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Sanificazione digitale II

Virus e Finanza #6

Mentre la rivoluzione digitale è un fenomeno globale, il ritmo di adattamento e le reazioni dei governi alla stesso non procedono necessariamente in sincrono. E’ accaduto per l’adozione della tecnologia Smart, è accaduto per l’industria 4.0 e accadrà sia per l’Intelligenza Artificiale che per l’implementazione del 5G, una tecnologia che fino allo scoppio della “pandemia” era visto come catastrofica, mortale e da combattere per vari motivi, soprattutto politici. Basti infatti ricordare come un ex dirigente di spicco di Google e oggi impiegato alla difesa USA abbia rivelato che la guerra che gli USA hanno giurato contro il gigante tecnologico cinese Huawei non è tanto basato sulle accuse di spionaggio tecnologico da parte del governo cinese (che utilizzerebbe gli apparecchi e il network Huawei per raccogliere informazioni sensibili sui paesi dell’Occidente), accuse che, fatte da quella che dovrebbe essere la nazione più potente del mondo, fanno quantomeno sorridere; ma, piuttosto, dal fatto che un’azienda cinese possieda una tecnologia superiore a quella americana, e le risorse per implementarla a livello globale senza il sostegno di Washington.

Sempre sul piano digitale la Cina ha anche stabilito un altro primato: l’adozione della valuta virtuale ormai in atto da qualche anno, sta di fatto minacciando il sistema bancario internazionale che si basa sulla centralizzazione delle banche e sul dollaro americano. Entrambi i fattori potrebbero saltare senza che i colossi finanziari occidentali possano impedirlo.

Adesso che la panfobia ha trovato il suo sfogo sul piano sanitario, il 5G e la finanza sembrano essere passati in secondo piano, ma non è così. Fa comodo a molti che sia così, perché il castello di carte su cui una ristretta cerchia di individui si è sistemata sta vacillando, incrinata da più parti che nemmeno i loro sforzi congiunti riusciranno a ripristinare.

In questo momento così delicato serve esclusivamente una cooperazione tra stati che possa bilanciare l’inarrestabile penetrazione della tecnologia con una progressiva e prioritaria educazione della popolazione alla comprensione e all’uso della stessa. Educazione e competizione che possano costruire un nuovo, solido piedistallo per le generazioni future che oggi subiscono, senza capire, i deliri di leader disorientati, incompetenti o completamente corrotti. Ma la conoscenza rende l’uomo consapevole e se si conosce non si ha paura. Senza la paura che paralizza, tutta la farsa e la scenografia create a tavolino cessano di avere importanza e semplicemente svaniscono, lasciando ad ogni individuo la responsabilità di ripartire in modo produttivo e positivo.

Anche senza il “Circo Corona” come lo ho definito in uno dei miei video, i segnali per un massiccio e totale
reset dell’economia globale era nell’aria sin dalla crisi del 2008, mascherata nell’ultimo decennio dal tentativo di automatizzare e digitalizzare prodotti e servizi il più possibile, ma dimenticando l’economia reale che in tutto questo processo non poteva sostenere una tale pressione finanziaria. Lo ha accennato l’economista Nouriel Roubani quando ha scritto che l’improvviso shock della “pandemia” di Coronavirus ha accelerato un collasso economico che sarà più grave di quello del 2008 e della Grande Depressione degli anni ‘30.

Non basta che le banche centrali attuino una strategia di QE (
Quantitative Easing), cioè di incrementare il gettito monetario acquistando bond e altre security, così da abbassare il costo della moneta, l’esatta dinamica di ogni prodotto immesso sul mercato. Non basta perché il COVID ha terrorizzato anche i mercati, ingolfando molte industrie e bloccando investimenti di capitale che ha portato danni sia in liquidità che in solvenza e, quindi, l’impatto sull’occupazione (e, logicamente, sui consumi) provocherà un collasso in tutti i paesi industrializzati.

Quello cui stiamo assistendo in questi mesi è una riconfigurazione completa dell’ordine economico globale (GEO – Global Economic Order) che potrebbe portare addirittura alla trasformazione della nostra attuale civiltà. Le novità di cui già si parla sono un reddito universale di base (UBI – Universal Basic Income) e l’aumento consistente di infrastrutture ad elevata produzione automatica. In altri termini, l’introduzione massiccia dell’Intelligenza Artificiale.

Come altre volte in passato, la combinazione tra crisi sanitaria ed economica provocherà una nuova era e un nuovo ordine globale in cui le società supereranno la dipendenza dal carbone fossile, utilizzeranno sempre più l’energia elettromagnetica, di cui avevo già parlato in un articolo del 2018, per attestarci su un nuovo “rinascimento digitale”.