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LE CONFESSIONI DI UN ILLUMINATO VOL.1

Fonte: Uno Editori

Il titolo del libro – il primo di una trilogia – mi ha stupito.
Non tanto per il significato dei termini in sé, quanto per le implicazioni che le parole “confessioni” e “illuminato” contengono. Per chi ha una conoscenza superficiale dell’argomento, storicamente una persona “Illuminata”, sia essa appartenente a una setta esoterica, religiosa, o politica, si eleva per definizione a un livello superiore alla grande massa, relegata, come naturale conseguenza al rango di “ignorante” (poiché ignora la “luce” della conoscenza di cui l’“illuminato” è intriso).
Va da se che un soggetto che ha raggiunto un tale grado di elevazione non debba rendere conto che ai suoi pari per ogni azione, condizione, e confessione di cui senta la necessità.
Da qui è partito il mio stupore: un “illuminato” che si “confessa” di fronte a noi massa “ignorante”. Tale pensiero ha subito prodotto in me altre domande, e cioè qual è il motivo, la ratio di queste “confessioni”: istruire la massa, denunciare i pari “illuminati”, trasmettere un codice, commercializzare un prodotto? E qui mi fermo perché la lista delle possibilità minacciava di essere noiosamente lunga.
Ho deciso quindi di aprire la mente prima di aprire il libro, a ogni possibilità e prospettiva alla quale il testo mi avrebbe portato. Tenendo bene a mente, tuttavia, la contraddizione intrinseca nel titolo.
Lo stesso Editore, al termine della Prefazione, avverte il lettore della molteplicità di livelli attraverso i quali il libro può essere letto e compreso, a riprova del fatto che una lettura lineare di argomenti esoterici è un po’ come voler scavare la pietra a mani nude.
Il Prologo si apre con un’illustrazione che mostra il tracciamento del 1° grado della Massoneria (anche se a pag. 15 si indicano Figg. 1 e 2, ma la Fig. 1 è mancante), che non è tuttavia descritto nei suoi significati esoterici, preferendo alla simbologia la fenomenologia tout court delle Società Segrete. Infatti, la prima “confessione” è la Teoria e Tipologia delle Società Segrete, documento rarissimo che espone la struttura e le funzioni generali degli Ordini che nel corso dei secoli hanno intessuto trame socio-politico-economiche ignorate dalla grande massa.
Non manca una critica ai “…diversi teorici della cospirazione” (pag.21) che, secondo l’autore, hanno sì esposto argomenti occulti al grande pubblico, ma peccherebbero di chiarezza o conoscenza nella materia. Occorre distinguere tuttavia tra soggetto e oggetto della “confusione”:  se è vero, infatti, che vi sono ricercatori e teorici che scrivono senza verificare le fonti o senza possedere una padronanza simbolica adeguata, va detto che l’oggetto della ricerca, cioè il programma segreto di controllo del Pianeta, è di per sé volutamente labirintico e ingannevole, corollario delle organizzazioni segrete “a scatola cinese” dove solo i costruttori possiedono la chiave per aprire e riconoscere le varie combinazioni. Di conseguenza non si può attendere di giungere ai vertici della struttura prima di divulgarne le macchinazioni, occorre avere coraggio di esplorare il labirinto (che non è necessariamente, o solo, terreno) anche senza il proverbiale Filo di Arianna; agli occhi di “attende”, tutti e nessuno potrebbero possederlo.
A pag. 29 leggiamo di Comunisti e Cattolici che sarebbero riuniti sotto il cappello degli Illuminati; ma non è una novità, se pensiamo che il Concilio Vaticano II ha segnato l’esecuzione di un patto segreto tra Vaticano, Russia (Comunista) e Massoneria per il controllo sulla religione Cattolica (o meglio, sui milioni di fedeli che la seguono credendo di seguire la parola di Cristo).
Il box di pag. 31 accenna all’ormai “icona” del controllo mentale, il progetto MKUltra. La giornalista Enrica Perucchietti scrive che “i documenti della CIA sul progetto MKUltra furono resi pubblici, sfuggiti per errore alla loro distruzione…”; ripenso alle migliaia di documenti che nel corso dei secoli, dal Medioevo ad oggi, sono stati “resi pubblici”, “sfuggiti per errore”, “casualmente”, o “per sbaglio”, documenti che, nel momento in cui vengono resi noti, sono utili soltanto a livello archivistico ma quasi mai pratico. Nessun ricercatore degno di questo nome può continuare a credere che organizzazioni governative, paragovernative più o meno segrete, ecc possano avere “sviste” del genere. Per la struttura, il condizionamento e i modi con cui tali entità operano, le probabilità della “svista genuina” sono vicine allo zero. Quindi, nel dare informazioni di questo tipo, occorre quanto meno trasmettere alle persone il valore dubbio che tali “documenti riservati” possono avere, perché altrimenti tanto vale credere ciecamente al FOIA, che “delegittima” i governi di ogni loro politica di segretezza.
La mia opinione è che, e la Teoria e Tipologia delle Società Segrete lo mostra molto chiaramente (pagg.44-45), le società segrete (o a scopo segreto) che siano “troppo” segrete rischiano di scomparire. Per sopravvivere e mantenere il grado di credibilità raggiunto agli occhi della pubblica opinione, occorre creare dei diversivi, le “sviste”, appunto.
Ogni documento classificato come “segreto” e “sfuggito per errore” al controllo di segretezza, è, a mio parere, divenuto obsoleto per i piani dell’organizzazione, oppure innocuo.
Sempre restando all’interno della Teoria e Tipologia delle Società Segrete, a pag. 59 l’autore si domanda se sia probabile che una società-quadro stabilisca una relazione spontanea con un’associazione superiore, relazione che favorisce un legame diretto tra la prima e la società base. E’ difficile dare una risposta se non si è Illuminati, ma da quanto traspare dalla letteratura “profana” in materia, sembrerebbe che il termine probabilità (o casualità) non possa applicarsi al contesto esoterico delle Società Segrete, anzi ne rappresenterebbe una contraddizione evidente. Ogni dinamica all’interno delle strutture segrete è attentamente misurata, vagliata, e scrupolosamente eseguita, nel pieno spirito Luciferino che “illumina” le tenebre del caos e del caso.
Il Capitolo 2 è focalizzato sulla Magia Sessuale di una certa frangia della Massoneria e, soprattutto,  sulla genesi dell’O.T.O.
Quando si parla di Libertinismo, non poteva mancare (sic) un riferimento al “gossip in chiave massonica” dei nostri ex-vertici politici (pag. 86), una curiosa commistione simbolica che la dice lunga sulle basi socio-politiche su chi oggi poggia l’Italia.
Le vicende dell’O.T.O. e le sue ingerenze in Ordini più tradizionali come i Rosa+Croce e la Massoneria sono certamente interessanti, l’autore non risparmia numerosi riferimenti bibliografici che rappresentano un’ottima guida di approfondimento per ogni ricercatore.
A pag. 97 c’e’ la “rivelazione” su Marco Pasi come principale attore dell’O.T.O. Italiano; peccato però che tale informazione si riferisca a un evento passato e che, quindi, può essere utile per gli archivi ma non per gettare una luce diretta sulle dinamiche attuali e future di questa organizzazione, mentre mi sarebbe piaciuto poter leggere “rivelazioni” riferite a un evento in itinere.