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INTERVISTA: SOLIDEO PAOLINI SVELA IL TERZO SEGRETO DI FATIMA (disclaimer) |
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Diego Antolini |
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NOTA DE LA COMMISSIONE: LA PRESENTE TRASCRIZIONE
NON E' STATA APPROVATA DALL'INTERVISTATO.
Solideo Paolini ha frequentato il Liceo Classico e poi
si è laureato in Psicologia a La Sapienza di Roma. Collabora con varie
riviste di area cattolico-tradizionalista, e oramai da un anno – dal 13
Maggio 2004 – è il direttore del Crociato di Fatima, costola
italiana della rivista internazionale The Fatima Crusader. E' appassionato
di filosofia (cultore della filosofia perenne, quella che ha raggiunto il vertice
di sistematizzazione nel tomismo) e di teologia.
Cattolico militante, Paolini è cultore del cosiddetto "tradizionalismo",
il cattolicesimo tradizionale militante, ed è organizzatore e promotore
nella sua regione di origine (Marche) della messa tradizionale, la messa tridentina,
con il vecchio rito in latino, nonchè sagrestano della chiesa dove viene
celebrato il rito tradizionale. Tra le altre passioni il catechismo, la catechesi
e l’apostolato in genere.
Il suo impegno è rilevante anche nel campo del volontariato cattolico.
Ha recentemente scritto un libro (di imminente pubblicazione con la Segno Editore):
Fatima: Non Disprezzate Le Profezie – In appendice: ricostruzione
della parte non pubblicata del Terzo Segreto, dove individua e analizza
"il filo rosso che è l’anima di questo unico segreto tripartito".
1) I Segreti di Fatima: realtà o mistificazione?
E’ piuttosto noto che ci sono tre segreti di Fatima. Il Primo e Secondo
Segreto vennero resi noti durante la seconda guerra mondiale; il Terzo Segreto
ufficialmente è stato svelato nell’Anno Santo 2000, durante il
Grande Giubileo, con una discrepanza rispetto alle Indicazioni del Cielo, perché
Suor Lucia, a nome della Madonna, aveva detto che il Terzo Segreto avrebbe dovuto
essere reso noto nel 1960. Ammesso che la pubblicazione avvenuta sia quella
e sia integrale, sarebbe comunque avvenuta con quaranta anni di ritardo. Occorre
fare una precisazione: è comunemente noto che ci sono tre segreti di
Fatima. Non è sbagliato, questo, però è piuttosto inesatto:
nel senso che Suor Lucia parla di un unico segreto composto di tre parti. Testualmente
Suor Lucia dice:
“...Il Segreto consta di tre cose distinte, due delle quali sto per
rivelare...”
perché la terza fino al 1960 era riservata. Questa espressione di Suor
Lucia, scritta proprio mentre svelava il Primo e Secondo Segreto, è molto
interessante perché ci da’ due dati: uno, il segreto; quindi ha
una sua unitarietà, e c’è un legame tra le varie parti –
che c’è da andare a decodificarle. Due, consta di tre cose distinte,
non possono essere doppioni.
Quindi, sono tre cose distinte, nessuno è un doppione dell’altro,
e questo è uno dei tanti argomenti che mostra che nell’Anno Santo
non ci è stato detto tutto, e che però i Segreti hanno uno stretto
nesso, o legame, tra di loro.
Nel libro che ho scritto sull’ argomento, e che uscirà il prossimo
mese (FATIMA: NON DISPREZZATE LE PROFEZIE – in appendice: ricostruzione
della parte non pubblicata del Terzo Segreto) sono andato a trovare il
filo rosso che è l’anima di questo unico Segreto tripartito.
La prima parte [dei Segreti n.d.t.] è una visione muta, senza parole.
E’ una scena, la visione dell’Inferno. I tre pastorelli ne resteranno
sconvolti. Suor Lucia scriverà:
“...E meno male che la Madonna subito prima ci aveva soccorso con
la promessa di portarci in cielo, altrimenti temo che saremmo morti di spavento
e di terrore...”
benché la visione sia durata un istante.
“...La Madonna ci mostrò un grande mare di fuoco, che sembrava
stare sottoterra. Immersi in quel mare i demoni e le anime, con aspetto di animali
neri e ripugnanti, che venivano trasportati qua e là nell’incendio,
cadendo qua e là, emettendo grida che facevano rabbrividire dal terrore.
Immersi in questo fuoco i demoni e le anime, e meno male che la Madonna subito
prima ci aveva…”
Quello che comunemente viene chiamato Secondo Segreto inizia con la spiegazione
della visione:
“...Avete visto l’inferno dove cadono le anime dei poveri peccatori...”
La Madonna non si ferma lì. Perché la Madonna è venuta
a Fatima? Perché è come una mamma premurosa, preoccupata per la
sorte dei suoi figli.
“…Per salvarle – continuava la Madonna – Dio
vuole stabilire nel Mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se farete quello
che io vi dirò, molte anime si salveranno e avranno pace..."
E poi la Madonna inizia a parlare della II Guerra Mondiale, del Comunismo e
delle persecuzioni contro la Chiesa e i Cristiani, e appunto delle persecuzioni
che la Chiesa e in particolare il Papa avrebbe dovuto soffrire. Quindi la prima
parte è costituita da una visione muta, l’Inferno. La seconda parte
da parole della Madonna, che prima spiega la visione, e poi passa dall’Inferno
a parlare di mali temporali: la guerra, il comunismo, la fame, le persecuzioni
alla Chiesa.
Il linguaggio che la Madonna usa è molto concreto.
Fatima è una grandissima manifestazione della misericordia divina. Il
senso di Fatima è questo: Il Cielo vede tempi particolarmente difficili,
con uno scatenarsi del demonio inaudito,e allora la manifestazione del rifugio
sicuro, il Cuore Immacolato della Madonna, la grande Nemica del Serpente, del
demonio, anche molto accessibile e amabile (cosa c’è più
amabile di una mamma?).
Primo Segreto, una visione dell’Inferno, muta, senza parole. Secondo Segreto,
solo parole della Madonna, che all’inizio spiegano la [precedente] visione,
quindi si può considerare un allegato al Primo Segreto. Il corpo, la
parte centrale, introduce altri temi (guerra, fame, comunismo, persecuzione
alla Chiesa e al Santo Padre il Papa). La Terza Parte sarebbe – per quello
che ha pubblicato il Vaticano nell’Anno Santo – come la Prima parte,
una visione muta, senza parole. La scena, prima, di un angelo con una spada
di fuoco che minaccia di incendiare il mondo. E’ la Madonna che lo ferma,
che ferma l’Angelo del Castigo.
Dice:
“…E scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare
il mondo, ma si fermavano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava
dalla sua mano destra verso di lui…”
E’ la Madonna che ferma l’Angelo del Castigo. In qualche maniera
ci viene offerta un’alternativa: mostra il mondo sotto l’ira di
Dio, e da’ l’alternativa, il rifugio, dicendo in qualche maniera
che c’è un Dio, e che si può scegliere.
Poi c’è questa visione di un vescovo vestito di bianco, che fa
una Via Crucis, che poi viene ucciso, anche altri vengono uccisi, dopo di lui,
allo stesso modo. Essi muoiono nella stessa maniera e poi dal sangue dei martiri
rinasce la Cristianità. Gli angeli raccolgono in un annaffiatoio il sangue
dei martiri, ci irrigano le anime e le anime ritornano giù.
Questo però è molto strano, perché sarebbe un po’
come il Primo Segreto, una visione muta. Ma il Primo Segreto viene poi spiegato
dalla Madonna (benché il suo senso pare evidente).
Nel caso del Terzo Segreto, invece, questo è una visione molto più
difficile da decodificare, e tuttavia non vi è nessuna spiegazione. Possibile?
2) Il Terzo Segreto è completamente svelato, e coincide con la versione
pubblicata dal Vaticano nel 2000?
Nel mio libro porto moltissimi argomenti a sostegno della tesi che in realtà
nell’Anno Santo 2000 non c’è stata una reale "rivelazione"
del Segreto. Qualcuno dice che il testo pubblicato non è autentico; io
penso che lo sia, ma che non sia completo. E’ stata pubblicata la visione
senza le parole che spiegano la visione; perché la vera spiegazione non
è quella che è stata data, dei martiri del XX secolo. E’
stata data in maniera ambigua, è stato detto: “non è l’unica
interpretazione possibile”. Ma al popolo è stata data questa.
Il Segreto consta di tre parti distinte, quindi non può riferirsi ai
Martiri del XX secolo, alle persecuzioni alla Chiesa, alle sofferenze del Santo
Padre, perché di questo ne parla il Secondo Segreto. Il Secondo Segreto
conclude più o meno, prima della chiusura finale, così:
“...i buoni saranno perseguitati. Il Santo Padre avrà molto
da soffrire, varie nazioni saranno annientate...”
Quindi questi aspetti sono già trattati nel Secondo Segreto. Se il Terzo
trattasse unicamente di questo, se fosse tutto qui, dove sarebbe la cosa distinta
con il Secondo Segreto? Sarebbe una spiegazione eventualmente più particolareggiata
del Secondo. Quindi, non sono state pubblicate le parole che spiegano la Visione,
che è la parte più pregnante del Segreto; perché il Terzo
Segreto giunse in Vaticano in una busta sigillata.
Alla fine del 1943 Suor Lucia si ammala di Pleurite. Il Vescovo della Diocesi
di Leiria teme che la suora muoia: era Monsignor Josè Alves Correla Da
Silva, un uomo buono, molto timoroso (se poteva non avere guai…); non
era un uomo da intrighi, e infatti lui non vorrà conoscere il Terzo Segreto.
Teme che la Veggente superstite muoia, come morirono gli altri due pastorelli,
poco dopo le apparizioni, di Pleurite, tra atroci sofferenze.
I due bambini soffrirono moltissimo, però morirono con una pace incredibile,
nonostante provassero dei dolori atroci, e nonostante le cure mediche del tempo
- particolarmente in un ambiente povero come il loro - non dessero certo un
gran sollievo. Ma morirono con grande serenità, offrendo le loro sofferenze
a Dio per la conversione e la salvezza dei poveri peccatori, perché dicevano:
“...Quel che abbiamo visto che si soffre nell’Inferno, anche
solo per un istante, in confronto quello che stiamo soffrendo noi è niente.
Allora soffriamo, perché se possiamo evitare a qualcuno di finire per
l’eternità lì, è poca cosa quello che stiamo soffrendo
ora...”
Le apparizioni avvennero nel 1917, le principali furono sei, dal 13 Maggio 1917
al 13 Ottobre 1917, con il Grande Miracolo del Sole, visto da sessanta, settantamila
testimoni.
Il Vescovo teme che muoia la Veggente superstite senza aver rivelato la terza
parte del Segreto, e le ordina allora di scriverlo; solo che Suor Lucia ha difficoltà
enormi a eseguire l’ordine (aveva nel frattempo imparato a scrivere, e
un po’ a battere a macchina). Lei chiede un ordine formale, un ordine
ufficiale e scritto. Il Vescovo è titubante, ma glie lo manda. Ma la
suora non riesce ugualmente a scrivere, e dice:
”...Ogni volta che andavo a prendere la penna avevo la mano paralizzata...”
Probabilmente era la lotta che il Demonio le faceva contro, per evitare che
venisse rivelato il Terzo Segreto. Non a caso proprio alla vigilia del 13 Luglio
1917, quando il Terzo Segreto venne rivelato ai pastorelli, proprio il giorno
prima Suor Lucia andò in crisi:
“...E se fosse un inganno del Demonio? Posso aver ragione io, e il
curato e la mamma che sono dubbiosi e che ne sanno più di me, aver torto?...”
E non voleva andarci [al luogo dove la "Signora vestita di Bianco"
appariva]. I cuginetti non riuscivano a convincerla.
Francesco l’aveva provate tutte. Passa tutta la notte in ginocchio ai
piedi del letto a piangere e pregare che la Madonna la facesse andare laggiù.
“...La mattina dopo - dice Suor Lucia - posseduta da una
forza inspiegabile, sono riuscita ad andare..."
Evidentemente c’era una lotta tra il Demonio e la Madonna, che è
poi il grande sfondo di Fatima, e così sappiamo da che parte stanno coloro
che occultano il Segreto.
Non sapranno quel che fanno, naturalmente, dobbiamo pensare questo, però
oggettivamente, diciamo che nel dubbio dobbiamo propendere per l’ipotesi
più benevola
Non posso giudicare con che grado di colpevolezza uno faccia una determinata
azione, però posso dare una valutazione su quella azione, sul lato oggettivo.
Lucia non riesce scrivere. Sta mesi paralizzata, ogni volta che andava per scrivere
aveva la mano paralizzata (era il Demonio che la tratteneva). Finalmente le
appare la Madonna e le dice “Scrivilo, perché è conforme
alla volontà di Dio”. Non solo, la aiuta nella redazione; e, dice
Suor Lucia:
“...La Madonna mi ha aiutato a scrivere il Terzo Segreto parola per
parola...”
Suor Lucia, dopo la redazione del Segreto, restò spossata a causa della
lotta sostenuta.
Il Vescovo di Leiria manda un altro Vescovo – che era lì di passaggio
– a ritirare la busta dopo mesi, perché Suor Lucia dice che
“...La [lettera] posso dare solo a un Vescovo...”
Il Segreto Lucia lo chiude in una busta sigillata con la ceralacca e scrive
una lettera al Vescovo di Leiria. Una lettera un po’ strana, in cui dice:
“...Ho fatto quanto Vostra Eccellenza mi ha chiesto. Dio ha voluto
mettermi alla prova, ma alla fine questa è la sua volontà. Il
Segreto è nella busta sigillata e nel taccuino...”
E nel taccuino.
Quando il Vescovo Joao Pereira Venancio si presenta, Suor Lucia gli da’
il taccuino con dentro la busta. Busta e taccuino.
Probabilmente il Segreto stava nella busta (le parole della Madonna) e nel taccuino
(la Visione che l’accompagnava).
Nel libro ne parlo apertamente.
Le indicazioni mandate al Vescovo di Leiria da Suor Lucia erano che il Vescovo
poteva prenderne visione subito, e allo stesso modo il Santo Padre.
Per il popolo c’era un po’ da aspettare, a differenza del Primo
e del Secondo Segreto che erano ormai di dominio pubblico. Questo fa pensare
che non aveva il Terzo Segreto lo stesso grado di divulgabilità degli
altri due. Esso Riguardava questioni più delicate.
Incredibilmente, il Vescovo non ne prese visione. Potevano prenderne visione
subito il Vescovo ordinario del luogo (Leiria), e il Santo Padre (allora Pio
XII, Papa Pacelli, il Papa della II Guerra Mondiale).
E Suor Lucia, nell’opera monumentale di Michel de la Sainte Trinitè
(Toute la veritè sur Fatima), che è la più completa,
dimostra molto bene che Lucia si raccomandò che Papa XII lo leggesse.
Il Papa invece lasciò la busta al Vescovo. Il Vescovo disse che non l'
avrebbe mai aperta.
Il canonico Galamba da Oliveira (collaboratore del Vescovo di Leiria) tuttavia
era molto curioso di sapere cosa c’era in quella busta, e cercava di farlo
dire al Vescovo, ma senza successo. Saint Michel racconta allora un aneddoto
simpaticissimo. C’era un visitatore straniero, il canonico gli dice “chiedi
al Vescovo cosa contiene la lettera, che l’aprisse, perché a me
dice che l’ho stufato, tu che sei uno straniero magari tu riesci a convincerlo.”
Niente da fare.
Una volta il canonico chiese al Vescovo: “Ma, Eccellenza, perché
non vuole…?”
“I segreti del Cielo non fanno per me” rispose il Vescovo
Sia il Vescovo che il Papa erano terrorizzati dal contenuto della busta. Non
mi sembra che quello che è stato pubblicato nell’Anno Santo sia
così terribile. Non sono certamente inezie, perché si parla dell’Angelo
che minaccia di incendiare il mondo, del Papa e dei sacerdoti che vengono ammazzati.
Queste non sono però cose che giustificano un panico così tremendo.
Evidentemente già a quel tempo era trapelato l’oggetto del Segreto,
che non era esterno alla Chiesa, ma direttamente la riguardava al suo interno.
Sembra che quando Papa Giovanni XXIII, che fu il primo che aprì la busta
sigillata, svenne quando ne lesse il contenuto.
E non mi sembra che il testo pubblicato nel 2000 possa giustificare uno svenimento,
sebbene i temi siano molto seri.
Torniamo alla cronistoria. La busta non la vuole aprire né il Vescovo
di Leiria né il Santo Padre, perché entrambi paralizzati dal terrore.
Se però Suor Lucia aveva scritto la Visione corrispondente nel taccuino,
quella l’avevano letta sicuramente.
Allora Suor Lucia fa un po’ di trattative col Vescovo; dalle trattative
viene fuori questo. Che il Vescovo e il Santo Padre avevano facoltà di
leggerlo quando volevano, di farlo leggere liberamente a loro collaboratori
di fiducia, e al popolo avrebbe dovuto essere rivelato solo e tassativamente
nel 1960. A meno che Suor Lucia non fosse morta prima. Allora avrebbe dovuto
essere svelato anticipatamente.
Nel 1957 arriva da Roma l’ordine “Portare a Roma tutte le carte
su Fatima”.
Cosa fa nel frattempo il Vescovo di Leiria di questo Terzo Segreto? Ci scrive:
“...Questa busta, con il suo contenuto sarà trasmessa alla
mia morte al Sua Eminenza Cardinale Manuel Cerejeira, patriarca di Lisbona...”
non a Roma. |
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Roma gli aveva detto che non lo voleva, perciò aveva scritto così
(nel 1945). Tra un passaggio e l’altro ci vogliono molti mesi, forse perché
tutti erano talmente terrorizzati da pensarci bene prima di prendere qualsiasi
decisione, anche minima.
Il Vescovo scrive tutto questo sulla busta esterna e lo mette in cassaforte,
sotto chiave.
Nel ’57 arriva l’ordine da Roma. Oramai il Vescovo Da Silva era
prossimo alla morte; il suo vice, Mons. Venancio, invece lo voleva conoscere,
il Segreto; viene incaricato di fare le fotocopie con l'intenzione di trattenerle
e mandare le carte originali a Roma.
Ma per la busta sigillata non sapevano come fare. “Speditela così
com’è”, ordinò Roma. Mons. Venancio va dal Vescovo
e gli dice: “Eccellenza, è l’ultima occasione che abbiamo.
Apriamola [la busta n.d.c.]..."
Ma il Vescovo Da Silva rifiuta di aprirla. Il Vescovo Venancio, con la morte
nel cuore, con l'aiuto di una lampadina mette in controluce la busta e cerca
di leggere in trasparenza il contenuto. Non legge niente perché le buste
erano due: la busta esterna che era quella dove Mons. Da Silva aveva scritto
“Alla mia morte questa lettera sarà trasmessa….”, e
quella interna che era quella coi sigilli in ceralacca, scritta da Suor Lucia.
Però riesce a prendere le misure esatte, e dirà:
“...dentro c’era un foglietto con circa 25 righe di testo...”
Un foglietto unico, quindi.
Il Segreto pubblicato dal Vaticano nell’Anno Santo è quattro fogli.
Non può essere pertanto quello che stava nella busta sigillata, ma semmai
quello che era nel taccuino.
I quattro fogli erano di dimensioni più piccoli. Il vero Terzo Segreto,
la parte top-secret, è leggermente più corto di quello che è
stato pubblicato nell’Anno Santo, poco più corto.
25 righe di testo.
Il plico parte per Roma, va tutto negli archivi del Sant’Uffizio, tranne
la busta sigillata che va nell’appartamento papale. Pio XII lo tiene in
un cofanetto sottochiave sulla sua scrivania, tra gli effetti personali, e non
lo apre.
E’ vero che l’obbligo era di rendere noto il Segreto al Mondo dopo
il 1960. Ma perchè non leggerlo?. Probabilmente non ha avuto il coraggio.
Appena eletto Papa Giovanni XXIII nel Novembre 1958, disse Monsignor Capovilla:
“Santità, apra il segreto, perché tra un anno o poco più
bisogna renderlo noto al Mondo, sarebbe utile che lei lo conoscesse in anteprima”.
E lì, se non si deve dubitare della veridicità del segretario
del Santo Padre, sarebbe stata atroce la risposta di Papa Giovanni:
“...Prima convoco il Concilio [Vaticano II n.d.c.]...”
Evidentemente da quello che era trapelato si sapeva che Terzo Segreto e Concilio
erano agli antipodi.
Forse il Papa aveva paura che dopo, impressionato dal Terzo Segreto, non avrebbe
avuto la forza di convocare il Concilio.
Questo sarebbe terribile perché indicherebbe un’opposizione tra
il Terzo Segreto e il Concilio Vaticano II.
Continua Monsignor Capovilla: “[il Papa] convoca il Concilio, partono
i lavori preparatori della Commissione, e poi nell’estate, avviati i lavori,
va a Castel Gandolfo per riposare, e chiede di avere la busta. Arriva la busta,
e poi quest’effetto dirompente [mancamento n.d.c.]”.
L’anno dopo viene annunciato che il Terzo Segreto non sarebbe stato probabilmente
mai reso noto al Mondo. C’è un comunicato sconcertante, anonimo,
di un’agenzia portoghese (ANI), con sede a Roma, che chiaramente ricevette
delle "soffiate" dall'interno.
Il Vescovo di Leiria dirà che quel comunicato era attendibile.
Il comunicato dice:
“...Secondo fonti molto attendibili (mai precisate) il Terzo
Segreto non verrà mai reso noto...”
Per tre motivi, uno più ridicolo dell’altro:
1) Suor Lucia è ancora viva. (Ma che è ancora viva era un motivo
per non pubblicarlo prima del 1960, non dopo).
2) Il Vaticano e il Santo Padre lo conoscono già.
Questa motivazione è suscettibile di doppia lettura: da un lato non è
assolutamente pertinente, perché nel ’60 il Segreto doveva essere
reso noto non al Vaticano, ma al mondo. Per cui il Vaticano poteva saperlo già
da prima, se avesse voluto.
Dall’altro, cosa vuol dire? Che riguarda il Vaticano e quindi è
sufficiente che lo conosca lui? Forse perché l’oggetto è
ad intra, non ad extra (anche all'esterno, ma in via secondaria).
La terza motivazione è la peggiore (come si è potuto nell’Anno
Santo 2000 pubblicare il Segreto, e tre mesi dopo beatificare Papa XXIII che
è responsabile di queste operazioni contro il Terzo Segreto? Sono due
cose in intrinseca contraddizione):
3) Benché la Chiesa riconosca le apparizioni di Fatima, non intende prendersi
la responsabilità di garantire la veridicità delle parole che
i pastorelli dicono che la Madonna avrebbe detto loro.
Questo, primo non si può dire che la Chiesa non intende prendersi la
responsabilità perché se l’era già presa a suo tempo:
Fatima era stata riconosciuta dalla Chiesa già trent’anni prima;
secondo: che i pastorelli dicono che la Madonna avrebbe detto loro: che cosa
vuol dire? Che sono bugiardi? E che se lo sono inventato? Oppure? Che glie l’ha
detto il Demonio invece che la Madonna? Potrebbe essere anche questo. Per la
verità il Demonio l’avevamo trovato all’opera sul fronte
opposto, quello contrario alla divulgazione del Segreto (e quindi sul fronte
di Papa Giovanni, se vogliamo dire le cose come stanno).
E poi c’è anche un altro aspetto: La Chiesa (in realtà uomini
di chiesa che abusano della loro carica) non intende prendersi la responsabilità
(se l’era già presa) di garantire la veridicità delle parole
che i pastorelli dicono che la Madonna avrebbe detto loro. Delle parole.
Ma nel Terzo segreto pubblicato nell’Anno Santo 2000 non ci sono parole,
perché si tratta di una Visione. L’unica parola è detta
dall’Angelo e ripetuta tre volte: “Penitenza! Penitenza! Penitenza”.
Parole nel Terzo Segreto di Fatima non ce n’è nessuna. E allora?
Il Terzo Segreto è molto collegato all’Apocalisse, si è
sempre saputo.
E’ particolarmente contenuto nei capitoli 12 e 13 dell’Apocalisse.
E quindi è certamente connesso.
Un ultimo dato per rispondere a questa domanda: tra l’Agosto del 1959
in cui Papa Giovanni XXIII apre la famosa busta e il Febbraio (8 o 9) del 1960
in cui esce questo dispaccio anonimo, irresponsabile, ridicolo, offensivo, passano
6 mesi. In questi sei mesi cosa succede?
Allora, l’opuscolo ufficiale pubblicato dal Vaticano nell’Anno Santo
2000 dice: “Sua Santità dopo talune esitazioni…”
In questi sei mesi, racconta Mons. Capovilla e altre fonti, il Papa consulta
un certo numero di prelati, ma restano delle incognite, ovvero: alcuni di questi
prelati, come il Cardinale Ottaviani, sappiamo per certo che lo hanno letto
anche senza averne particolare titolo. Il Cardinale Cerejeira (che avrebbe dovuto
ricevere la busta alla morte di Da Silva) non lo lesse; disse, “Papa Giovanni
non me lo ha fatto leggere, ma me ne ha accennato in maniera generica i temi
di fondo”. Quindi, ad alcuni prelati venne fatto leggere, ad altri venne
fatto più o meno un riassunto. Comunque venne alla fine conosciuto da
molti prelati. L’ultimo di questi è morto nel 1999. L’anno
dopo venne pubblicato il Terzo Segreto. Coincidenza?
Però prima di morire queste persone ne hanno parlato ad altri. Sono stati
molto leggeri nell’Anno Santo, coloro che decisero di pubblicare il testo
parziale del Segreto, e se ne sono resi conto dopo.
Che fine ha fatto il testo della busta sigillata? E' stato detto anche che sarebbe
andato distrutto. In ogni caso c’è qualcuno ancora vivente che
l’ha letto. Il nostro Santo Padre regnante, Benedetto XVI, l’ha
letto per sua stessa dichiarazione; l’ha letto agli inizi del 1982 quando
andò al Sant’Uffizio, e poi l’ha letto Mons. Capovilla.
Io ho questa impressione: che nel 2000 il Cardinale Ratzinger fosse stato forzato;
già nel 1984, quando gli chiesero: “perché non viene pubblicato?”,
lui innanzitutto diede alcuni elementi sul Terzo Segreto. Alla domanda precisa:
“perché non viene svelato” rispose: “Perché
secondo il giudizio dei papi (non suo) non è il caso”. Lui semplicemente
riporta un giudizio dell’autorità superiore il che dava l’idea
che lui era propenso a rivelarlo.
Nell’Anno Santo lui più volte dice:
“...seguendo la linea indicata dal Cardinale Sodano Segretario di
Stato bisogna dire che…”
Come dire che “non ho tracciato io la linea, e seguendo questa linea le
cose devono andare in questo modo”.
Ora che è Papa certamente potrebbe rivelarlo, anche se a questo punto
è meno facile, dopo quello che è stato fatto nell’Anno Santo.
Nel 2000 la decisione è stata presa da alcuni che hanno pensato di agire
in questa maniera, e c’è stata una pubblicazione cui mancava un
pezzo.
Io sono convinto che il Segreto ancora ci sia, e che non è stato distrutto.
Diciamo che io ho ricostruito le 25 righe, non sarà esatto parola per
parola perché non l’ho letto, ma il senso è quello. Perché
ci sono varie testimonianze attendibili, e mettendole insieme, considerando
i temi ricorrenti, la lunghezza del testo, dove si inserisce il contesto, torna
tutto.
E si riesce a ricostruire tutto. E confermo che è terrificante.
Nel mio libro c’è: è terrificante innanzitutto dal punto
di vista spirituale, con il Demonio che prende il sopravvento della situazione.
E tutta una serie di sciagure, anche con ripercussioni sociali, temporali, civili,
collegate. Questo viene dopo molte fasi dolorose che possono però essere
quantomeno diminuite a seconda di quanto ciascuna singola anima accoglie o non
accoglie il messaggio della Madonna. Siamo di fronte alle cosiddette “Profezie
Condizionate”.
Ciascuno di noi può quantomeno diminuire le grandi prove; non è
la fine del mondo, tutto si risolleverà ma con fasi intermedie atroci
e spaventose.
Ci siamo, praticamente.
C’è l’alternativa tra l’Angelo Sterminatore e la Madonna.
Padre Malachi Martin, gesuita, era il segretario del Cardinale Bea e lesse il
Terzo Segreto; disse:
“...E’ molto asciutto e preciso, un testo molto concreto...”
Date. Io penso che qualche riferimento, anche di date, ci sia. Tra l’altro
fa riferimento in qualche maniera alla parte finale del XX secolo, come l’inizio
di un processo. Infatti, è dal 2000 che Papa Giovanni era con passo tremulo,
vacillante, non nell’’81 dove era molto più in forma.
Nell’Anno Santo 2000 hanno agito con leggerezza.
Io penso che molti in Vaticano si saranno detti "non è che Suor
Lucia si è inventata tutto, però un po’ glie l’avrà
detto la Madonna, un po’ se lo sarà immaginato lei, un po’
avrà scritto male, cosa lo pubblichiamo a fare? Siamo arrivati al 2000…pubblichiamo
la parte che lo esplicita e allentiamo così la pressione del popolo".
Però non pensavano che il XX secolo era ancora tutto il 2000, quindi
già l’Intifada a settembre e la situazione in Terra Santa (che
hanno fatto da detonatore alle vicende successive) ancora rientrava nel XX secolo.
C’è da tenere presente poi, per i processi, che l’avvio non
coincide con la manifestazione pubblica evidente. Spesso i fenomeni sono vistosi
ad un certo livello di maturazione, ma partono già da prima. Per cui
sono stati molto leggeri a pubblicare il Segreto nel 2000.
L’oggetto principale del Terzo Segreto è – ne dico un paio
di aspetti – una crisi spaventosa della Chiesa dall’interno che
parte dal 1960. Cosa parte quell'anno? Il Concilio Vaticano II. Ecco perché
Papa Giovanni dice: “Prima convoco il Concilio…”, e una prevalenza
spaventosa con la Chiesa in crisi del Demonio che fa il re della situazione.
Grandi sciagure spirituali, morali, sociali, cataclismi, maremoti che sommergono
la Terra, guerre, ecc. E alla fine la grande persecuzione alla Chiesa, a partire
dal Papa…il Segreto parla di un Papa che muore non di morte naturale,
che nel momento stesso in cui vuole tornare sui suoi passi, viene ucciso. E
alla fine, però, non si giunge alla fine della Chiesa, perchè
dal sangue dei martiri c’è la rinascita e un ritorno alla fede
anche socialmente diffuso. Non in tempi lunghissimi, ma brevi, uno dietro l’altro.
Anzi, come dire, questa pedagogia divina rimarca ancora di più la grandezza
della Chiesa.
Uno: fa vedere come la Chiesa non è solo umana, ma è teantrica.
Divina-umana, come Gesù Cristo; e nella sua essenza è divina.
Perché una qualunque società umana, con manovre, prove, intrighi
del genere, sarebbe morta. La Chiesa invece sopravvive a tutto ciò; fa
vedere che c’è qualcuno che la sostiene, e che non è solo
umano. Indirettamente è un’apologia della Chiesa. Diceva il Cardinale
Siri:
“...il Signore permette alle volte che la sua Chiesa passi per eventi
tali per i quali gli istituti umani morirebbero. Così il Signore mostra
la divinità della Chiesa. Se la Chiesa non fosse divina, questo Concilio
l’avrebbe seppellita. Noi abbiamo ora una prova di più...”
E, anzi, rimarca anche l’importanza della Chiesa, perché se, entrando
la Chiesa in crisi, il Demonio diventa padrone della situazione, la pilota verso
lidi di parziale autodistruzione – infatti la visione parla di una grande
città mezza in rovina, fa vedere proprio l’importanza della Chiesa
per tutta l’umanità. Un mondo che dall’Umanesimo era in allontanamento
con la Chiesa, prova anche l’altro lato della medaglia, il regno del Demonio.
Siamo nella fase immediatamente precedente alla grande persecuzione, ancora
non ci siamo arrivati, ma sarà preceduta da alcuni cataclismi, molto
molto più grandi dell’ultimo Tsunami indonesiano. |
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3) Ipotesi e intrighi nell'attentato del 1981 a Papa
Giovanni Paolo II
Non è sostenibile che l’attentato di Agca, o meglio il cui esecutore
materiale fu Alì Agca, sia la realizzazione del Terzo Segreto. Per più
motivi: perché il Papa non muore (a differenza della visione); perché
nell’ ’81 non era “tremulo e col passo vacillante”;
perché non c’è subito dopo il martirio descritto della visione.
Può anche darsi che il Santo Padre Giovanni Paolo II sia stato ingannato
e l’abbiano persuaso di questo, perché una persona può anche
essere “lusingata” sulle sue naturali tendenze.
Invece penso molto questo: può essere stato un segnale, un avvertimento:
"Attenzione, la strada è quella"; come un preavviso, ma un
conto è avere un relazione, altro è essere il compimento dell’azione.
Forse è stata una “spintarella del Cielo” perché il
Santo Padre rivelasse il Terzo Segreto ed eseguisse tutti gli ordini di Fatima.
Dio si serve anche della malizia degli uomini per il suoi piani, e interagiscono
i vari fatti. Ora, c’è da dire una cosa: il Papa Giovanni Paolo
II ha fatto molto per Fatima, però non ha fatto tutto. Era molto devoto
alla Madonna, ma solo dopo il 1981; prima sembra che fosse un po’ infastidito
dal fenomeno. Lui aveva già letto, subito dopo l’elezione, il Terzo
Segreto, almeno la parte principale (quella a tutt’oggi non rivelata),
e sembra che ne fosse un po’ infastidito. Ma d’altra parte lui era
conciliare convinto e quindi c’era una discrepanza tra lui e il Terzo
Segreto. Dopo il 1981 Papa Wojtyla ha cercato in qualche maniera di rispondere.
Non si può dire che l’attentato non sia servito, in questo senso.
Lui ha fatto molto per Fatima, ma non ha fatto tutto. Per esempio il Terzo Segreto
integrale non lo conosciamo a tutt’oggi. Per esempio la consacrazione
della Russia, chiesta dalla Madonna, non è stata fatta. E’ stata
fatta la consacrazione del mondo, che è un’ottima cosa, però
è un’altra cosa.
Perché la Russia? La Sapienza di Dio che dice: “Io prendo il tuo
peggior nemico [della chiesa n.d.c.] e lo trasformo nel tuo servitore”.
Questo non è stato fatto per le pressioni dei collaboratori del pontefice
(è stato reso noto). Lui era circondato di falsi amici.
Un piano diabolico per addormentare le coscienze. Questo potrebbe essere stata
la “divulgazione” del Terzo Segreto nel 2000.
Un cosa non deve essere fatta necessariamente in mala fede o in totale malafede.
Posso anche illudermi di agire a fin di bene. Il punto non è il processo
alle intenzioni, non è lo scandalismo, il punto è: posso curare
in modo leggero? Se questo non da’ risultati, a mali estremi estremi rimedi.
4) La morte di Papa Wojtyla
Spesso le chiavi degli eventi, o meglio dei fenomeni, di quello che appare,
non sono subitamente note, e magari vengono a galla più avanti. Ho detto,
all’indomani della morte del Santo Padre, “Dobbiamo avere la pazienza
di aspettare per capire cosa davvero è successo”. Come anche per
capire un pontificato e una personalità enigmatici come quelli del nostro
Santo Padre morto Giovanni Paolo II. Mi diceva un esponente di curia un anno
fa – quindi a Pontefice ancora vivente – “Con tutta la venerazione
per Pietro, che è un’istituzione, come tratto umano chi lo capisce
quest’uomo? E’ un enigma, un rebus. Bisogna aspettare, perché
ci sono tante cose contraddittorie. Sarà stato sempre libero? Sarà
stato sotto minacce, pressioni, ricatti, adulazioni, falsi amici? Bisogna aspettare
per avere risposte”. Certo c’è questo fenomeno che colpisce.
Questa marea di giovani venuta alle esequie, ecc. Ora, le vie del Signore sono
infinite. C’è un detto che dice: “Il Diavolo sarà
pieno di rabbia l’ultimo giorno, quando si accorgerà che, nonostante
quanto si è dato da fare, non ha fatto altro che lavorare per la gloria
di Dio senza rendersene conto”. Però questo integra rispetto a
visioni molto riduttive, ma non toglie la presenza di alcune dinamiche. Ora,
è incredibile come viviamo in un mondo scristianizzato, eppure tutti
questi omaggi al Papa morto. In una società cattolica sarebbe tutto perfettamente
normale, ma in una come la nostra non lo è. Un po’ è la
spettacolarizzazione dell'evento, e qui c’è un problema molto grande:
c’è stata una “Wojtylizzazione” del pontificato, in
cui quasi è più prevalso l’uomo, la persona, le sue caratteristiche
personali, sull’Istituzione. E questo è un guaio, perché
così facendo, se viene un Papa che non piace, si esce dalla Chiesa.
Il Signore non ha fondato la Chiesa su Simone, sull’uomo, ma su Pietro,
sulla figura, sull’Istituzione. Quindi è un problema molto grande
questo del "tifo".
E poi c’è un altro problema, che fa rabbrividire: tutti hanno detto
“Il grande Santo! Santo Subito!”. Perché tutti ne dicono
bene di lui, allora deve essere santo. Io non mi pronuncerò certo sulla
santità o meno del Santo Padre Giovanni Paolo II; però, con carattere
di assoluta impersonalità, vorrei pronunziarmi sul criterio, sull’equazione.
“Tutti ne dicono bene, quindi è santo”. Questa equazione
non è cristiana, perché nostro Signore Gesù Cristo ha detto
il contrario: “Guai quando tutti gli uomini parleranno bene di Voi. Allo
stesso modo facevano i loro padri con i falsi profeti”. Per cui io starei
molto attento a tirare fuori queste equazioni. E’ vero che la gente non
pensa, viviamo in un mondo dove non si vede né si pensa. Ma è
raggelante. Allora, togliamo queste equazioni.
Per fare beato o santo un Papa, si devono esaminare tutti gli scritti, gli atti,
ecc.
Dovremo dare però la priorità alle cose che meritano, e lasciare
al tempo decidere il resto. Anche perché il vero santo è umile
e non desidera essere beatificato, o canonizzato.
5) Papa Benedetto XVI: papa di "raccordo" o
degno successore di Wojtyla?
Innanzitutto l’età avanzata del nostro Santo Padre Benedetto XVI
non la vedo come un problema, perché nella Chiesa c’è stata
sempre la consuetudine di alternare un papato lungo ad uno più breve.
Però Papa Giovanni XXIII ha regnato solo per cinque anni. In cinque anni
ha fatto, in male, tantissimo, più di papati molto lunghi, perché
è il vero padre di quella che il Cardinale Benelli chiamò la “Chiesa
Conciliare”. Quindi, la lunghezza di un papato di per sé non è
un problema.
Io e i miei amici speravamo nell’elezione del Cardinale Ratzinger, abbiamo
festeggiato quando lui è stato eletto. Infatti egli da cardinale ha scritto
molto su vari aspetti dell’attuale crisi della Chiesa, ne ha parlato;
cioè, Ratzinger da’ l’idea di essere piuttosto consapevole
della situazione e di riconoscere la drammatica realtà .Anche nella Via
Crucis (25 marzo 2005) dette delle indicazioni e lanciò un quadro molto
duro della situazione attuale della Chiesa. E quindi ci ha dato umanamente a
ben sperare. La stessa omelia che tenne nella messa prima di essere eletto,
la mattina di lunedì 18 aprile 2005, a quasi un mese, a S.Pietro, gli
fa onore. Perché lui (papabile) tenne un discorso che, pur non essendo
uno sprovveduto, non era il discorso del politicante che vuole accaparrarsi
i voti: sapeva che da quel giorno si sarebbe fatto molti nemici. Però
disse quello che pensava. Quindi noi abbiamo salutato con gioia e con speranza
l’elezione del Cardinale Ratzinger; una contentezza critica, certamente.
Questa criticità deriva dal timore dei condizionamenti. Due tipi: esterni
ed interni. Condizionamenti esterni: tanti che non lo potevano vedere, una volta
apparso chiaro che era lui il nuovo Papa, gli sono diventati amici (e sono i
più pericolosi), e condizionare l’eletto con una sorta di solidarietà
nazionale (per cui “deve far contenti tutti”). Ora, i capitolati,
ovvero gli impegni che il Papa si assume davanti ai cardinali elettori, sono
stati aboliti. Però non mi stupirebbe che a livello informale o in altra
maniera, non ci siano state cose del genere. Ovvero “io ti voto, a questa
condizione”. Non so quante cambiali eventualmente il Santo Padre Benedetto
XVI abbia dovuto pagare. Naturalmente non dubito che queste siano stati compatibili
con la normativa vigente, però ci sono anche delle maniere informali
per non assumere impegni ufficiali. Il rischio di condizionamenti esterni, insomma,
esiste.
Condizionamenti interni, ovvero derivanti dalla sua propria formazione. Purtroppo
il pontefice regnante non ha avuto una buona formazione filosofico-teologica.
Non ha basato la sua educazione sul tomismo, ma sulle filosofie moderne, non
sul sole lineare del tomismo, ma sulle nebbie delle filosofie nordiche. Lui
era teologo perito progressista al Concilio Vaticano II. Sicuramente è
cambiato molto, e questo gli fa onore, alla sua onestà intellettuale
e al suo coraggio, e al suo amore per la Chiesa. Però io ho l’impressione
che questo cambiamento sia stato parziale. Non è cioè andato alle
radici filosofiche, che ancora sono rimaste le stesse. Per cui, la Chiesa ha
molto insistito che, davanti alla confusione dei tempi moderni, bisognava tenersi
attaccati al tomismo. Pensiamo a Leone XIII, Pio XII,…
Papa Benedetto XVI ha dichiarato che intende applicare il Concilio Vaticano
II alla luce della tradizione, in una linea di continuità col magistero
precedente. Bene, nel magistero precedente c’è anche l’imprescindibilità
della base formativa filosofica e teologica tomista. Al riguardo il pontefice
regnante ha grosse lacune, non dico per sua colpa.
Io penso che farà bene in liturgia e nel governo della Chiesa; sono più
preoccupato nell’ambito filosofico-teologico, dove spero che le sue personali
lacune non si ripercuotano sulle sue decisioni. Però è anche vero
una cosa: le Grazie di Stato. Un Papa ha le Grazie per essere un buon Papa.
Quindi è possibile che le Grazie che il papato gli attira lo aiutino
a completare l’evoluzione. E’ cambiato tanto, restano alcune zone
deficitarie, potrebbe completarle con l’aiuto delle Grazie.
Sono contento, su alcune cose,a dispetto dell’immaginario collettivo in
ambito filosofico-teologico è rimasto il teologo progressista, speriamo
che le Grazie di Stato lo completino.
6) Ci confermi che secondo alcune voci soprattutto provenienti
dall’ambito israelita, Papa Wojtyla sarebbe stato ebreo, o comunque avrebbe
avuto stretti legami con gli ebrei?
Non intendo avventurarmi in questo ambito; confermo che per capire tante cose
ci vorrà pazienza, sarà il tempo a dirle, e comunque egli è
morto; ora c’è un altro successore di Pietro, lasciamo al tempo
e agli storici gli aspetti che non abbiamo necessità di vedere noi ora.
7) La vita di Suor Lucia de Jesus: clausura come scelta
o prigionia di comodo?
Ora, che una suora di clausura – e tale lei è diventata per scelta
– faccia vita da suora di clausura è tautologico. Vicino al mio
paese c’è una comunità di suore di clausura; se io desidero
parlare con una di queste suore, vado nell’orario di ricevimento e, tramite
la grata, ci posso parlare. Con Suor Lucia così accadde fino al 1960,
in cui faceva sicuramente vita da suora di clausura, ma tramite la grata del
parlatorio poteva parlare con l'esterno. Dopo il 1960 una cappa di piombo viene
posta su di lei: riceve il divieto – mentre parte il Concilio Vaticano
II – il divieto di parlare dell’oggetto delle apparizioni, anche
per lettera, e può ricevere visite solo dai suoi familiari o da persone
del Vaticano. Un regime non solo di clausura, ma che va oltre. Troppo.
E’ anche vero, ci sono alcuni aspetti che possono diminuire questa stranezza,
però non possono annullarla. E’ vero che chiaramente una persona
così al centro dell’attenzione mondiale in astratto potrebbe essere
preservata “con qualche misura aggiuntiva per tutelare il personaggio”.
Però, come è possibile questo stacco tra prima e dopo il 1960?
Non è che lì ha avuto un crollo fisico. Gli ultimi anni stava
meno bene ma fino ad un certo punto. Questo può essere uno dei fattori,
ma non è sufficiente per spiegare molto. Per cui, ecco, si è trattato
proprio di metterla come l'immagine sulla copertina del mio libro [la madonna
con le sbarre n.d.c.]. E il Diavolo perciò in libertà.
8) Padre Gruner ha avuto la possibilità di incontrare Suor Lucia?
Non potè, ci andò ma non ce lo fecero parlare. Ci voleva l’autorizzazione
del Vaticano per parlare con Suor Lucia, e chiaramente non veniva concessa ad
uno "non allineato". Padre Gruner ha provato a vedere la suora ma
non l’hanno fatto passare. L’hanno picchiato nella sagrestia del
santuario di Fatima. Ha subito una vera e propria aggressione fisica.
Certi vaticanisti hanno detto: “Suor Lucia ha confermato la versione del
Vaticano”. Non potendo la suora parlare, è come dire che l’imputato
dice che la vittima gli ha detto di dire che lui è innocente. In quale
tribunale si accetterebbe una cosa del genere?
Non ha caso Don Luigi Bianchi, parroco di Como, che ebbe qualche colloquio con
la religiosa, gli aveva sottoposto una sua linea (ma dopo non ce lo hanno fatto
andare quasi più), perché lui era amico intimo del nipote della
suora, quindi passava per un mezzo parente.
Allora Don Bianchi parla alla suora e dice:
”...Sto scrivendo, sorella, un libro in cui dico che il Terzo Segreto
parla di grandi sconvolgimenti nel mondo ma anche della grande crisi dottrinale
che attraversa la Chiesa. In maniera generica, però più o meno,
i termini di fondo sono questi...Sorella, so che lei per ordine del Vaticano
non può parlare. Non le chiedo di violare l’ordine, ma mi dia un
segno, ché se sono del tutto fuori strada non scrivo il libro...”
E, racconta Don Bianchi, lei non aprì bocca, si fece nera in volto e
fece un cenno di sì con la testa. Parlare non poteva parlare, ma un cenno
lo poteva fare, quindi, una persona che è ridotta a dover confermare
con un gesto, non è in condizioni di essere una testimonianza libera.
Poteva scrivere ma non sull’oggetto delle apparizioni.
In qualunque processo, quando si ha un testimone sottoposto a forzatura la cui
testimonianza viene deviata in maniera evidente, non viene accettato. E’
chiaro.
In questo regime di liberalità, è stato liberalizzato tutto e
il contrario di tutto, qua invece una restrizione. E’ controtendenza.
E’ vero perciò che sono cose delicate, poteva andare bene cinquanta
anni fa, ma adesso tutto è cambiato.
Lo stesso Padre Gruner è perseguitato perché, dicono, mette in
agitazione il popolo.
Tutti possono parlare, dire quello che vogliono, tranne Gruner e Suor Lucia.
C’è qualcosa di scomodo.
9) La "Crociata" di Solideo Paolini
E’ quello di essere il più possibile, io, quello che faccio i collaboratori,
gli amici del nostro apostolato, che è l’associazione internazionale
The Fatima Crusader, rivista internazionale diretta da Padre Gruner,
essere il più possibile strumenti della Madonna per diffondere il più
possibile l’accoglienza del suo messaggio di Fatima; perché c’è
come questa situazione, è un paradosso ma è così. E’
come una persona che ha miliardi sul conto corrente, però drogato, distolto
da tante cose, da qualcuno che gli sta dietro, muore di fame. E’ una situazione
atroce. Dici “Ma non sai cos’hai in banca? Perché vivi così
male quando puoi vivere così bene?”
La Madonna a Fatima ha provato tesori di grazie, di benedizioni, spirituali
ma anche temporali enormi. Certamente il Demonio invita a seguire altre vie;
ecco, la nostra crociata, quella di cui profusamente ringrazio la Madonna perché
mi concede l’onore di prendere parte come umilissimo servitore a questa
crociata: che questo scrigno che ci ha portato non resti pieno, ma venga diffuso
il più possibile nel mondo.
10) Le prospettive della Chiesa
La cristianità ha perduto la sua identità
forte, perché siamo passati da un cattolicesimo dell’identità
al cattolicesimo della solidarietà: solidarietà con i nemici della
Chiesa; quindi il mondo cattolico ha perduto la sua identità, si è
aperto all’identità dei suoi nemici e così facendo non ha
nemmeno le chiavi per capire i pericoli. Può vedere qualche cosa ma per
prima cosa bisogna riformare l’identità cattolica.
Bisogna riformare la cristianità, perché io non posso andare a
fare la guerra se prima non ho formato buoni soldati. Abbiamo una situazione
piuttosto disastrosa dentro. La cosa più importante è riedificare
la cristianità.
11) Il Miracolo del Sole a Fatima
Avvenne il 13 Ottobre 1917, come il capitolo del libro dell’Apocalisse
in cui si parla della venuta dell’Anticristo. Identificato con due bestie,
non una, la bestia che viene dal mare e quella che sorge dalla terra. I quali
sono entrambi gli emissari di Satana. Sono i due suoi esecutori.
Quindi sono i tempi dell’Anticristo di cui si parla nel Terzo Segreto,
ed è atroce quando si va ad identificare le due bestie, perché
la prima bestia tanto tanto, ma se uno va ad identificare la seconda bestia,
fa accapponare la pelle, lo trovate nel libro. Della seconda non lo dico in
maniera esplicita ma penso che si capisca molto bene; della prima invece dico
in maniera esplicita.
Della seconda neppure nel libro – perché è atroce –
lo dico in maniera esplicita ma si capisce bene. E la seconda è terribile,
e si capisce perché Papa Giovanni XXIII sia a suo tempo svenuto.
Il miracolo del Sole avvenne il 13 Ottobre 1917, dopo l’ultima delle sei
apparizioni (poi ce ne furono altre, ma quello fu il ciclo principale). Questo
miracolo è stato il suggello divino a Fatima. Successe che il Sole "danzò"
- secondo l’espressione dei presenti - davanti a una folla di 60-70 mila
persone, tra cui giornalisti anticlericali che erano andati lì per rivelare
il presunto inganno; il Sole fece tutta una serie di movimenti in cielo, piroette,
e lo videro anche nei paesi vicini. Si poteva guardare senza rimanerne abbagliati;
era piovuto, però tutti si erano asciugati all’istante; potevano
guardare il sole senza scottarsi; prendeva tutti colori strani e si muoveva
a zig-zag dando l’idea di precipitare sulla folla, e poi si rialzava,
e inondava con la sua luce i presenti. Poi è tornato al suo posto.
E’ durato qualche minuto.
Almeyda era il direttore del giornale O Seculo, massonico, anticlericale,
che era andato lì per smascherare il presunto inganno.
Il giorno dopo scrisse un articolo dal titolo: “Cose sbalorditive! Come
il Sole ha danzato a Fatima!”. Subito gli altri anticlericali lo attaccarono:
“traditore! Sei passato dall’altra parte!”. E lui scrisse
un altro articolo dicendo: “Io ho visto! Io ho visto!”
E questo fenomeno è stato visto da sessanta-settantamila persone, tra
cui gente che stava “dall’altra parte”; c’erano anche
componenti della Chiesa. Questo miracolo ha aiutato il Vaticano ad accogliere
Fatima. Quindi, è un miracolo accreditato al Cielo.
Noi abbiamo uomini di chiesa che hanno detto: “Non è obbligatorio
credere a Fatima”. Precisiamo: non è obbligatorio ai fini di essere
cattolici, perché non è un dogma di fede.
Però non ci si può fermare così, perché altrimenti
si favorisce l’equivoco: non sono tenuto a crederci come verità
di fede, ma sono tenuto a crederci in quanto fatto confermato da prove valide.
Essendo cosa evidente, sicura, fondata su cose sicure, se uno dice: “non
sono tenuto a crederci”, o sei in malafede o sei matto.
Io non sono tenuto a crederci come verità di fede, ma come ogni cosa
che si basa su prove valide. |
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11/03/2016 16:42:05 |
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