|
|
NIBIRU - Documenti Antichi II |
|
|
Diego Antolini |
|
DONA IL 5x1000, AIUTA LA RICERCA |
|
Nel folklore e nelle leggende dei Nativi Americani riguardanti la creazione del mondo vi sono riferimenti più o meno espliciti ad un "intervento" non naturale nella nascita dell'uomo, e coincidenze incredibili con gli studi di Sitchin:
"Ecco come tutto ebbe inizio. C'era soltanto acqua...giù nel fondo del mare viveva Kokomaht, il Creatore...ed era composto di due esseri, due gemelli..."
Dopo la divisione, il gemello cattivo Bakotahl rimane sotto le acque, mentre Kokomaht sale alla superficie. Nella dicotomia Kokomaht-Bakotahl non è impossibile individuare una somiglianza nel conflitto Marduk-Tiamat (dove, tra l'altro, la seconda veniva descritta come 'coperta d'acqua'). La leggenda prosegue:
"...Dopo un certo tempo Komashtam'ho [figlio di Kokomaht] fece cadere una grande pioggia, una di quelle che non smettono mai. Morhokuvek [uomo] si allarmò. 'Komashtam'ho, cosa stai facendo?' gridò 'Alcuni di quegli animali sono troppo selvaggi...e sono pericolosi. Inoltre, ce ne sono troppi. Così li sto uccidendo con questo diluvio'..." [Yuma]
Anche qui una singolare "coincidenza" con la mitologia sumera. Anche qui il figlio del Creatore vuole distruggere la sua creatura, come Enlil (uno dei figli di Anu) cercò di distruggere l'uomo, che pure aveva creato.
Vorrei anticipare la trattazione sugli studi di Zecharia Sitchin (che presenterò alla fine di questa sezione) per descrivere quello che per Sitchin rappresenta il riferimento all' "Aquila", sempre presente nei resoconti mesopotamici. Ricordo che l'Aquila è considerato un animale sacro per molti popoli, e per le tribù nordamericane per eccellenza. Ne "The twelveth planet" viene riportato l'episodio di Etana, tredicesimo sovrano di Kish, incaricato dagli dèi di portare "sicurezza e prosperità" agli uomini. Etana però non poteva avere un figlio maschio che assicurasse continuità alla dinastia. L'unica soluzione era la Pianta della Nascita, che però non era sulla Terra ma in cielo. Dopo un'appassionata preghiera Shamash ("comandante del porto spaziale degli dèi" nell'interpretazione di Sitchin) concesse ad Etana uno Shem ('pietra fiammeggiante')
"...ma invece di parlare di uno shem, gli disse che a portarlo in cielo sarebbe stata un'aquila... Arrivato alla montagna che gli aveva indicato Shamash, 'Etana vide la fossa' e, all'interno di essa...l'Aquila...al terzo tentativo l'Aquila si sollevò da terra senza difficoltà...E, dopo avergli insegnato come fare per reggersi, partì - e in un attimo erano in alto, e salivano sempre più..."
Sitchin si chiede allora: "Che cos'era...o chi era l'Aquila che condusse Etana nei cieli?" E fa un curioso riferimento al 1969, data del primo atterraggio dell'uomo sulla Luna:
"...Neil Armstrong...della navetta Apollo 11, comunicò alla base il felice esito del primo atterraggio dell'uomo sulla Luna con la frase: 'Houston, l'Aquila è atterrata!'. Aquila era il nome del modulo lunare che, staccatosi dalla navetta, portò sulla Luna i due astronauti... Quando il modulo lunare si separò...per cominciare il suo volo nell'orbita della Luna, gli astronauti dissero...'l'Aquila ha le ali!'...Nella missione Apollo 11 'Aquila' era anche il simbolo degli astronauti stessi, che ne portavano l'emblema cucito sulle tute. Proprio come nel racconto di Etana, dunque, anch'essi erano Aquile che potevano volare, parlare e comunicare..."
Come interpretare allora il seguito della leggenda della Creazione degli Yuma?
"...'Ascoltate attentamente' disse loro [agli uomini] 'non posso stare con voi per sempre. Ora sono uno solo, ma presto diverrò quattro. Mi trasformerò in quattro aquile: l'aquila nera dell'Ovest, l'aquila marrone del Sud, l'aquila bianca dell'Est e la quarta aquila, il cui nome è 'non vista', perchè nessun uomo è mai riuscita a vederla, neppure di sfuggita'. Quando Komashtam'ho si fu mutato in quattro aquile, non abitò più tra gli Yuma sotto le sembianze di uomo. Tuttavia continuò a vigilare su di essi...per mezzo dei sogni... Ogni cosa che è buona viene da Kokomaht, ed ogni cosa malvagia viene da Bakotahl..." [Yuma]
Sembra sufficientemente chiaro che i Nativi americani, così come i popoli mesopotamici, furono 'visitati' e 'istruiti' da dèi, esseri più evoluti in grado di guidarli e di farsi adorare. Con l'arrivo delle 'Aquile' il figlio del Creatore "non abitò più tra gli Yuma", ma essi continuarono ad avvertire la sua presenza. Come? "per mezzo dei sogni", cioè per mezzo, forse, di messaggi telepatici. Trovo interessante la descrizione delle quattro aquile fatta da Komashtam'ho; ognuna di esse di colore diverso, proveniente da diverse direzioni; quattro materiali diversi? E la quarta, la 'non vista', perchè dotata di una tecnologia superiore alle altre, invisibile o immensamente veloce? E' chiaro che stiamo parlando di astronavi, navicelle spaziali, con le quali, sembra, gli dei si spostavano. Il fatto che le 'quattro aquile' provenissero dai quattro punti cardinali potrebbe far supporre che al tempo della leggenda l'intero globo era occupato da questi 'dèi'.
|
|
![NIBIRU--Documenti-Antichi-II]() |
![NIBIRU--Documenti-Antichi-II]() |
|
Proseguendo con le leggende sulla Creazione, troviamo ancora il
riferimento ad un mondo primigenio coperto interamente d'acqua (così
come secondo Sitchin doveva apparire anche ai primi visitatori
interplanetari):
"All'inizio la terra era coperta d'acqua, e
tutte le cose viventi erano in un mondo sotterraneo...e poichè l'acqua
ricopriva tutta la terra, arrivarono quattro uragani a spingere via le
acque..." [Apache Jicarilla]
"...Nessuno sa da dove venne l'acqua...ma esisteva... [Uomo Coyote] prese su un pugno di fango, e da quello fece la gente...Come fece...nessuno lo può nemmeno immaginare... Il
vecchio Uomo Coyote gironzolò sulla terra...d'un tratto incontrò
Cirape, il coyote. 'Diamine...che meravigliosa sorpresa! Da dove
arrivi?' '...non lo so...io esisto'..." [Crow]
"...Quando il
mondo era stato appena creato, Unktehi, il mostro dell'acqua, combattè
la gente e causò una grande inondazione. Forse il Grande Spirito, Wakan
Tonka...lasciò che Unktehi ci annientasse perchè voleva creare una
specie migliore di esseri umani... Unktehi fu mutata in pietra. Forse Tunkashila, il Grande Padre Spirito, la punì per aver fatto venire il diluvio... Quando...tutta
la gente fu uccisa, una bella fanciulla sopravvisse. Accadde in questo
modo: quando l'acqua spazzò via la collina dove la gente aveva cercato
rifugio, una grossa aquila macchiata, Wamblee Galashka, si abbattè su di
lei e le permise di aggrapparsi alle sue zampe...Wamblee tenne con sè
quella bella fanciulla e ne fece sua moglie...e [lei] gli generò due
gemelli, un bimbo e una bimba... Come...le acque si abbassarono, Wamblee...li posò sulla terra...così noi discendiamo dall'aquila. [l'Aquila] è il messaggero del Grande Spirito..." [Sioux Brulè]
In
tutti e tre i passi si narra di un mondo interamente coperto d'acqua,
ma nel primo passo abbiamo un riferimento, a mio parere importantissimo,
ad un 'mondo sotterraneo' dove le creature viventi erano in grado di
prosperare. Forse Bulwer-Lytton, Renè Guenon, e altri, non erano
semplici sognatori, quando sostenevano tenacemente la 'teoria della
Terra Cava'... Ma questa è un'analisi che farò altrove. Dicevamo,
l'acqua copriva ogni cosa, poi 'quattro uragani' spinsero via le acque:
siamo di fronte a 'futuristici' aspiratori antidiluviani?
Nel
passo dei Crow si parla dell'uomo, creato dal fango; metafora
utilizzata in quasi tutte le leggende del globo (compresa quella
biblica) ma qui si assiste anche all'incontro tra il Creatore e la
creatura non creata da lui. Lo stesso Uomo Coyote si stupisce, e
ovviamente la creatura non è in grado di fornire alcuna spiegazione;
allora il Creatore non è uno, ma sono più, e, almeno secondo il
racconto, sconosciuti l'un l'altro. Nel terzo passo, tratto da una
leggenda dei Sioux Brulè, all'inizio c'è una somiglianza con la leggenda
Yuma del tentativo di distruggere l'uomo, che si può ancora una volta
ricollegare alla vicenda di Enlil narrata dai sumeri. Nella seconda
parte si assiste ad un vero e proprio 'salvataggio' aereo, guarda caso
compiuto da un' "Aquila" che, scelta una bella fanciulla, la portò con
sè e la mise incinta. Proprio come narrano le tavolette sumere, anche
qui gli dèi si accoppiano con "le figlie degli uomini". Sarebbe
assurdo continuare a pensare all'Aquila come il rapace che oggi porta
questo nome, quando se solo ci poniamo con la giusta mentalità, abbiamo
sotto gli occhi una vera e propria "cronaca descrittiva", e non
esclusivamente metaforica, dei primi giorni dell'umanità. "Così noi discendiamo dall'aquila...messaggero del Grande Spirito" Senza cercare troppi significati metafisici a questa semplice frase, riflettiamo sul suo significato più diretto.
I passi seguenti riguardano propriamente l'uomo prima, durante e dopo la sua creazione:
"...Il Creatore...prima fece il mondo dell'est. Poi venne lentamente verso Occidente, creando... Talvolta
alla gente piaceva fare quello che era proibito, e si arrampicava in
alto sugli alberi per apprendere da sola le parole ed entrare nel Mondo
celeste... Ad un certo punto gli uomini decisero di 'alzare il Cielo'
più in alto, e tutti insieme si unirono per spingere sempre più in
alto... Da allora nessuno vi ha più battuto la testa contro e nessuno
è stato più capace di arrampicarsi sino al Mondo Celeste..."
[Snohomish]
"...Al principio nacquero due esseri umani femmine.
C'era già la terra, ma nessuno sapeva da quanto tempo esisteva...Erano
nate in un posto sotterraneo chiamato Cipapu...Quando divennero adulte
uno spirito, Tsitctinako, parlò loro... Un giorno domandarono allo
spirito d'apparire...ma Tsitctinako replicò...che non gli era permesso
di incontrarle...fu detto loro che erano sottoterra e che dovevano
pazientare sino a quando non fosse pronta ogni cosa per la loro salita
alla luce... 'Quando arrivate in cima, attendete che il Sole si alzi.
Quella è la direzione chiamata...est. Pregate...ringraziatelo per
avervi portato alla luce'...Più tardi domandarono dove fosse il loro
padre, e Tsitctinako disse:' Tyunami, quattro cieli in su'..." [Acoma]
Nel
primo passo, alla prima riga, troviamo una descrizione dei primi luoghi
della creazione, cioè est, che per i Nativi sarebbe il continente
euroasiatico. Secondo Sitchin i primi atterraggi avvennero proprio nel
bacino del Tigri e dell'Eufrate, nel Vicino Oriente, cioè ad est. Il riferimento successivo agli alberi trova ancora una volta corrispondenza iconografica per i Sumeri. Sitchin rileva come
"...sono
state ritrovate numerose rappresentazioni di "Aquile"...poste vicino
all'Albero della Vita, a indicare che sono prorpio loro...a consentire
il legame con la dimora celeste dove si trovano il Pane della Vita e
l'Acqua della Vita. Anzi, in tali raffigurazioni...le Aquile tengono in
una mano il Frutto della Vita e nell'altra l'Acqua della Vita..."
|
![NIBIRU--Documenti-Antichi-II]() |
![NIBIRU--Documenti-Antichi-II]() |
Anche
nella leggenda degli Snohomish gli 'alberi' contenevano la conoscenza, e
permettevano di 'entrare nel Mondo Celeste' senza alcun aiuto (e
infatti questo era loro 'proibito'). Ad un certo punto, però, si è
verificato qualcosa che, per volontà degli stessi uomini, ha prodotto
una frattura tra i due 'mondi', allontanando quello celeste per sempre.
Forse una ribellione, dettata dalla paura? E' difficile dare una
spiegazione plausibile, naturalmente; certo è che le connessioni tra due
popoli così lontani e così diversi non può essere ignorata o, peggio,
bollata come la classica "coincidenza". Nella leggenda degli Acoma si
parla della nascita dell'uomo (nello specifico, due femmine) avvenuta
sottoterra. Abbiamo forse davanti una descrizione della creazione in
laboratori sotterranei? Non sarebbe del tutto illogico, considerando
come doveva apparire la 'superficie' terrestre agli albori, quasi
interamente sommersa d'acqua; e considerando che globalmente la Terra è
disseminata di grotte sotterranee naturali, che di certo i primi
visitatori potevano aver scoperto. Ancora oggi nel sottosuolo americano
esistono non meglio identificati laboratori che si spingono per decine e
decine di metri nella 'roccia' (ad esempio la fantomatica Area 51 nel
deserto del Nevada). Quanto sono antiche queste grotte? E se erano attrezzate già allora come laboratori, cosa nascondono oggi? Quando
infine lo 'spirito' Tsitctinako permette alle due femmine di salire
alla superficie, comanda loro (sempre senza mostrarsi, forse per via
telepatica) di ringraziare in direzione est, dove sorge il Sole. Ma
ringraziare cosa? Il Sole 'per avervi portato alla luce', oppure il
luogo da dove è partita la creazione, cioè un pianeta posto in direzione
est (Nibiru)? Considerando che le due donne erano già vive
sottoterra (dove il Sole non può arrivare) la risposta non può che
orientarsi verso l'ipotesi di un pianeta, "padre" indiretto, autore
della loro creazione. Infatti, allorchè le due femmine domandano a
Tsitctinako 'dove fosse il loro padre', egli non risponde 'il Sole', ma
fornisce delle coordinate precise: "quattro cieli in su". Se poi per
cieli intende pianeti (la posizione di Nibiru in quel momento?),
costellazioni, galassie o dimensioni, non sono in grado di formulare una
risposta, però è esplicito che per 'padre' lo 'spirito' non intendeva
di certo il Sole.
Infine, altre leggende sulla Creazione spostano
leggermente il punto di vista, e dimostrano come, in fondo, l'inizio
non è stato propriamente qui, sulla Terra, ma 'lassù':
"Agli
inizi l'acqua copriva ogni cosa. Benchè esistessero creature viventi, la
loro dimora era lassù, sopra l'arcobaleno, ed era affollata... C'è
ancora un altro mondo sotto quello nel quale viviamo. Lo puoi
raggiungere immergendoti in una sorgente...ma hai bisogno che gli
abitanti del mondo sotterraneo ti facciano da scorta e ti guidino. Il mondo che sta sotto la nostra terra è esattamente simile al nostro..." [Cherokee]
"Prima
che questo mondo fosse formato c'era un altro mondo che aveva il cielo
fatto di pietre arenarie. Due dèi, Tuono e Nagaicho...erano pronti a
creare la gente...ma le creazioni degli dèi non durarono...venne il
diluvio e allora il dragone della terra...venne giù dal nord...il dio
Nagaicho cavalcò sulla sua testa... Quando arrivò nel mezzo del Mondo, all'est...una grande isola fu creata presso la costa..." [tribù della costa californiana]
"Molto
lontano sopra la terra, viveva in cielo una parte degli Osage. Volevano
sapere da dove erano venuti, e così andarono dal Sole... [poi]
arrivarono alla Luna...Disse [loro] che dovevano lasciare il cielo ed
andar giù a vivere sulla terra. Obbedirono, ma trovarono la terra
coperta d'acqua. Poichè non potevano ritornare alla loro dimora nel
cielo, piansero... Essi fluttuavano all'intorno nell'aria, cercando...un qualche dio...ma non ne trovarono nessuno..." [Osage]
Nel
passo tratto dalla leggenda Cherokee si parla dell'esistenza di esseri
viventi in una 'dimora...sopra l'arcobaleno', cioè al di fuori del suolo
terrestre, e sull'accenno all' 'affollamento' si potrebbe individuare
uno dei possibili motivi della decisione di 'colonizzare' un nuovo
pianeta, che potesse risolvere i problemi di densità del pianeta
d'origine. Contemporaneamente la medesima leggenda parla di un 'mondo
sotterraneo', raggiungibile solo se 'guidati' dai suoi abitanti (anche
la leggenda dei Jicarilla accenna alla stessa cosa). I 'visitatori
celesti' conoscevano, a mio parere, l'esistenza di quel mondo, ma per
qualche ragione decisero (o furono costretti) di aspettare che le acque
in superficie si ritirassero parzialmente (forse cercarono anche di
"bonificare" con la loro tecnologia alcuni tratti costieri) per poter
installare le prime 'colonie'. La leggenda delle tribù californiane
parla di due creatori antidiluviani, che furono costretti a ritirarsi a
causa di una immensa catastrofe, tale da distruggere 'le creazioni degli
dèi', ma che poi, 'nel mezzo del Mondo, all'est' riuscirono a 'creare
una superficie solida dove insediarsi. Il riferimentoi all'est come il
centro del mondo sembra coincidere con quanto riportato da Sitchin,
secondo cui il primo atteraggio dei Nefilim, e la prima colonia, furono
nel Vicino Oriente, ad est, appunto. Gli Osage raccontano di
discendere in linea diretta da uomini come loro, che però vivevano 'in
cielo'. A questi uomini fu ordinato di scendere sulla Terra, ma la
trovarono sommersa dalle acque. 'Poichè non sapevano riornare alla loro
dimora nel cielo' potrebbe stare a significare che essi possedevano le
coordinate per giungere sulla Terra, ma non per tornare al loro pianeta;
o forse il loro era un esilio; o ancora, l'orbita del pianeta si era
allontanata troppo. Essi continuarono a volare al di sopra delle acque
con le loro astronavi 'cercando...un qualche dio', cercando cioè i loro
creatori, sperando che alcuni di essi fossero giunti sulla Terra come
loro. Questo passo degli Osage propone un nuovo punto di vista
nell'ottica della creazione. Sembrerebbe, che oltre ad aver creato
l'uomo sotto e sulla superficie terrestre, analoghi esperimenti furono
praticati con successo anche sul pianeta d'origine degli 'dei', e per un
certo tempo creatori e creature convivessero anche sul pianeta madre.
In seguito, forse per problemi di densità, furono mandati sulla Terra
prima gli esseri umani creati, che poi vennero raggiunti dai loro
creatori. Si stabilisce così quella medesima gerarchia che, negli studi
di Sitchin, comprende gli Anunnaki, gli "dei comuni", e i Nefilim, i
creatori. E poi, l'uomo terrestre, cioè creato-nato sulla Terra.
"...Agli inizi del mondo v'era solo acqua. Whee-me-me-aw-ah, il grande capo lassù, viveva su nel cielo tutto solo.
Quando decise di fare il mondo, venne giù in luoghi dove l'acqua era poco profonda..." [Yakima]
- FINE PARTE SECONDA -
|
![NIBIRU--Documenti-Antichi-II]() |
|
|
|
15/05/2018 07:46:04 |
|
|