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Il Grande Segreto dei Templari |
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Diego Antolini |
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I CAVALIERI DEL TEMPIO
[Dalle Cronache dell'Arcadia]: “Anno del Signore 1111. Le strade di Gerusalemme sono deserte, la polvere copre gran parte delle mura bianche della città come un velo sottile, non riesce a nascondere le numerose chiazze rossastre incrostate nella pietra. Enormi crepe si diramano come serpenti lungo i blocchi che compongono la cinta muraria. Nel silenzio più assoluto, solo il vento osa disturbare l'immobile staticità della scena, facendo sventolare i vessilli crociati posti sulle terrazze di alabastro dei palazzi più alti.Sulla piazza principale, un mendicante scivola furtivo in un vicolo laterale, mentre due donne presso il pozzo alzano il capo e si precipitano in casa, abbandonando sul terreno le brocche colme d'acqua... Passi regolari, sicuri, solenni. Nove cavalieri sfilano lungo la via principale della Città Santa, diretti al Palazzo Reale. Nessuna guardia ha osato fermarli alla Porta Orientale. Nessun soldato si è avvicinato per interrogarli. Le else delle spade riflettono la luce del sole e si specchiano sugli elmi di ferro tenuti sotto braccio. Il Palazzo Reale giganteggia davanti a loro; il pesante portone di quercia e bronzo si apre senza un suono, ma l'eco degli stivalli di cuoio sul pavimento a scacchi sembra annunciare l'imminente apocalisse. Re Baldovino II, sovrano di Gerusalemme, siede stancamente sul trono, al centro di un ampio salone quadrato, dove grandi pilastri sorreggono un ampio soffitto a cupola. I nove cavalieri si dispongono lentamente in semicerchio davanti al Re, che li osserva come ipnotizzato dall'aura che sembra avvolgere gli stranieri. Poi, uno di essi si fa avanti, fissa i suoi occhi scuri in quelli del sovrano, sfila la spada dalla custodia. In quell'istante Gerusalemme trema. Ma il cavaliere non è giunto dall'Occidente per uccidere. Egli si inginocchia e depone la sua spada ai piedi del Re...”
Così possiamo immaginare l'arrivo di Hugues de Payen e dei
suoi cavalieri a Gerusalemme. La loro missione iniziale, quella di proteggere i
pellegrini Cristiani in visita verso la Terra Santa, trasformò i “Poveri
Cavalieri di Cristo” - i nove cavalieri – in un ordine di monaci-guerrieri che
andava rafforzandosi di anno in anno.
Quando i loro alloggi vennero trasferiti sulla spianata del Tempio di
Gerusalemme, tra la Moschea della Roccia e la Moschea di Al-Aqsa, i Cavalieri
di Cristo divennero “Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo e del Tempio di Gerusalemme”,
poi conosciuti semplicemente come Cavalieri Templari.
La loro fama di invincibili guerrieri attraversò l'Asia
Minore e raggiunse l'Europa. In Francia, l'Ordine venne riconosciuto
ufficialmente e da quel momento le ricchezze da loro accumulate diventano
incalcolabili. Potere, terre, eserciti, i Cavalieri Templari sfidavano da soli
i più potenti regni dell'Europa medievale.
L'Ordine perseguiva tuttavia anche un'altra missione,
esoterica, occulta, legata principalmente al Tempio di Salomone. Nei suoi
sotterranei, infatti, i nove cavalieri avrebbero rinvenuto documenti
antichissimi risalenti addirittura a Mosè. Tali documenti sarebbero stati
trasferiti in Europa e starebbero alla base delle costruzioni di templi e
cattedrali.
Su una tavoletta di rame i cavalieri avrebbero inoltre
trovato le indicazioni per raggiungere i tesori nascosti in varie parti del
mondo al tempo della guerra tra Ebrei e Romani.
Il percorso seguito dai Templari, la loro improvvisa ascesa
e la persecuzione feroce che il Papa e il Re di Francia scatenarono contro di
essi, rimangono sospese tra l'enigma storico e la leggenda.
La storia dei Templari non è solo la storia degli ultimi
Crociati, e nemmeno la vicenda di un ordine monastico deciso ad accumulare
terre e denaro. L'Ordine affonda le sue radici nell'essenza stessa della storia
dell'Uomo, nel Sepher Bereshit che Mosè compilò grazie alla conoscenza
esoterica appresa in Egitto.
I Templari rappresentano, con la loro stessa esistenza,
simboli primigeni come quelli che legano la Materia allo Spirito, e che
opportunamente combinati producono la risultante alchemica della Conoscenza, il
fine ultimo dei profeti e degli Illuminati.
Come per tutti i grandi enigmi, per comprendere i Templari è
necessario possedere una chiave, un codice, un particolare tipo di linguaggio
che sia in grado di svelare l'Arcano degli Arcani: la Chiave di Hiram, il
Segreto di Salomone o l'Aleph Cosmico?
Solo il simbolo può aiutarci in questa difficile ricerca del
simbolo, e del suo prodromo di base, l'archetipo.
Partendo dalla Croce Templare (primo simbolo dell'Ordine),
non possiamo non collegare i quattro lati della croce ai quattro elementi
primari dell'acqua, terra, aria, e fuoco, e della sua quint'essenza (centro)
allo spirito. Associare la croce alla vita attraverso uno dei simboli più
antichi dell'Uomo è entrare nella sostanza del mistero dei Templari. Riuscire a
penetrare l'essenza in un percorso retrogrado che rimuova tutti i veli che il
tempo e l'uomo hanno posto a protezione del Segreto dei Segreti.
IL SEGRETO DI RE SALOMONE
[Dalle
Cronache dell'Arcadia]:
“Il ministro del Re si allontanava con passo veloce,
ansioso com'era di tornare alle confortevoli e familiari camere del Palazzo. Le
mura del Tempio si stagliavano imperiose contro il cielo plumbeo, le sette
arcate frontali simili a enormi fauci pronte a chiudersi. La polvere del
deserto non si arrestava di fronte alle spesse mura di Gerusalemme, anzi, il
vento e la sabbia erano i più fedeli visitatori sul Monte Moriah. I nove uomini attesero di essere soli prima di spingere il
pesante portone del luogo sacro ed entrare. L'interno della moschea era fresco.
I cavalieri si tolsero la polvere dalla tunica bianca e, in silenzio, si
diressero verso il centro. La serie di colonne che sorreggevano la cupola
faceva pensare a un'armata di immortali posti a guardia del Grande Segreto. Colui che guidava il gruppo volse lo sguardo in alto, quasi
a voler abbracciare in un solo istante le intricate combinazioni di numeri e
figure geometriche che fluttuavano, invisibili, nell'aria. Poi concentrò la sua
attenzione sul pavimento colorato. Mosse un passo verso Est. Poi un altro. E un
altro. Tre, sette, tre. Si trovò a fissare una delle colonne del tempio. Il
cavaliere non esitò, poggiò la mano guantata sul simbolo che ben conosceva e il
suo sguardo impassibile si illuminò quando l'ingranaggio si mise in funzione...”
Hugues de Payen e i suoi otto compagni non giunsero a
Gerusalemme per caso né, tantomeno, si presentarono dinnanzi a Re Baldovino II
quali ingenui e devoti seguaci del Santo Sepolcro. Essi avevano una missione
precisa, affidata loro dall'Ordine di Sion (in seguito conosciuto come Priorato
di Sion), un ordine segreto antichissimo e considerato da molti come la “mente”
dei Templari.
Si trattava di una missione di importanza capitale,
destinata a cambiare le sorti del mondo attraverso l'acquisizione di un potere
immenso. La ricerca del Segreto dei Segreti era tramandata di generazione in
generazione da parte dei seguaci di scuole misteriche e di avventurieri
solitari sin dai tempi di Re Salomone.
Il leggendario sovrano, che si dice fondò il Tempio di
Gerusalemme attorno alla Roccia Sacra (sulla quale Abramo, messo alla prova da
Dio, era stato sul punto di sacrificare i suoi figli Ismaele e Isacco) con
l'aiuto di angeli e demoni, invocando energie sconosciute a protezione perpetua
del Sancta Sanctorum. La stessa
Regina di Saba, maga dai grandi poteri, partì dalle sue terre lontane per
rendere omaggio a Salomone, considerato uno dei più grandi alchimisti del mondo
antico.
Il Priorato di Sion utilizzava i Templari già prima del loro
riconoscimento ufficiale, per l'esecuzione materiale di compiti amministrativi
e militari.
Quando i nove cavalieri entrarono in Gerusalemme e ottennero
gli alloggi nella Moschea di Al-Aqsa, sapevano già cosa cercare, e dove.
Il fatto stesso della loro incredibile ascesa dimostra il
successo dell'impresa: penetrando nei sotterranei della moschea, trovarono
nella zona delle “Stalle di Salomone” la rete di cunicoli del Tempio
originario, antico di millenni. Lì raccolsero delle pergamene e altri
documenti. Tra di essi, secondo quanto affermato nei controversi Rotoli di
Qumran, ve ne sarebbe stato uno eccezionale, il Rotolo di Rame inciso circa
trent'anni dopo la morte di Cristo, contenente le indicazioni di sessantuno
luoghi dove, al tempo della guerra tra Ebrei e Romani, sarebbero stati nascosti
altrettanti tesori.
Il contenuto delle altre pergamene doveva riguardare
elementi di geometria sacra, l'utilizzo di nodi energetici della griglia
terrestre (le “ley lines”), la storia di civiltà scomparse e altri segreti che
non sarebbero mai dovuti essere rivelati al di fuori dell'Ordine.
L'immensa conoscenza che i Templari acquisirono in Medio
Oriente proveniva quasi esclusivamente dalla missione sotterranea dei nove
cavalieri, e le costruzioni gotiche in Europa, la cui posizione e struttura
geometrica è ancora oggi fonte di meraviglia, sono la prova del valore di quei
documenti antichi.
Nel 1867 ingegneri britannici esaminarono gli scavi compiuti
dai Templari a Gerusalemme e affermarono che l'Ordine doveva conoscere con
esattezza l'ubicazione del passaggio sotterraneo. Passaggio che non è mai stato
trovato anche perchè risulta praticamente impossibile individuare la posizione
esatta delle originarie fondamenta del Tempio di Salomone.
In Occidente i Templari hanno lasciato qua e là degli indizi
importanti. Nel Regno Unito, in Italia e in Francia vi sono iscrizioni,
sculture, dipinti, e costruzioni architettoniche che nascondono numerosi simboli.
Su una colonna della Cattedrale di Chartre, ad esempio, è scolpita la mitica
Arca dell'Alleanza mentre viene trasportata su un veicolo munito di ruote. Un
indizio sulla reale missione dei Templari? Un simbolo del potere immortale
dell'Ordine? Qual era, infine, il Segreto dei Segreti che avrebbe reso il suo
scopritore dominatore del Mondo?
I TEMPLARI E LA RICERCA DEL GRAAL
[Dalle
Cronache dell'Arcadia]:
“I quattro cavalieri
si passarono l'otre d'acqua per alleviare l'arsura che tormentava i loro corpi.
Il terreno arido rifletteva i raggi del sole e rendeva l'aria un prisma
incandescente. Le bianche tuniche crociate erano impastate di polvere e sudore;
i cavalli, legati poco lontano, nitrivano irrequieti. L'attesa presso le rovine
della città morta durava già da qualche giorno e la tensione era divenuta
insopportabile. Il vecchio era
l'unico del gruppo a rimanere calmo e lucido, le sue parole confortavano i
compagni più giovani e il suo sguardo severo troncava sul nascere ogni
protesta. D'un tratto il
vecchio guerriero si fece più attento. Con gli occhi fissi verso l'orizzonte,
sollevò lentamente una mano a schermarsi il volto. Erano apparse delle ombre al
margine del deserto, si stavano avvicinando. Parevano uscire dalla terra
stessa, confuse con i vapori dell'aria. Un miraggio,
sussurrò un Fratello. Il vecchio sorrise. Venivano da Ovest. Venivano dal mare. Giunti nei
pressi della città morta, otto stranieri si fermarono. Ognuno di loro indossava
una rozza tonaca di lino con un ampio cappuccio che ne occultava il volto. I
Templari uscirono allo scoperto, le mani strette attorno all'elsa delle spade.
Il vecchio parlò, chiedendo un segno. Uno degli
incappucciati scesce dal cammello e pronunciò la frase Non
Nobis, Domine, Non Nobis Sed Nomini Tuo da Gloriam. Il templare
abbracciò il fratello cataro, mentre i compagni di questo si tolsero i cappucci
rivelando il volto di sette donne. Senza altri
indugi i due gruppi si mossero in direzione delle montagne. A poche miglia di
distanza, all'interno di una lunga spaccatura rocciosa, si apriva l'ingresso di
una grande caverna. Senza una parola, il cataro tolse da una sacca un involto
di velluto rosso. Lo fissò a lungo, poi annuì, rivolto al vecchio templare. I
due monaci smontarono dalle cavalcature e fecero per entrare nella grotta,
quando una figura scura, ammantata di nere stoffe e armata di una lunga spada
ricurva, apparve sulla soglia. Un istante
dopo, i tre uomini erano scomparsi nelle viscere della montagna...”
L'Ordine Templare riuscì in pochi decenni ad accumulare
ingenti ricchezze e ad espandere la propria influenza su tutto il continente
Europeo.
I suoi Gran Maestri erano rispettati quali uomini
coraggiosi, saggi e illuminati. La loro conoscenza esoterica sui misteri della
natura era pari alla loro abilità con la spada e alla loro fede nella Regola.
Molti Templari erano semplici “Soldati di Cristo”, ma i vertici dell'Ordine
possedevano una conoscenza segreta tramandata probabilmente dal misterioso
Priorato di Sion, ordine misterico antichissimo che giocò un ruolo fondamentale
per l'ingresso di Hugues de Payen nel Tempio di Gerusalemme.
I rotoli riportati alla luce dopo oltre mille anni di oblio
vennero presumibilmente trasferiti in Francia, dove Bernardo di Chiaravalle
(appoggiato dal Priorato di Sion) stava già preparando il terreno per il
consolidamento dell'Ordine Templare in patria.
Lì, nei territori dei Catari, i preziosissimi documenti
sarebbero stati conservati e custoditi assieme ad altre reliquie della
Cristianità: su tutte, il mitico “Santo Graal”, la coppa che Cristo avrebbe
utilizzato nell'ultima cena e nella quale Giuseppe di Arimatea avrebbe raccolto
le ultime gocce di sangue del Figlio di Dio.
Secondo alcuni ricercatori (Baigent, Leigh, Lincoln) il
Santo Graal non sarebbe un oggetto materiale ma un concetto, quello del Sang
Real o della discendenza diretta di Gesù. Questi, secondo tale teoria, non
sarebbe infatti morto sulla croce ma sarebbe fuggito in Francia insieme a Maria
Maddalena e con essa avrebbe avuto diversi figli, i primi della dinastia reale
dei Merovingi.
Depositario del Grande Segreto (materiale o concettuale)
sarebbe stato il Priorato di Sion, mentre l'Ordine Templare venne creato per
custodire nel Tempio la verità sulla “morte” di Gesù Cristo.
In seguito, quando gli Arabi conquistarono Gerusalemme (23
Agosto 1244) i Templari superstiti dovettero fuggire verso Ovest, verso la
costa.
Secondo il Prof. Umberto Cardini, già alcuni anni prima
(1226) il Concilio dei Catari di Pieusse aveva autorizzato il prelevamento della
“Reliquia di Giuseppe”, che sarebbe dovuta partire per la Terra Santa e
lasciata in custodia ai Templari. Così, nei pressi di Acri, avvenne l'incontro
tra Catari e Templari i quali, aiutati dalla setta degli Hashashin
(Assassini) nascosero l'oggetto prezioso in una caverna protetta e affidarono
il segreto del meccanismo di apertura a sette donne, ciascuna delle quali
ricevette un medaglione.
La tesi che il Graal fosse già in possesso dei Catari è di
Otto Rahn, mentre il ritrovamento di tre lettere (databili 1245, 1256, e 1270)
ha portato il Prof. Cardini a teorizzare un collegamento tra Catari, Templari,
e Assassini. La verità sul Santo Graal rappresenta tutt'ora una sfida
affascinante per gli studiosi, e la sua interminabile ricerca simboleggia la ricerca
ultima verso la conoscenza.
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CODICI TEMPLARI A RENNES-LE-CHATEAU
[Dalle
Cronache dell'Arcadia]:
“La collina appoggiava i suoi dolci declivi sulla silenziosa campagna Francese. Il cielo rischiarava a Oriente, fugando a poco a poco il velo della notte dalle cime degli alberi. I Cavalieri stavano immobili a osservare l’orizzonte. I primi raggi di sole si posarono velocemente sul metallo delle armature e sul lino delle tuniche bianche, sulle barbe brune e sulle else ingioiellate delle spade. Le croci rosse sembrarono sanguinare alla luce del nuovo giorno, quando uno degli uomini si voltò e si avvicinò a una grande quercia, alla cui base giaceva una lastra di pietra aperta. A un cenno dell’uomo, un secondo Cavaliere si fece avanti, portando una scatola d’oro. La scatola fu deposta a terra, la lastra chiusa, e si cominciò a incidere nella pietra…”. Il mistero di Rennes-le-Chateu ruota intorno al parroco Padre
Berenger Sauniere, un personaggio controverso che nei primi racconti che lo
riguardavano (anni ’50) appariva come un uomo lascivio che “preferiva le donne
e il vino alla cura delle anime”.
Sembra che alla fine del XIX Sec. Sauniere, durante i lavori di restauro della
Chiesa di Maria Maddalena, avesse rinvenuto parte del tesoro che Blanche de
Castile aveva raccolto in nome della Corona di Francia per pagare il riscatto
di Saint Louis, prigioniero degli infedeli. I pezzi d’oro in eccedenza
sarebbero stati da lei nascosti al di sotto della chiesa.
Questo spiegherebbe sia l’ossessione con la quale Sauniere proseguì negli scavi
(abbandonando la restaurazione della chiesa temporaneamente) sia le immense
risorse economiche cui sembrò avere accesso quando riprese i lavori di
ristrutturazione. Oltre all’uomo, Rennes-le-Chateau sembra nascondere codici
esoterici di alto valore simbolico: dalla figura diabolica che sorregge l’acqua
santiera all’iscrizione quantomeno bizzarra (“Questo è un luogo Terribile”)
poste all’entrata della chiesa; dalle iscrizioni sulle lapidi al dipinto di
Poussin (“Et In Arcadia Ego” E.I.A.E.) a quelle fatte incidere dallo
stesso Sauniere sul Priorato di Sion; fino alle geometrie, allineamenti, e
angoli particolari intessuti nella planimetria del villaggio. I Cavalieri Templari sono stati associati al mistero di
Rennes-le-Chateau sin dal principio, specialmente riguardo al sospetto che essi
possano aver nascosto parte dei loro tesori nella regione, incluso quello che
riportarono alla luce dal Tempio di Salomone a Gerusalemme. Vi sono molte
leggende locali che parlano dell’Arca dell’Alleanza, del corpo di Gesù’ e del
Sacro Graal come oggetti che sarebbero stati sepolti nell’area del misterioso
villaggio francese.
E’ un fatto dimostrato da più parti la presenza dei Templari nella regione. Nel
XII sec. Bernarus Sismondi de Albezuno, Signore si Bezu, e due fratelli
appartenenti alla casata dei Reddas entrarono nell’Ordine. D’altra parte, Il Chateau
de Blanchefort è stato più volte indicato come una comanderia templare,
mentre i Blanchefort di Rennes erano imparentati con la famiglia del sesto Gran
Maestro dei Cavalieri Templari. Tra i vari racconti sorti intorno al
collegamento Templari-Rennes, vi sarebbe quello secondo il quale Bertrand de
Blanchefort avrebbe chiesto ai Templari di aiutarlo a sfruttare una miniera
d’oro situata nei pressi del suo castello nel 1130.
La presenza dei Templari
nell’area sembra comunque evidente. Essi erano profondamente posizionati nella
regione sia in termini di terre sia d’influenza. I siti Templari più vicini a
Rennes-le-Chateau erano La Croix Rouge (La Croce Rossa, emblema dei Templari) e
Les Murs du Temple (Le mura del Tempio). I membri dell’Ordine erano certamente
a conoscenza del tesoro dell’Arcadia e si pensa che dopo la loro epurazione nel
1307 e conseguente fuga in Scozia, parte del tesoro abbia lasciato l’Europa con
loro, fino a giungere oltreoceano nella misteriosa Oak Island (Isola della
Quercia).
Vi sono molte teorie in circolazione che parlano dei Cavalieri Templari come
dei custodi di un segreto che potrebbe cambiare l’intero corso della storia.
Essi avrebbero mantenuto tale segreto per tutto il corso della loro esistenza e
di generazione in generazione potrebbe essere tuttora in possesso degli
autentici discendenti dell’Ordine.
Considerato il coinvolgimento dei Templari non solo nell’area di
Rennes-le-Chateau, ma prima di tutto nel Tempio di Salomone, non sorprende che
essi, una volta entrati in possesso del “segreto” lo abbiamo mantenuto
assolutamente protetto per le implicazioni estreme che la sua divulgazione
avrebbe certamente causato.
Il Tesoro dell’Arcadia, un mistero che circonda il villaggio francese grazie
soprattutto all’enigmatica opera di Poussin, si dice sia formato da tavolette
di smeraldo contenenti delle iscrizioni in un linguaggio sconosciuto simile a
quello della pietra trovata nel Pozzo delle Monete. LA SINDONE
“TEMPLARE” La
questione dell’autenticità’ o meno della Sacra Sindone continua a produrre
innumerevoli dibattiti, ad esempio, sull’affidabilità’ dell’analisi al
Carbonio-14, così come sulla dinamica che ha permesso all’immagine del volto di
rimanere impressa sulla stoffa per così tanto tempo.
Vi sono delle teorie che connettono questa reliquia con i Cavalieri Templari,
teorie che comunque non gettano alcuna luce definitiva sul mistero del volto sul
lino.
La prima teoria supporta l’autenticità’ della Sindone, e si riferisce all’Anno
1204, quando i Crociati saccheggiarono Costantinopoli. Tra di essi vi erano
numerosi Cavalieri Templari che, secondo alcuni studiosi, avrebbero sottratto
la Sindone alla città Turca. L’autore Ian Wilson nel suo libro “The Shroud of
Turin: Burial Cloth of Jesus?” [La Sindone di Torino: la Veste Funebre di
Gesù’? N.d.A.] afferma che il volto che i Templari erano accusati di adorare
altri non era che il volto di Cristo. Wilson scrive che quando il telo è
piegato mostra il volto di Cristo e veniva chiamato “Mandylion”. A supporto di
tale teoria vi sarebbe un pannello dipinto a Templecombe (Inghilterra), che
mostra un volto con barba molto simile, sul Mandylion.
I ricercatori Christopher Knight e Robert Lomas hanno condotto una ricerca
estensiva in ambito Templare e Massonico con i due volumi “The Hiram Key” [La
Chiave di Hiram N.d.A.] e “The Second Messiah” [Il Secondo Messia N.d.A.]. Essi
tuttavia descrivono la teoria del Mandylion in modo diverso, teorizzando che
l’immagine della Sacra Sindone mostri in realtà il volto dell’ultimo Gran
Maestro Templare Jacques De Molay, che fu torturato alcuni mesi prima della sua
esecuzione nel 1307. L’immagine sul telo certamente coincide con la descrizione
che viene data di De Molay come mostrato in alcuni intagli Medioevali: naso
aquilino, capelli lunghi fino alle spalle e divisi al centro, barba lunga con
biforcazione alla base, e l’altezza (si diceva che De Molay fosse piuttosto
alto).
Molti hanno criticato tale teoria sulla base del fatto che la Regola
dell’Ordine proibiva ai Templari di far crescere i capelli. La spiegazione
regge fino a un certo punto, visto che De Molay passò sette anni in prigione e
sembra improbabile che in quel tempo gli fosse concesso il lusso della cura
della persona.
Knight e Lomas continuano dicendo che il telo figurava nei rituali Templari di
risurrezione simbolica e che il corpo torturato di De Molay fu avvolto in un
sudario, che i Templari conservarono dopo la morte del Gran Maestro. I
ricercatori sostengono che sangue e acido lattico del corpo di De Molay si
sarebbero mescolati al franchincenso (usato per sbiancare il panno) così da
imprimere l’immagine del volto sul tessuto.
Quando la Sindone fu esposta per la prima volta nel 1357 (50 anni dopo la
distruzione dell’Ordine) dalla famiglia di Goffredo De Charney (anch’egli
bruciato sul rogo insieme a De Molay) le persone che videro il telo riconobbero
in esso l’immagine di Cristo.
Gli autori teorizzano che Jacques De Molay potesse essere stato torturato in
una maniera molto simile al Cristo per una sorta di macabra provocazione. A
quel punto, allora, le ferite inferte al vecchio Templare erano le stesse di
quelle di Gesù’ sulla Croce.
Oggi si crede comunemente (attraverso la datazione del Carbonio), che la
Sindone risalga al tardo XIII sec. e non alla possibile data della
crocifissione di Cristo. E’ interessante notare come la Chiesa rese noti i
risultati dell’analisi al Carbonio-14 il 13 ottobre 1989, cioè lo stesso giorno
dell’arresto dei Templari da parte della Chiesa e della monarchia.
Indipendentemente dalla veridicità della teoria di Wilson rispetto a quella di
Knight e Lomas, è evidente che la Sacra Sindone ha trovato il suo posto stabile
all’interno della storia Templare.
Lynn Picknet e Clive Prince, autori del libro “Turin Shroud: In Whose Image?”
[Sacra Sindone: A Immagine di Chi? N.d.A.] presentano una teoria diversa. Gli
autori, già conosciuti per aver pubblicato “The Templar Revelation” [La
Rivelazione Templare N.d.A.], affermano che Leonardo Da Vinci avrebbe inventato
una primissima tecnica fotografica e, con essa, creato l’immagine della Sindone
di Torino.
Sulla connessione tra Templari e Sacra Sindone si è espresso anche il Vaticano
con un annuncio pubblico che sembra far luce sul mistero degli “anni mancanti”
della reliquia.
I ricercatori Vaticani hanno affermato che i Cavalieri Templari avrebbero
nascosto, custodito e venerato la Sindone per più di 100 anni dopo la fine
delle Crociate.
Barbara Frale, una ricercatrice negli Archivi Segreti Vaticani, ha detto che la
Sindone era scomparsa durante il sacco di Costantinopoli del 1204 durante la IV
Crociata, per poi riapparire solo nel XIV sec.
In un articolo pubblicato dall’Osservatore Romano, la Frale scrive del
ritrovamento di un documento nel quale Arnaut Sabbatier, un giovane Francese
entrato nell’Ordine nel 1287, testimoniò come parte della sua iniziazione fosse
avvenuta in un “luogo segreto il cui accesso era permesso solo ai fratelli del
Tempio”. Lì gli sarebbe stato mostrato un lungo tessuto di lino sul quale era
impressa la figura di un uomo, che doveva essere venerato baciandolo per tre
volte ai suoi piedi |
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LA CADUTA DEI TEMPLARI
L’enorme
benessere e l’influenza che l’Ordine dei Cavalieri del Tempio aveva acquisito
nel corso degli anni fu uno dei motivi che portarono all’opposizione feroce
della Chiesa e dei Monarchi Europei. Filippo il Bello, Re di Francia, era uno
dei molti nobili che si era profondamente indebitato con i Templari e, in
gioventu’, aveva tentato di entrare nell’Ordine ma era stato respinto. Di
conseguenza egli aveva piu’ di un motivo di risentimento e attendeva solo
l’occasione buona per distruggere i Templari e appropriarsi delle loro
ricchezze.
Per la Chiesa Romana, i Templari rappresentavano la minaccia peggiore, in
quanto essi si permettevano di pregare direttamente con Dio senza usare la
Chiesa come intermediario.
I Templari furono accusati da Re Filippo e dal Papa di crimini atroci come
negare Cristo, omicidi rituali, e l’adorazione di Baphomet, demone dalla testa
caprina. Sotto tortura, molti Templari ammisero tale pratica, sebbene essi
apparissero confusi quando si trattava di rispondere se la testa del demone era
custodita in uno scranno d’argento o d’oro, e se esso aveva la barba o ne era
privo.
L’adorazione di un teschio o di una testa barbuta e’ piu’ probabilmente una
distorsione operata dall’Inquisizione della pratica medievale di adorare
immagini di Cristo e reliquie o teschi di santi.
Ad esempio, Giovanni Battista e’ ritratto spesso come una testa insanguinata
portata su di un vassoio.
Nella realta’ i Templari credevano nella Gnosi, e cioe’ che una particella
della Mente Divina era presente nella testa di ogni persona. Tale teoria
affermava che sia con la ragione che con la fede ogni individuo puo’ arrivare
alla saggezza definitiva; e che, chiunque cerca, indipendentemente dalla
religione professata, condivide il credo in una singola Intelligenza creativa,
l’Architetto dell’Universo: “Cio’ che E’, che Era, e che Sara’”.
I Templari non adoravano un teschio, ma la Luce Divina che e’ presente in
ognuno di noi.
Il giorno fatale, Venerdi’ 13 Ottobre 1307 Jacques de Molay, Gran Maestro
Templare, e sessanta dei suoi cavalieri vennero imprigionati a Parigi. Migliaia
di altri Templari furono arrestati simultaneamente in tutta l’Europa, e solo
pochi riuscirono a scappare. Le loro proprieta’ vennero confiscate per ordine
di Filippo IV e Papa Clemente V. Sebbene questa doveva essere un’operazione
lampo, l’immenso Tesoro Templare che Filippo cercava non fu trovato. Tutti i
documenti, tesori spirituali e scritti, compresa la flotta Templare ancorata
nel porto de La Rochelle, scomparvero.
Molti Cavalieri Templari furono bruciati vivi dopo innumerevoli torture che li
avevano costretti ad ammettere ogni sorta di crimini ed eresie. L’Inquisizione
della Chiesa Romana aveva perfezionato la propria spaventosa e maligna arte
della tortura durante la campagna contro i Catari. Naturalmente le vittime
torturate erano disposte ad ammettere qualunque cosa pur di far cessare il
supplizio. E, tuttavia sul rogo, molti Cavalieri ritrattarono le loro
confessioni.
Nove milioni di persone furono vittime dell’Inquisizione e perdettero la vita
in modi orrendi. La Chiesa Cristiana Medievale era la più intollerante e
repressiva autorità mai vista in Europa. Molti veri mistici furono perseguitati
e scomunicati, dato che il loro essere personalmente in contatto con Dio
indicava che l’affermazione della Chiesa quale unico mediatore tra Dio e il popolo,
era una menzogna.
Organizzazioni spirituali, eredi dei Cavalieri Templari, dovettero agire in
segreto per salvaguardare la loro esistenza.
Nel 1312 il Papa ufficialmente sciolse l’Ordine dei Cavalieri Templari. Nel
1314, dopo che Jacques de Molay fu bruciato vivo, sembrava che i Templari
avessero cessato di esistere.
Invece, l’Ordine sopravvisse in altri Paesi e sotto diversi nomi: in Portogallo
esso venne chiamato l’Ordine di Cristo. Vasco Da Gama ne era membro e
Cristoforo Colombo era sposato con la figlia di un Templare, il che gli premise
di entrare in contatto con le carte navali e i diari di bordo dei Templari.
Infatti Colombo attraversò l’Atlantico con una bandiera che mostrava la croce a
otto punte della Fratellanza. In Germania, i Templari si unirono agli
Ospitalieri o ai Cavalieri Teutonici.
La Scozia, a quell tempo in guerra contro l’Inghilterra, era l’unica nazione
dove l’editto papale che annullava l’Ordine dei Templari non era stato
pubblicato. Il Papa aveva sostenuto Re Edoardo di Inghilterra nella sua pretesa
sulla corona di Scozia, scomunicando l’intera nazione per non aver accettato
Edoardo come proprio Re. Di conseguenza molti Cavalieri Templari d’Inghilterra
e d’Europa si rifugiarono in Scozia e combatterono fianco a fianco con Robert
the Bruce, il Re Scozzese, nella battaglia di Bannockburn (1314). I 100.000
soldati Britannici, perfettamente addestrati, pur fronteggiati da soli 8000
Scozzesi e qualche centinaio di Templari, dovettero ritirarsi di fronte al
valore militare e spirituale di questi ultimi. Con loro combattevano anche
Henry St. Clair, Barone di Rosslyn, e i suoi due figli.
Hugues de Payens, uno dei fondatori originali dei Cavalieri Templari, si era
sposato con una St. Clair/Sinclair. Quindi c’era sempre stata una connessione
tra i Templari e i Sinclair di Rosslyn, un luogo che si presume essere la culla
ancestrale dei Cavalieri del Tempio. Sempre a Rosslyn furono poste le basi per
la nascita di altri due gruppi Gnostici, la Frammassoneria e i Rosa+Croce. |
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I TEMPLARI E LA
FRAMMASSONERIA Abbiamo terminato il precedente paragrafo con il
mistero – tutt’ora insoluto – della Cappella di Rosslyn a Roslin, vicino
Edimburgo. Questo piccolo edificio, se ha rappresentato il punto di arrivo
della lunga storia dei Templari, ha segnato allo stesso tempo l’inizio per
un'altra organizzazione che nei secoli si sarebbe poi distinta per l’enorme
potere e ramificazione della sua struttura: parliamo della Frammassoneria che,
spiega Rober Lomas, uno dei più accreditati studiosi della materia, sarebbe
nata con l’edificazione di Rosslyn.Vi sono tre importanti prove da considerare
a supporto della teoria di Lomas. Il primo riguarda il legame che Rosslyn ha
creato con il Tempio Ebraico tra Cavalieri Templari e Frammassoni; il secondo è
che il piano terra di Rosslyn ricalca il tempio di Erode, mentre il piano
superiore è la replica esatta dell’architettura Erodiana di Gerusalemme; il
terzo punto, infine, è prettamente massonico: Rosslyn contiene il più antico
documento che mostra una cerimonia moderna del Primo Grado (massonico),
condotta da un Cavaliere Templare. La pianta di Rosslyn, i cui lavori
iniziarono nel 1440, è una copia del piano terra del Terzo Tempio, costruito a
Gerusalemme da Erode e distrutto nel I Sec. dai Romani.
Tutte le incisioni e i bassorilievi di Rosslyn erano dapprima intagliati nel
legno e presentati al Maestro dei Lavori per un’ispezione prima di procedere
all’incisione su pietra. Quindi nessuna immagine era lasciata al caso, ma
volutamente inserita.
Sulla cornice inferiore della finestra posta all’angolo Sud-Occidentale della
cappella, vi è un incisione (datata 1440-50) che sembra descrivere un Primo
Grado della Massoneria.
John Hammill, il bibliotecario della Gran Loggia Unita di Inghilterra, ha
suggerita che l’incisione che collega Templari a Frammassoneria potrebbe
trattarsi di una semplice coincidenza. La figura mostra un uomo in ginocchio
tra due colonne. Egli è bendato e porta una corda legata al collo. I suoi piedi
sono in una strana e innaturale posizione, e la sua mano sinistra stringe una
Bibbia. L’altro capo della corda è tenuto da un uomo che indossa il mantello di
un Templare. Chi è ammesso all’interno della loggia, viene definito Candidato.
Uomini e donne possono essere ammessi, ma in logge separate. Il Candidato è
vestito in una maniera molto strana, e sarà completamente accolto solo quando
propriamente vestito per la cerimonia. Il modo di vestire consiste in un rozzo
abito bianco arrotolato in più punti per mostrare determinate parti del corpo.
Il candidato è bendato e porta una corda legata al collo. La statua a Rosslyn
mostra una serie di elementi che oggi sono considerati essere massonici.
Il problema per John Hamill
è che la statua fu incise
cinquecentocinquanta anni fa, e duecentosettanta anni prima della nascita
“ufficiale” della Massoneria in Inghilterra.
La domanda che molti Massoni Inglesi si posero, quando Lomas scoprì questa
connessione, fu: come è
possibile che la Frammassoneria nacque in un posto sperduto come la Scozia?
La domanda rimane aperta, ma vale la pena considerare tutti i punti in comune
che esistono tra la figura incisa a Rosslyn e la moderna cerimonia Massonica
del Primo Grado: 1.
L’uomo è bendato, caratteristica insolita
nelle statue medievali, visto che solo la statua della Giustizia veniva
rappresentata bendata. Non vi sono altre raffigurazioni del genere a Rosslyn 2.
L’uomo è in ginocchio. Questa postura è piuttosto comune nelle incisioni
medievali, e Rosslyn presenta svariati altri esempi del genere 3.
L’uomo
stringe una Bibbia nella mano sinistra. Vi sono altre incisioni che mostrano
figure con in mano libri o pergamene all’interno di Rosslyn 4.
L’uomo ha
una corda al collo. Vi sono alcune figure dell’epoca che mostrano una corda
legata al collo; a Rosslyn, solo un’altra statua è rappresentata con una corda al collo. Il nodo scorsoio in questo
caso è stretto nella classica
posa dell’impiccato: si tratta dell’Angelo Shemhazai, i cui peccati causarono
la collera di Dio e il conseguente Diluvio 5.
L’uomo ha
i piedi in una posizione ancora oggi utilizzata dai candidati massonici. Si
tratta di una posa molto particolare che non viene ripetuta in nessun altra
raffigurazione a Rosslyn 6.
La
cerimonia si svolge tra due pilastri come avviene nelle logge Massoniche. Vi
sono molte colonne e pilastri all’interno della Cappella
7. La corda è tenuta da un uomo chiaramente vestito come un Templare. Vi sono
molte immagini e simboli Templari a
Rosslyn
Calcolando le possibilità che questi sette elementi si siano combinati per
caso, Lomas afferma che vi sarebbero 8 possibilita’ su 1000 che sosterrebbero
la tesi della coincidenza, dando quindi per scontata la certezza che Sir
Willian St.Clair/Sinclair, il fondatore di Rosslyn, avesse stretti contatti con
i Frammassoni già nel 1440, e che questa connessione coinvolgeva i Templari.
Alla luce di questa teoria, ripercorriamo la cronologia di eventi riguardanti la
Frammassoneria, e le sue connessioni con Rosslyn e i Templari:
1440: I Massoni (Mastri Muratori)
diedero la loro parola d’onore a William di conservare i segreti dei Templari
che sarebbero stati sepolti al di sotto della futura Cappella di Rosslyn
1483: Il borgo di Aberdeen è menzionato in una disputa riguardante sei
”masownys of the lurge” (Masons of the Lodge n.d.r., cioè Massoni della
Loggia). La Massoneria inizia ad allargarsi per mezzo delle logge, che iniziano
i candidati con la “Parola Massonica”
1599: Il più antico verbale di Loggia sopravvissuto (Edimburgo)
1601: James VI viene nominato Massone presso la Loggia di Scoon e Perth
1602: William Schaw organizza il moderno sistema di logge in Scozia, secondo le
istruzioni di James VI. Nello stesso anno le logge di Scozia confermano William
St.Clair di Roslin come erede Gran Maestro Massone di Scozia
1603: James VI porta la Frammassoneria in Inghilterra, dove diviene James I di
Bretagna
1641: Sir Robert Moray diviene il primo Massone nominato sul suolo Inglese
1715: Prima rivolta Giacobita, le logge cominciano a dissociarsi dalle loro
radici Scozzesi
1717: Formazione della Gran Loggia di Londra e diniego dell’eredità giacobita
1725: Prima Gran Loggia Nazionale formata in Irlanda
1736: Formazione della Gran Loggia di Scozia formata come contromisura
all’espansionismo di Londra.
Nello stesso anno, William
St.Clair di Roslin viene nominato Primo Gran Maestro Massone di Scozia e abbandona i suoi diritti
ereditari in favore di ufficiali eletti
IL SIMBOLISMO
TEMPLARE Gli
Ordini Militari hanno da sempre dato enorme importanza al simbolismo e ai
simboli. Nel Medioevo i Cavalieri Templari utilizzavano i simboli per
identificare la propria appartenenza e per esprimere un segnale forte di
appartenenza non solo militare, ma anche spirituale, alle regole e ai principi
che essi difendevano (ricordiamo che i Templari erano un ordine di
monaci-guerrieri). Tali simboli comparivano sugli abiti, sugli scudi, sull’elsa
delle spade e sulle insegne in battaglia o sulle torri dei castelli, nelle
tombe e nei documenti ufficiali.
Vi è ancora molta confusione
riguardo ai simboli che i Templari effettivamente usavano. Quando si parla di
simboli Templari, si deve distinguere tra i simboli usati dall’Ordine dei Cavalieri
Templari come mezzo per identificare se stessi e le loro proprietà, e i simboli
usati dai Templari per altre ragioni. Quest’ultima categoria include simboli
che erano comuni nel Medioevo e che venivano usati anche dai Templari. Qui di
seguito viene riportato un elenco sintetico dei simboli Templari appartenenti
alla prima categoria: La Bandiera di Beauseant La bandiera Bianca e nera, che forse simboleggiava il Bene e il
Male, era uno dei simboli più importanti del singolo Cavaliere. Secondo lo
statuto dell’Ordine, i Cavalieri dovevano sempre conoscere la posizione della
bandiera sul campo di battaglia. Qualora si fosse stati costretti a dividersi o
disperdersi, il punto di riunificazione doveva essere sotto la bandiera di
Beauseant. Se questa non era visibile, i Templari dovevano ripiegare sotto
l’insegna degli Ospitalieri o, in mancanza, uno degli altri stendardi Cristiani
presenti in battaglia.
Due Cavalieri su un solo cavallo È una delle più famose immagini Templari: due Cavalieri in sella a
un solo cavallo. Il significato era legato al voto di povertà che i novizi
dovevano pronunciare prima di entrare a far parte dell’Ordine. La Croce Templare Simboleggiava il martirio, ed era cucita sulla tunica bianca di
ogni Cavaliere. Tale croce non va confusa con la croce bianca degli Ospitalieri
(che, in seguito, adottarono la croce rossa), e da quella nera dell’Ordine
Teutonico. Inizialmente non vi era una preferenza di colore per l’utilizzo
della croce, ma con Eugenio III (1145-1153) si stabilî che i Templari
indossassero la croce rossa come segno del martirio.
Riguardo alla forma, la più comune era sicuramente
quella a due linee rette incrociate, che identificava al meglio il modo di
vivere semplice e spartano dei monaci-guerrieri.
Successivamente la forma cambio’ e divenne quella che ad oggi e’ identificata
propriamente come Croce Templare.
La Cupola del Tempio
Presente in molti sigilli Templari, il reale significato del simbolo
della cupola è tutt’ora controverso. Per alcuni, starebbe ad indicare la cupola
del Tempio di Gerusalemme; per altri, la Chiesa del Santo Sepolcro; oppure,
semplicemente la rappresentazione dell’originale Tempio di Salomone. |
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10/08/2016 15:34:58 |
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