lattice e isolamento. Chi segue questa via, o ne fa addirittura un trend, non solo caracolla sulla strada illusoria della salvezza, ma perde progressivamente contatto con una realtà nuova che si sta creando.
La domanda, dicevo, per chi ancora se la pone, è: quali sono gli interessi nascosti dell’
élite Europea a sostenere in un modo che rasenta il fanatismo l’immigrazione di massa da Africa e Medio Oriente?



Una possibile risposta è nel “Piano Kalergi”, che in realtà era una precisa visione sociologica e politico-economica dell’Europa del futuro da parte di una ristretta cerchia di nobili raccolti attorno alla figura del Conte Richard von Coudenhove-Kalergi. Kalergi è considerato il fondatore del concetto di Unione Europea e una figura chiave della sua attuazione. Nonostante ciò, egli viene sistematicamente tenuto lontano dal grande pubblico. Perchè i leader europei dovrebbero vergognarsi di Kalergi?

Richard von Coudenhove-Kalergi è stato uno dei primi proponenti dell’integrazione europea e il fondatore dell’Unione Paneuropea. E’ considerato il padre ideologico dell’Unione Europea ed è dietro suo suggerimento che l’
Ode alla Gioia della 9a Sinfonia di Ludwig van Beethoven divenne l’inno dell’Europa. Egli lavorò inoltre con coloro che hanno disegnato la bandiera europea. Ma la sua influenza va ben oltre a inni e bandiere e ben più in profondità che al mero livello ideologico. Con il suo lavoro incessante e ben pianificato Kalergi pose le fondamenta dell’Unione Europea in ogni suo aspetto, sostenendo innanzitutto l’unificazione degli stati europei in un’unica entità, la Paneuropa.