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L'ULTIMO PAPA - PARTE III

E DOPO...

Il Jerusalem Post in data 31 Marzo 2005 rivela che uno dei principali candidati al Pontificato post-Wojtyla, e cioè il Cardinale di Vienna Joseph Schoenborn, ha mandato un chiaro messaggio in favore della comunità ebraica in Terra Santa, rifiutando l'affermazione che vuole il supporto della Cristianità occidentale allo Stato di Israele conseguenza del sentimento di colpevolezza risalente all'Olocausto.
Il Cardinale ha detto che tutti i cristiani dovrebbero affermare il Sionismo come un imperativo biblico per il popolo ebraico.
In risposta alla domanda che gli è stata posta 'Che cosa signifca per noi la Terra di Israele' Schoenborn ha risposto elencando l'importanza dottrinale dei Cristiani di non riconoscere soltanto la connessione degli Ebrei alla terra, ma assicurando anche che l'identificazione cristiana con la Bibbia ebraica non porti ad usurpare l'unicità degli ebrei.

"...Solo una volta nella storia umana Dio ha preso una terra come un'eredità e l'ha datta al suo Popolo Eletto..."

ha detto il Cardinale, aggiungendo che Papa Giovanni Paolo II aveva egli stesso dichiarato il comandamento biblico per gli ebrei di vivere in Israele come un patto immutabile che è rimasto tutt'oggi valido.
I Cristiani dovrebbero gioire del ritorno degli ebrei alla Terra Promessa come compimento della profezia biblica.
Un prete palestinese ha sfidato il cardinale su quel punto, chiedendo come egli poteva predicare alla sua congregazione palestinese che il governo del moderno stato ebraico non sia una 'catastrofe', come la chiamano loro, o il risultato di un senso di colpevolezza dei poteri d'Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Schoenborn ha risposto dicendo di essere lui stesso un rifugiato - alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando era un neonato, i genitori di Schoenborn fuggirono in Austria dalla Cecoslovacchia - e lui ha sempre sofferto al pensiero dell'ingiustizia non riconosciuta che migliaia di Cechi hanno patito. Comunque, ha proseguito il cardinale, entrambe le vicende, quella e l'attuale conflitto Arabo-Israeliano, sono questioni di legge internazionale, mentre invece la scelta del popolo ebraico e la loro eredità nella Terra Santa sono questioni di fede risalenti alla Bibbia stessa.

Schoenborn ha anche detto di sperare che il conflitto in Medio Oriente si possa risolvere in accordo con la legge internazionale, nel rispetto della giustizia per il popolo palestinese.

"...Siamo tutti desiderosi che si arrivi a quella soluzione...Comunque non sono un ingenuo. I conflitti sono parte dell'amore per la terra, e vi sono sempre stati...non è una soluzione semplice..."

Dalla riunione del Conclave dovrà uscire un nuovo Pontefice, ma che Papa sarà il prossimo? Molti indizi portano in una direzione di svolta radicale non soltanto dell'organizzazione e del sistema ecclesiastico della Santa Sede, ma di tutta la Chiesa Cattolica.
Papa Giovanni Paolo II è stato il primo 'Papa globale', un comunicatore eccezionale che ha saputo utilizzare appieno le risorse che l'era tecnologica offriva. I suoi studi filosofici e attoriali lo hanno probabilmente aiutato a comprendere l'importanza di una comunicazione che potesse essere ascoltata in tutto il mondo nel più breve tempo possibile. Ogni sua apparizione in pubblico è stata un avvenimento, le sue parole sono rimbalzate di agenzia in agenzia in tutti gli stati del pianeta, e hanno sempre avuto un peso considerevole in tutte le decisioni dei più grandi Capi di Stato.
La globalizzazione ha investito anche la Chiesa, che contrariamente alla sua tradizionale rigidità conservatrice, è mutata e si è trasformata. Di questo grande merito va a Giovanni Paolo II. Ora, non sembra assolutamente probabile che vi possa essere un nuovo Papa che segua passo passo le orme del suo predecessore, in primo luogo perchè non potrebbe mai eguagliare l'immagine che Wojtyla ha saputo creare attorno al suo simbolo. L'attenzione pubblica nei suoi confronti è stata così massiccia, così unitaria che non potrà mai essere sostituita.
In secondo luogo perchè Giovanni Paolo II, nel suo lungo pontificato, ha dovuto pagare un prezzo molto alto per i suoi interventi nel mondo. Se si scorre la cronaca della sua vita (vedi DELLA VITA), si vede come egli abbia patito fin da giovane un dolore fisico, e forse non tutto frutto della casualità.

Ma quali possono essere le conseguenze della morte di Giovanni Paolo II sono oggetto del simbolismo di antiche profezie:

Le profezie di Merlino, diffuse per la prima volta a Venezia verso il 1280, dicono nel presagio 164:

"...Quando la Santa Madre del Signore comparirà in più parti e quando Pietro avrà due nomi, sarà tempo di prepararsi perché l'ora sesta sarà vicina..."

Quando vi saranno molte apparizioni della Madonna e ci sarà un papa con due nomi (Giovanni Paolo II) si avvicinerà l'ora delle tenebre, dello smarrimento e della morte; il riferimento è all'ora sesta di Gesù quando avvenne la sua morte in croce.
E il presagio 230:

"...Nei tempi finali tutto il mondo sarà una grande Babilonia. E sarà l'ultima Babilonia, perché il vizio, la corruzione, l'inganno e la mancanza d'amore finiranno per distruggere l'uomo..."

Babilonia è il simbolo del decadimento morale, dell'imbarbarimento dell'uomo, ormai preso nella spirale degli interessi materiali e staccato completamente dalle leggi della natura. Babilonia è anche il nome della prima operazione militare di Bush contro l'Iraq.
Nel presagio 308 si legge:

"...Da Roma partirà una scomunica, mentre la guerra sarà cruenta in Gerusalemme. Dopo la festa ci sarà il saccheggio. Pietro e Paolo saranno allontanati da Roma e molti saranno condannati all'esilio..."

Molti vaticini parlano del martirio che chiuderà la chiesa di Roma:

"...Alla fine, la comunità cristiana non sarà più numerosa di quella che era all'inizio. E anche gli ultimi cristiani scenderanno nelle catacombe, perché saranno perseguitati come all'inizio...

Si dice spesso che la Chiesa Cristiana comincerà con un Pietro e chiuderà con un Pietro, ambedue martirizzati. Il fatto che l’ultimo successore di Pietro dovrà abbandonare la sede romana è un motivo comune a molti profeti.
Nei messaggi ermetici del Padre Questuante (sec. XVII) si dice:

"...La Chiesa ritornerà a Nazareth e la chiesa di Roma ritornerà all'Impero..."