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Scozia: nella terra dei druidi III |
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Diego Antolini |
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LOCH TAY

E' un lago piuttosto piccolo, appena quattordici miglia
di lunghezza, inserito tra le Highlands occidentali e quelle orientali.
A nord di Loch Tay sorge Kenmore, un villaggio nei pressi
del Castello di Taymouth (costruito dal clan Campbells di
Glenorchy nella prima metà del XIX secolo), adesso un club privato
di golf.
Esiste un museo, lo Scottish Crannog Centre, che contiene i più
interessanti reperti della regione, abitata sin dall' Età del Ferro.
I Crannogs infatti erano palafitte costruite sulle rive del lago, munite
di passerelle per accedere alla riva, le quali potevano essere sollevate in
caso di minacce esterne, umane o animali. PERCORSO

Da Edimburgo,
seguire la A90 verso Forth Road Bridge, direzione Nord; superare il
ponte e prendere la M90 fino Perth; deviare sulla A9 direzione Pitlocry;
a Ballinluig deviare ad Ovest sulla A827 verso Aberfeldy;
proseguire fino Kenmore, sulle rive Nord di Loch Tay.
Lunghezza del percorso: 70.3 miglia circa (112.4
Km)
Durata del tragitto: 1 h 10 min circa
Da Glasgow, seguire
la A82 verso Loch Lomond, direzione Nord-Ovest; continuare verso Nord
fino Crianlarich; deviare verso Est sulla A85; dopo 11 miglia circa,
deviare a Nord sulla A827 fino Killin, sulle rive Sud di Loch Tay.
Lunghezza del percorso: 34 miglia circa (54.4 Km)
Durata del tragitto: 40 minuti circa L'ALBERO PIU' VECCHIO DEL MONDO
Mantenendosi sulla riva settentrionale del lago, percorrendo
la A827 verso Sud-Ovest, si giunge a Fearnan, un agglomerato di poche
case nemmeno segnato su molte mappe; deviando verso Nord, tuttavia, ci si inoltra
in una delle più suggestive valli della Scozia: la Glen Lyon,
depositaria di molte leggende e meta ancora oggi di sciamani e mistici.
All'entrata della valle un altro villaggio, Fortingall, sembra abbandonato.
Vi arriviamo al crepuscolo, sappiamo cosa cercare ma non sappiamo dove.
Bussiamo alla porta dell'unico albergo, ed un uomo, evidentemente poco abituato
agli stranieri, ci indica bruscamente il cortile della Chiesa, a pochi passi.
La struttura, in stile gotico, estende il campanile sottile verso il cielo olivastro.
Da vicino l'aggressività dell'architettura è impressionante, e
superato il cancelletto di ferro, ci troviamo nel piccolo cortile-cimitero.
Avanziamo tra le tombe fino ad arrivare ad una sorta di cappella esterna, munita
di inferriate alle finestre e di un pesante cancello a sigillarne l'ingresso.
Nonostante la notte fosse ormai scesa siamo riusciti a scattare alcune foto
al 'tesoro' custodito all'interno della cappella: l'albero più vecchio
del mondo, un Tasso di circa 5000 anni, secondo le nostre fonti.

Nonostante il freddo e le inferriate distinguiamo
un basso tronco scuro, che si apre in lunghi e contorti rami, protetti da una
quercia imponente al di sopra, e alcuni abeti. Gli altri alberi sembrano stati
piantati lì apposta per sorvegliare e confortare il vecchio Tasso.
Alcune pietre poste tra la cappella e il cancello del cimitero mostrano tutte
le epoche che l'albero ha visto passare, dalla preistoria agli Scoti, ai Celti,
fino a giungere ai Romani e agli Inglesi.
La tradizione locale vuole che proprio a Fortingall sarebbe nato l'
Imperatore romano Ponzio Pilato, mentre il padre era stato inviato in missione
da Cesare dal Re di Caledonia. COMUNITA' NEW AGE
Una breve parentesi merita la Bunkhouse Culdees,
una fattoria posta tra Fearnan e Fortingall, che offre posti
letto e cibo a coloro che intendono avventurarsi verso la Glen Lyon.
La struttura è tenuta da una comunità New Age, che pratica attività
quali Reiki, Meditazione, Medicina Alternativa, Rebirthing.
Specialmente nei mesi estivi è consigliabile telefonare prima di partire,
e verificare la disponibilità all'alloggio.
Loch
Tay visto dalla Bunkhouse RORO
Un nome il cui significato resta tutt'ora un mistero per
noi, non essendo riusciti a trovare nessuno in grado di chiarirne il significato.
Quasi al centro della Glen Lyon, in direzione Ovest rispetto a Fortingall,
è piantato un cartello bianco con quattro lettere dipinte di nero: Roro.
Deviamo sulla sinistra, e siamo costretti a lasciare l'auto su di una radura.
Le indicazioni ricevute per raggiungere il nostro obiettivo sono dettagliate
ma sappiamo che ad un certo punto dovremo orientarci da soli. Prendiamo un sentiero
di montagna che si snoda tra gli alberi della valle, e dopo circa mezz'ora ci
troviamo di fronte ad una casa bianca, costruita all'inizio di un immenso terreno
da pascolo: il sentiero si fa più ripido, il freddo aumenta ma al terreno
duro si sostituisce un morbido prato di erba verde, spruzzata qua e la del tipico
colore bronzeo delle Highlands.
Saliamo sempre in direzione Ovest, avendo cura di tenere il fiume Lyon
(che ormai forma una serie di cascate) sulla sinistra.
Al freddo, superata una certa altitudine, si aggiunge una pioggia sottile e
ghiacciata, e un vento piuttosto forte. La visibilità è scarsa
ma riusciamo lo stesso ad avvistare il nostro obiettivo, quello che i pastori
chiamano 'The Praying Mary's Hands', un blocco di pietra alto circa sei
metri, spaccato al centro come se fosse stato tagliato (o scolpito). Vista da
una certa prospettiva, la roccia pare rappresentare il profilo di un corpo che
emerge dal terreno, a mani giunte, in preghiera. Da qui il nome.
The Praying Mary's Hands è stato oggetto di studio del ricercatore
americano David R. Cowan, che le ha inserite nel suo libro Ley Lines and
Earth Energies. Tra le analisi effettuate in varie parti del mondo, Cowan
è convinto che il luogo dove sorge la misteriosa roccia sia un centro
energetico molto potente.
Le linee energetiche passano
attraverso la spaccatura superiore e convergono a spirale verso le due punte,
in alto, e alla base. Queste sono poi collegate al circolo di pietre di Fortingall,
e più avanti, al circolo di pietre di Croftmoraig nel Tayside.
Come lui, lo credono anche alcuni sciamani, che dal Nord America si stanno preparando
a viaggiare verso la Scozia per celebrare i loro riti sulla collina dove ci
troviamo.
 
Che ci sia una grande energia appare
chiaro anche a noi; in quanto alla sua origine, magnetica, elettrica o di altro
tipo, ci è impossibile stabilirlo al momento. Resta il fatto che The
Praying Mary's Hands è realmente un posto mistico, difficile da raggiungere
e piuttosto scomodo, ma assolutamente magico.
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EDIMBURGO
Fu durante l' Età Oscura del Medioevo che il nome
Edimburgo - all'inizio Dunedin o Din Eidyn (Forte di Eidyn)
- apparve per la prima volta. La Rocca del Castello, punto
strategico scelto sopra uno dei vulcani della zona, ha servito come presidio
di confine, il più meridionale della Scozia fino al 1018, quando Re Malcolm
I stabilì la frontiera permanente presso il fiume Tweed.
Durante il regno di Malcolm Canmore il castello divenne uno dei luoghi più
frequentati dalla corte, e la città, alla quale era stato assegnato il
blasone privilegiato di Borgo Reale, cominciò ad espandersi.
Re
Malcolm III e la Regina Margaret
Nel 1128 Re David fece costruire l' Abbazia di Holyrood, ai piedi del
declivio, e più tardi permise ai monaci che vi abitavano di fondare un
borgo indipendente, Canongate.
Robert Bruce accordò a Edimburgo una nuova Carta nel 1329, in base alla
quale la giurisdizione della città avrebbe compreso anche il porto di
Leith; durante il secolo seguente la prosperità portata dal
commercio estero fece sì che la città fortificata divenisse la
capitale permanente della Scozia.
Il sigillo di Robert the Bruce
Sotto Re Giacomo IV la città visse un breve ma intenso rinascimento,
che vide non solo la costruzione di un nuovo palazzo accanto l'Abbazia di Holyrood,
ma anche la concessione di una Carta Reale al Collegio dei Medici Chirurghi,
la prima di una lunga e futura serie di corpi accademici e professionali nella
città.
Questo periodo ebbe però un brusco arresto nel 1513, con la sconfitta
subita per opera degli Inglesi nella Battaglia di Flodden, che avrebbe
causato in seguito decenni di instabilità politica.
Nel 1540 l'intenzione di Re Enrico VIII di unire con la forza (e sotto il dominio
inglese) la Scozia sfociò nel Sacco di Edimburgo, e spinse gli scozzesi
ad allearsi con la Francia; le truppe di oltremanica vennero per difendere la
città, mentre la giovane regina Maria Stuarta veniva spedita a Parigi
come promessa sposa del Delfino (Francis, erede al trono di Enrico II Re di
Francia).
Maria Stuarta
Mentre gli occupanti stranieri riuscivano nel compito di allontanare la minaccia
inglese, essi stessi divennero bersaglio dell'ostilità degli scozzezi,
questi ultimi divenuti in numero sempre maggiore sostenitori della Riforma.
Quando il precettore radicale John Knox fece ritorno dall'esilio nel 1555 introdusse
rapidamente e con successo il messaggio calvinista in città.
Il regno di Giacomo VI vide la fondazione dell'Università di Edimburgo
nel 1582, ma seguendo l'Unione delle Corone nel 1603 la città fu totalmente
assoggettata a Londra. E sebbene Giacomo promise che avrebbe visitato la città
ogni tre anni, fu soltanto nel 1617 che fece il suo primo e unico viaggio.
Nel 1633 Carlo I visitò Edimburgo in occasione della sua incoronazione,
ma subito dopo il Paese entrò in crisi a causa dell'introduzione della
episcopalità nella Chiesa di Scozia, che portò Edimburgo ad essere
un Vescovato per la prima volta nella sua storia. Cinquanta anni di tumulti
religiosi seguirono, e terminarono con l'avvento del Presbiterianesimo.
A dispetto delle sue vicissitudini, Edimburgo crebbe durante il XVII secolo,
e, costretto all'interno delle sue mura, lo fece forzatamente in alto e in basso
(VEDI SOTTO: la città sotterranea).
L' Unione dei Parlamenti nel 1707 ha portato nuovo prestigio politico alla capitale
scozzese, sebbene la preservazione garantita della Chiesa Nazionale e del sistema
legislativo e scolastico assicurarono che essa non venisse mai relegata come
una semplice provincia. Al contrario, fu nella seconda metà del XVIII
secolo che Edimburgo raggiunse l'apice della sua influenza intellettuale, portata
da un gruppo emergente, tra cui David Hume e Adam Smith; quasi nello stesso
momento, nuovi edifici vennero costruiti al di fuori delle mura medioevali,
e sorse la New Town, capolavoro dello stile Neoclassico.
L'industrializzazione colpì Edimburgo in misura minore rispetto alle
altre città scozzesi, e questo gli permise di non perdere mai il suo
peculiare aspetto di 'collare bianco'. Tuttavia essa si espanse a tal punto
nel corso del secolo da inglobare molti borghi vicini, tra cui il grande porto
di Leith.
Nel 1947 Edimburgo venne scelto per ospitare il Festival Internazionale, ideato
per rappresentare la nuova pace in Europa; e nonostante momenti meno felici,
il festival ha continuato a prosperare da allora, in un processo che ha portato
nuova linfa al turismo, che oggi è uno dei principali settori dell'economia
locale e nazionale.
Il Royal Mile durante il Festival
Nel 1975 la città ha conosciuto una nuova espansione territoriale, spostando
i suoi confini occidentali fino ai vecchi borghi di South Queensferry
e Forth Bridge. Quattro anni dopo, un inutile quanto inconcludente
referendum sul federalismo ha ritardato la rinascita di Edimburgo quale capitale
di governo e Glasgow iniziò a sfidarla per il ruolo di primo centro culturale
nazionale.
Comunque, anche se gli anni '90 vedevano Glasgow stabilire una chiara preminenza
nel valorizzare l'Arte Contemporanea in Scozia, essi furono peraltro testimoni
del ritorno della potenza e dell'influenza di Edimburgo.
Seguendo l'elezione del governo laburista al Parlamento Inglese nel 1997, un
referendum in Scozia votò clamorosamente per ristabilire un proprio parlamento,
dotato di piena autonomia riguardo le questioni di politica interna.
Inevitabilmente i primi anni di vita del nuovo parlamento hanno visto dei patetici
litigi misti a manovre costituzionali vertiginose, ma tutto questo attraverso
dibattiti, decisioni e discussioni su aspetti cruciali della politica scozzese,
e questo a dimostrazione della consapevolezza dell'importanza del neonato ruolo
politico di Edimburgo all'interno del Paese.
In seguito la città crebbe come centro finanziario e artistico, conosciuto
e apprezzato non solo nel Regno Unito, ma anche in Europa, sebbene quanti avessero
sperato di poter raggiungere il coronamento di un'era, abbiano in realtà
incontrato gli ostacoli insormontabili della spirale dei costi e della divisione
politica all'interno del Parlamento.
Parlamento che, dopo la sede seicentesca di Parliament House, ha visto
finalmente la luce nel Tun Building in Holyrood Road (di fronte
alla residenza scozzese della regina d' Inghilterra, Holyrood Palace),
inaugurato ufficialmente l'11 Ottobre 2004.

Edimburgo si divide
in due parti fondamentali: la Old Town, cioè la vecchia parte
della città che circonda il Castello, e la New Town, a valle,
con le sue strade piene di negozi e palazzi in puro stile Neoclassico.
La Old Town ha nel Royal Mile la sua strada storica: questa
parte dal Castello e si divide a sua volta in quattro sezioni principali, e
cioè Castlehill, la più vicina alla fortezza; Lawnmarket,
con le sue tristemente famose 'chiuse' (VEDI SOTTO: La Città Sotterranea);
High Street; Canongate, che termina al Parco di Holyrood,
una gigantesca distesa di verde al centro della quale si erge imponente l' Arthur's
Seat, un vulcano spento.
Il castello, simbolo della Old Town
In questa zona da
ricordare anche il Palazzo reale di Holyrood House (adiacente all'antica
Holyrood Abbey) e la sede del nuovo Parlamento scozzese.
Alla base della Old Town alcune zone devono essere menzionate: Grassmarket,
Cowgate e Greyfriars.
La New Town comincia al di là dei Princes Street Gardens
(dove un tempo si trovava il North Loch): le tre vie più famose
sono certamente Princes Street, George Street e Queen
Street, tra di loro parallele e affollate tutto l'anno dai turisti.
La New Town vista dalla Rocca
LA CITTA' SOTTERRANEA
I primi insediamenti nell'area
di Edimburgo sembrano risalire alla preistoria. Il motivo, per chi ha visitato
la città, non è difficile da capire. La collina dove sorge oggi
il Castello è una fortezza naturale, imprendibile da tre lati e facilmente
difendibile. Sin dai tempi Romani la spianata sulla collina è stata fortificata,
e i primi insediamenti risalgono ad almeno duemila anni fa, quando una tribù
chiamata Vottadini (nome di chiara matrice romana) o
Gododdin si stanziò lungo il crinale che scende dalla cima della
rocca, l'area oggi conosciuta con il nome di Royal Mile o High
Street.

La cresta sovrasta una serie di prati su entrambi i lati, ed era una posizione
strategica e adatta a stanziamenti umani.
La rocca e la cresta adiacente favorirono perciò la scelta dell luogo
dei primi insediamenti nella zona. Geologicamente queste due parti rocciose
vengono definite 'la rupe e la coda'.
La rupe è di chiara origine vulcanica, una delle valvole di sfogo dei
vulcani che caratterizzano il territorio circostante, specialmente la Arthur's
Seat, presso Holyrood Park (ai piedi della 'coda' Royal Mile).

La cresta che parte
dalla rupe è composta di soffice arenaria, mantenuta tale anche grazie
alla protezione naturale della rupe di basalto. Una volta fortificata la rupe,
le case potevano essere costruite attorno e lungo la cresta, e sarebbe stato
difficile per chiunque prendere d'assalto il sito. Qualora la città fosse
stata attaccata ci si sarebbe potuti rifugiare nella fortezza, e da lì
continuare a combattere.
Ma la cresta di soffice arenaria possedeva anche un'altra
importante qualità, che i cittadini all'inizio non avevano considerato:
e cioè che il terreno poteva essere scavato, e ci si poteva cotruire
una città sotterranea.
All'inizio non c'era la necessità di vivere sottoterra: una combinazione
di avversità, di invasioni da parte degli Inglesi e una mortale epidemia
di peste operavano quali 'selezionatori naturali' e regolatori di densità,
per cui c'erano sempre abitazioni per tutti.
Le case si allargavano ad Est in file ordinate e, alle spalle di queste abitazioni,
ripidi declivi si immergevano nei pascoli a Nord e a Sud. Questi declivi erano
divisi in sezioni chiamate Tenements (abitazioni) o Enclosures
(zone recintate), quest'ultima parola in seguito tristemente abbreviata in Closes
(chiuse).
Le zone recintate erano attentamente disposte e rifornivano tutto l'insediamento
con i frutti della terra, coltivazioni di cereali e pascoli comuni. Più
tardi comunque tale idilliaca convivenza sarebbe scomparsa; la High Street,
e cioè la strada principale che seguiva la naturale conformazione della
cresta di arenaria, non rifletteva ancora le mostruosità che avrebbero
avuto luogo in seguito, e le case non raggiungevano i sei metri d'altezza. Ma
gli anni passavano e la città cominciava ad acquistare sempre più
importanza, e a crescere nelle dimensioni.. Nei primi anni del XII secolo vi
erano già tutti i segnali per definirla una 'Città Reale', e nonostante
gli anni oscuri del Medioevo, gli abitanti aumentavano continuamente, tanto
che il poeta girovago Froissart, in visita a Edimburgo, la definì la
'Parigi di Scozia'.
Nel 1450 le armate inglesi e scozzesi si scontrarono nella Battaglia di Sark
e, tanto per cambiare, gli scozzesi vinsero. Nel caso la vittoria potesse spingere
i nemici a progettare una nuova invasione fu deciso di innalzare un muro difensivo
intorno alla città, visto che la vicinanza di Edimburgo con il confine
inglese non rassicurava gli ufficiali cittadini.
Giacomo II di Scozia accordò una petizione dei cittadini sulla costruzione
del muro. La Carta permetteva di:
"...[scavare] fossati,
[costruire] bastioni, mura, blocchi, [organizzare] turni, e quant'altro
possa rafforzare il borgo, ma solo nella maniera concordata e stabilita dal
Sindaco di Edimurgo..."
Le mura cittadine correvano dalla
base del Castello su lungo il pendio, circondando tutto il Royal Mile.
Come difesa aggiuntiva i pascoli a Nord (dove oggi si trovano i Princes
Street Gardens) vennero inondati e divennero il North Loch.

Il lago e le mura ebbero sicuramente
incrementato i sistemi difensivi intorno alla città, ma essi limitarono
anche l'area abitabile per la popolazione che continuava a crescere. D'un tratto
perciò il problema del sovraffollamento divenne prioritario rispetto
al pericolo di invasioni inglesi.
I dati anagrafici redatti dai notabili cittadini del tempo dimostrano che il
controllo sulle costruzioni era praticamente inesistente; un protocollo del
1500 di John Fowler descrive come case piuttosto alte cominciavano a comparire
a ridosso delle mura perimetrali. Tali edifci erano definiti Lands
(o più comunemente Tenements), e crescevano ad una media di
dieci o undici piani. Uno di essi, in Parliament Square,
raggiunse addirittura l'altezza vertiginosa di quattordici piani.
Visto che lo spazio occupato era sopra ogni limite venne sfruttato il terreno
di arenaria: come gli edifici della Vecchia Edimburgo crescevano in altezza,
le fondamenta divennero sempre più profonde, ed innumerevoli celle e
cantine vi si potevano ricavare.
I declivi che si trovavano su entrambi i lati della High Street non
costringevano a scavare le fondamenta solo dall'alto, ma permettevano di lavorare
dalla base della cresta e lungo i pendii, consentendo così di andare
molto più in profondità in verticale e in diagonale, e di procedere
più rapidamente.
Tale caratteristica geomorfologica della rocca era una vera e popria sfida per
gli abitanti della città, che però sfruttarono al meglio tale
particolarità: presto le fondamenta di Edimburgo rassomigliarono a tane
di conigli, e le celle sembrarono più che altro caverne scavate nel ventre
della collina. E sebbene si era iniziato a scavare dal di fuori, tanto più
ci si inoltrava al di sotto della rocca, tanto più in profondità
si scendeva al di sotto degli edifici cittadini; e, a causa della pendenza dei
fianchi della rupe e della 'coda', i livelli delle celle e delle cantine potevano
essere sistemati uno sopra l'altro, in una struttura 'ad alveare' unica in tutto
il territorio. A quelle profondità naturalmente vi era un alto tasso
di umidità, e la temperatura doveva essere piuttosto rigida, senza contare
la perenne oscurità sotterranea: tutti elementi, questi, che possono
dare la misura di quella che sarebbe stata la vita là sotto. La Città
Sotterranea era infatti appena nata.
In seguito alla sconfitta della Battaglia di Flodden, dove trovò
la morte anche l'amato Re Giacomo IV della casata degli Stuart, la popolazione
di Edimburgo fu presa dal panico: senza una guida, e con la minaccia degli inglesi
alle porte della città, le vecchie difese non sembravano più adeguate.
Re Giacomo IV
Fu perciò deciso di erigere
un altro bastione difensivo, nella zona di Cowgate, al tempo la parte
più benestante della città. Contemporaneamente ventiquattro tra
gli uomini più coraggiosi vennero scelti per pattugliare le strade e
le mura, con il compito di avvisare la popolazione in caso di un attacco inglese;
la squadra venne chiamata Old Town Guard. Il resto dei cittadini rimaneva
chiuso nelle case, con le spade a portata di mano, pronto a difendere la propria
vita. I costruttori delle mura lavorarono ad un ritmo così febbrile che
in un tempo incredibilmente breve tutta la città, inclusa Cowgate,
venne chiusa.
Le Mura di Flodden erano una costruzione molto più imponente
della precedente cinta muraria del 1450. Il nuovo bastione misurava circa sette
metri di altezza, e le mura erano spesse un metro e mezzo; erano munite di cancelli,
parapetti e torrioni ornati da feritoie strette per gli arcieri, e più
grandi per i cannoni. Il Flodden Wall partiva dal Castello e scendeva
verso Sud fino a Grassmarket; risaliva su da Vennel fino Lauriston
e deviava a Nord verso quella che oggi è Bristo Square; continuava
verso Est lungo Pleasance e il lato meridionale di College Street,
attraversava Cowgate e seguiva il ripido pendio di St. Mary's Wynd
fino Netherbow sulla cresta della High Street; proseguiva,
ancora, dall'altro lato della High Street e si arrestava solo nei pressi
del North Loch.
La porta di Netherbow fu chiamata la 'World's End' (fine del
mondo, oggi sede del Pub omonimo), e non per caso: nessuno degli abitanti della
città infatti osava avventurarsi fuori da questa imponente ed estrema
difesa.
Il Flodden Wall
Peraltro lo sforzo a cui si sottoposero
i costruttori delle mura fu vano, perchè alla fine gli inglesi non attaccarono.
Il solo risultato che raggiunse il Flodden Wall fu quello di isolare
completamente Edimburgo, che per oltre 250 anni non costruì nessun edificio
al di fuori della propria barricata.
La struttura muraria inoltre, anche se era stata eretta in ogni possibile direzione
per prevenire attacchi da ogni lato, era molto ristretta come area (non più
di un chilometro e mezzo di lunghezza e quattrocento metri di ampiezza) e tutta
la grande massa della popolazione vi era stoccata all'interno. E' facile pensare
come la necessità di abitare qualsiasi spazio, anche piccolo, spingesse
a costruire edifici impossibili, alcuni dei quali raggiunsero i quaranta metri.
Furono questi i primi grattacieli nel mondo, innalzati fino a dove gli architetti
della città osavano spingersi.
Gli spazi erbosi presto scomparvero sotto i Tenements, e i passaggi
tra questi edifici erano così stretti che vennero presto chiamati 'chiuse'.
E quando ogni metro quadrato in superficie fu occupato, alla popolazione non
restò che espandersi sottoterra.
Nei Tenements una strana struttura sociale si sviluppò; non
vi era motivo (nè la possibilità) di separare le classi sociali
in quartieri differenziati: poveri e benestanti erano tutti mescolati assieme,
e chiunque si accaparrava uno spazio abitabile vi si insediava. Alla fine però
prevalse, come accade in ogni società, il sistema di classi, e gli stessi
edifici divennero la personificazione materiale di tale struttura: il pescivendolo
abitava al piano terra, l'albergatore al primo piano, la Contessa al secondo
e la Duchessa al terzo; sopra di esse la sarta e altri commercianti, fino all'attico.
Per i più poveri c'erano le cantine sotterranee.
Nel 1822 William Hazlitt chiamò la Old Town:
"...Una città di
palazzi, o di tombe - una cava piuttosto che un'abitazione di uomini..."
e Robert Louis Stevenson la descrisse
come:
"...Una tana
per conigli per il mondo intero non soltanto per il numero dei suoi abitanti,
ma per il complicato sistema di buchi e di passaggi..."
E' piuttosto difficile immaginare le orribili condizioni di vita di coloro che
abitavano le camere sotto il livello del suolo: l'inverno di Edimburgo è
freddo, umido e ventoso, e all'interno delle mura di pietra delle celle sotterranee
la temperatura doveva essere glaciale. I fuochi potevano scaldare, ma il fumo
acre stagnava all'interno, non avendo sbocchi, per tacere del rischio che gli
edifici superiori, fatti in buona parte di legno, correvano.
La minaccia di incendi era infatti fonte di costante preoccupazione per gli
ufficiali cittadini; le volte sotterranee costruite in pietra, tuttavia, erano
certamente un luogo più sicuro rispetto ai Tenements in superficie.
Nel 1666 un Consiglio cittadino stabilì una multa contro chiunque venisse
sorpreso a cuocere il pane negli edifici alti o nelle mansarde, invece che nelle
celle o nelle volte sotterranee; gli abitanti del sottosuolo devono aver tirato
un sospiro di sollievo a quell'annuncio, perchè se uno degli edifici
in superficie fosse crollato in seguito ad un incendio, li avrebbe sepolti vivi
sotto una montagna di legname.
Ma se l'inverno era duro, in estate le condizioni di vita nella Città
Sotterranea erano peggiori.
Edimburgo non aveva un sistema fognario. Il metodo usato per liberarsi dei rifiuti
nella Old Town era quello di gridare dalla finestra 'Gardy-loo'
e poi gettare tutto in strada. Il grido derivava dalla parola francese Gardez
l'eau (attenzione all'acqua), ma in questo caso non era acqua che veniva
buttata dalla finestra: liquidi di scarico, letame, cadaveri di animali domestici,
tutto quello che non serviva più in casa veniva scagliato nella pubblica
via.
La High Street sulla cresta della 'coda' era la zona che versava in
condizioni più tollerabili, visto che le acque di scarico e molti rifiuti
rotolavano giù lungo i pendii collinari. Qui le celle sotterranee erano
più abitabili, e molti commercianti le usavano come magazzini per le
loro merci; anche così, però, chi abitava al piano terra dove
scavare dei canaletti tra la massa di rifiuti che riempiva la strada per aprirsi
un varco verso la porta di casa.
Nelle strette e malsane 'chiuse' dietro il Royal Mile la sporcizia
arrivava alle caviglie, e il North Loch si trasformò ben presto
i una fogna a cielo aperto.
Le condizioni di vita di chi viveva al piano terra erano al limite, ma quelle
di chi stava nel sottosuolo, con i liquidi di scarico che filtravano attraverso
la strada e gocciolavano in continuazione erano addirittura intollerabili; eppure
le persone continuavano a vivere nelle volte e nelle celle, perchè non
c'era nessun altro posto dove andare.
Nel frattempo i Tenements continuavano a crescere in altezza, coprendo
quasi interamente il cielo; nuovi livelli vennero aggiunti agli edifici preesistenti,
fino a che i piani sulla strada divennero essi stessi le fondamenta dei palazzi
che li circondavano. Le case che una volta erano all'aria aperta ora erano seppellite,
escluse per sempre dalla luce del giorno, e divennero parte della Città
Sotterranea che si stava allargando spaventosamente: non importava quanto alti
potessero crescere gli edifici, o quanto essi potessero ostacolarsi; la roccia
poteva essere scavata, e nuove celle e cantine ricavate, con un effetto visivo
complessivo allucinante.

Edimburgo fortificata,
con i grattacieli che sfidavano le leggi fisiche e il suo alveare sotterraneo,
rimase inviolata e isolata fino al XVIII secolo; nel 1745 fu invasa dal Principe
Carlo che tentava di riconquistare le provincie scozzesi sotto il trono britannico.
Tale audace conquista era stata sempre frustrata e, un anno dopo, le truppe
di Carlo vennero annientate a Culloden. Questa doveva essere l'ultima
battaglia combattuta in terra britannica, e alla fine venne la pace in Scozia.
A partire dal XIX secolo le grandiose Mura di Flodden erano in rovina,
e finalmente la popolazione potè espandersi al di fuori di esse e colonizzare
il territorio circostante. Edimburgo si trovò a questo punto a fronteggiare
un nuovo problema.
Attorno alla Old Town vi erano sette colline, e le curve irregolari
del terreno causavano un serio ostacolo all'espansione urbana. Ma Edimburgo
è sempre stata una città unica nel suo genere, e come tale pervenne
infine ad una altrettanto unica soluzione: sebbene Calton Hill e Castle
hill tutt'ora si ergono al di sopra della città, i restanti cinque
colli sembrano essere svaniti. Moultree's Hill, Bunker's Hill,
St. John's Hill, St. Leonard's Hill, Heriot's Hill
sono sempre al loro posto, ma nascosti da una finissima tecnica ingegneristica:
La distanza che separava le cinque colline venne infatti annullata da cinque
immensi ponti di collegamento; e le gole che giacevano al di sotto di essi fornirono
perfette condizioni per una seconda città sotterranea.
North Brige (1970)
Nel primo XIX secolo Edimburgo stava vivendo una sorta di 'piccolo rinascimento'
culturale, tanto da essersi guadagnata il nome di 'Atene del Nord'. La città
primeggiava nei campi della medicina, della giurisprudenza, della filosofia,
dell'educazione, e, cosa più importante, dell'architettura. L'Università
di Edimburgo dettava nozioni di ingegneria civile già dal 1800 - quasi
un quarto di secolo prima del resto dell' Europa - e tutti gli ingegneri civili
visitavano almeno una volta la città. Così, quando i ponti vennero
costruiti, tale sistema di collegamento non aveva eguali. I cinque ponti vennero
completati tra il 1765 e il 1833, intorno alla zona centrale della Old Town.
Essi vennero chiamati North Bridge, South Bridge, George
IV Bridge, Regent's Bridge e King's Bridge; la loro caratteristica
principale non era tanto la grandiosità dal punto di vista architettonico,
quanto piuttosto la loro perfetta integrazione con le strade già esistenti.
Al di sotto e attorno ad essi ogni spazio venne riempito, palazzi e costruzioni
innalzate e incastrate, fino ad ottenere un effetto di alta qualità edile.
Le camere e le celle così ottenute vennero collegate da passaggi, scale
e strade, e molte di esse - oggi le famose 'volte infestate' - si resero completamente
invisibili in superficie.
Tali camere sotterranee servirono in seguito a svariati usi, e non tutti previsti
al tempo della loro nascita: da magazzini per lo stoccaggio delle merci dei
commercianti di vini, gioielli, tessuti, scarpe, ben presto gli spazi che si
immergevano nelle profondità della terra vennero occupati da membri dell'aristocrazia
'deviata', ubriaconi e debosciati dediti a festini e orge, e spesso a pratiche
sataniche. Da ricordare a questo proposito una setta di nobili depravati che
si autodefiniva l' 'Hellfire Club' (Il Club del Fuco dell' Inferno).
Anche per questi motivi le zone sottostanti i ponti vennero ben presto abbandonate
dalle classi benestanti della città; lasciata a se stessa la seconda
Città Sotterranea divenne così la zona più affollata e
malfamata.
Nei punti più bassi della Old Town, tra South Bridge
e George IV Bridge, il quartiere di Cowgate, che in passato
era stato uno dei più ricchi e nobili di Edimburgo, divenne un covo di
disperati, immerso in un'oscurità permanente e umida. Lo stesso destino
colpì altre zone di nobile memoria, come Grassmarket e il quartiere
alla base di Castle Hill.
Una combinazione di fattori economici e politici spinse i cittadini benestanti,
molti commercianti nonchè industriali e agricoltori, a disertare la Old
Town e - grazie alla caduta del Flodden Wall - a stanziarsi nella
vallata sottostante, dove oggi sorge la New Town. A questo va aggiunto
che la crisi agricola del periodo causò un esodo di massa dalle campagne
alle città: i contadini, attratti dal miraggio del lavoro cittadino,
si riversarono nelle aree urbane sovraffollandone i quartieri. Nel caso di Edimburgo,
tutti gli immigrati, i disoccupati, i poveri e i disperati - si rifugiavano
nella Città Sotterranea.
Come ultimo fattore - non certo ultimo per importanza - il triste fenomeno dell'
Highland Clearance portò in città anche coloro che non
avevano preso la via del mare, tanto che tra il 1800 e il 1830, in soli trent'anni,
la popolazione di Edimburgo raddoppiò.
Le condizioni nella Città Sotterranea erano terribili: una cella buia
e fredda di poche decine di metri quadrati era abitata anche da più di
una famiglia, l'umidità e la sporcizia erano perenni, e i topi vagavano
ovunque, portando malattie ed epidemie.
Le camere al di sotto di South Bridge e di George IV Bridge,
Cowgate e la stessa Città Sotterranea della Old Town,
erano i luoghi più miserabili del territorio, luoghi che in futuro sarebbero
rimasti abitati solo da cadaveri e dalle loro anime erranti.
La vita degli abitanti della Underground City era un inferno in terra:
a quel tempo chi era disoccupato mendicava o rubava; chi lavorava doveva subire
ogni sorta di angherie da parte dei padroni; non esistevano sindacati che potessero
tutelare gli interessi della classe salariata, e lo sfruttamento minorile era
una consuetudine. Nelle industrie di chiodi i ragazzi potevano essere inchiodati
per le orecchie ad una tavola se troppe punte non riuscivano dritte; gli orari
di lavoro di solito andavano dalle sei del mattino alle dieci della sera, senza
pausa, e chi rifiutava queste regole veniva sostituito da altri senza mezzi
termini.
Nelle miniere dei Lothian giovani donne aiutavano a caricare i carrelli
di carbone nelle viscere della terra e i più giovani, maschi e femmine,
venivano impiegati nei cunicoli più stretti, pieni di fumo e di altre
sostanze tossiche; frequentemente molti di questi poveretti, dopo tanto tempo
passato in tali stretti passaggi, rimanevano fisicamente menomati per sempre.

Ancora, molti di
questi bambini si addormentavano sulle rotaie delle miniere mentre erano in
attesa del carico di materiale da portare in superficie, debilitati dalle fatiche
e dal freddo pungente, e non si accorgevano dell'arrivo del pesante carrello
di ferro, che li investiva uccidendoli sul colpo.
I riformisti dell'epoca cercarono più volte di modificare tale situazione
inumana, ma gli interessi dei padroni delle miniere erano troppo importanti
per cedere alle pressioni degli 'umanitari'. Questo fino a quando un inviato
non scattò una foto.
Questa ritraeva un bambino e una bambina l'uno accanto all'altra che si attaccavano
ad una sbarra legata ad una corda (sistema chiamato Pulley, che consentiva
di ritornare in superficie). I due erano seminudi, e d'altronde in quelle condizioni
l'ultima cosa a cui si pensava era l'abbigliamento.
La foto fece scandalo tra i benpensanti dell'epoca Vittoriana, dove la sola
idea di sue adolescenti a contatto così ravvicinato era impensabile.
E vi fu un tale scalpore che molti sistemi all'interno delle miniere vennero
soppressi all'istante.
Vi era tuttavia un altro settore dove le condizioni dei bambini erano terrificanti:
il settore degli spazzacamini.
Fino alla metà del XIX secolo gli spazzacamini usavano ingaggiare bambini
di età giovanissima, dai quattro anni in su, sia per cercare di soddisfare
la numerosissima domanda della cittadinanza (le case di Edimburgo erano famose
per la serie di camini che ogni tetto ospitava), sia per motivi di praticità:
un bambino poteva infilarsi nella stretta cappa fumaria molto meglio di un adulto,
con risultati più soddisfacenti.
Il costo della vita in città era elevatissimo, il lavoro poco e il denaro
ancora meno. Molte famiglie numerose accettavano di vendere i propri figli in
cambio di denaro, e la manodopera perciò non scarseggiava.
I problemi sorgevano, dal punto di vista dei datori di lavoro, quando i loro
'baby-spazzacamini' rimanevano incastrati nella canna fumaria: i camini non
erano dritti, ma seguivano molto spesso l'andamento di altri tubi interni, e
per questo accadeva di frequente che un bambino, nello scivolare giù,
non fosse poi in grado di risalire.
A quel punto vi erano diverse soluzioni: la prima consisteva nel mandare un
altro bambino, legato ad una corda, a prelevare quello incastrato, in modo che
poi si potevano tirare su tutti e due. Il rischio era tuttavia che anche il
secondo potesse rimanere intrappolato; una seconda soluzione consisteva nell'accendere
il fuoco all'interno dell'abitazione, in modo da spingere il piccolo a movimenti
estremi per tentare di liberarsi, e tornare su. I bambini che venivano impiegati
nella pulizia dei camini erano sottoposti ad un trattamento della pelle molto
particolare: essa veniva esposta ad una forte fonte di calore, per renderla
più resistente al fuoco. Questa pratica disumana non era quasi mai efficace,
e contirbuiva solo a rovinare il bambino per sempre.
La terza soluzione, usata solo in casi estremi e malvolentieri dai proprietari
dell'abitazione, consisteva nel praticare una breccia all'altezza del camino
dove si presumeva potesse essere intrappolato il bambino, e tentare di tirarlo
fuori.
Nei recessi oscuri della Città Sotterranea quasi tutti si conoscevao
tra di loro; la violenza dominava e si cercava di sopravvivere con ogni mezzo;
la stessa polizia scendeva malvolentieri a rimettere ordine nelle volte e nelle
cantine, dove bastava la più piccola provocazione per far insorgere la
folla e creare una rivolta.
Nel 1736 un contrabbandiere chiamato Wilson fu arrestato dalla polizia e condannato
all'impiccagione a Grassmarket per resistenza e aggressione a pubblico
ufficiale (aveva sgambettato tre guardie per consentire ad un suo complice di
scappare).
Il giorno dell'esecuzione una folla emerse dai recessi del sottosuolo per dimostrare
il proprio disaccordo verso quell'esecuzione che, a loro dire, colpiva una bravata
e nient'altro. Presto la folla si eccitò e l'assembramento sfociò
in una rivolta. Si cominciarono a lanciare pietre verso le guardie, e a quel
punto il loro Capitano, John Porteous, ordinò di sparare: almeno sei
persone rimasero uccise, e venti ferite; per questa sua iniziativa personale
Porteous venne arrestato e condananto a morte. In attesa dell'esecuzione fu
imprigionato a Parliament Square, nella prigione di Tolbooth,
ma venne in seguito riabilitato dalla Regina Carolina in persona. La folla,
appresa la notizia, si riversò alla prigione, prelevò con la forza
Porteous e lo impiccò a Grassmarket. L'attimo dopo tutti si
erano dileguati nelle chiuse e nelle camere sotterranee. Nessuno venne perseguito
dalle autorità per questo delitto.
Fu la Riforma sociale unita ad un certo numero di incendi e di crolli che pose
fine alla Città Sotterranea. Il primo episodio avvenne nel 1824, con
il Grande Incendio di Edimburgo, non certo il primo - ve ne erano già
stati nel 1544, 1676, 1700, 1725 - ma sicuramente il più grande; partì
dall' Old Assembly Close e si allargò a buona parte del Royal
Mile, da Parliament Square ad Hunter Close. Il fuoco
arse con tale furia che si impiegò tre giorni per spegnerlo, e devastò
quasi tutti gli edifici in legno che si affacciavano sulla strada principale.
Persino Tron Kirk cedette, e le sue guglie crollarono infine sulla
strada. Già in quest'occasione molte delle abitazioni sotterranee iniziarono
a vedere un po' di luce.
Il secondo disastro sulla High Street occorse alla Trotter's House,
un grande edificio in pietra dislocato in Bailie Fife's Close. La casa
aveva circa 250 anni, ma il 24 Novembre 1861 crollò improvvisamente nel
mezzo della notte seppellendo trentacinque persone. Gli abitanti delle case
vicine uscirono in fretta e si misero a scavare freneticamente nel tentativo
di salvare eventuali sopravvissuti; da sotto le macerie si udì un grido:
'Heave awa' lads, I'm no deid yet!'. Era un ragazzo che venne tirato
fuori ancora vivo, e che da quel giorno la chiusa venne anche chiamata Heave
Awa' Land.
L'incendio e il crollo di Trotter's House produssero dei cambiamenti
nella Old Town. Molte case vecchie vennero abbattute, e parte della
popolazione fu costretta a trasferirsi. La fine del XVIII secolo vedeva anche
la fine della Underground City.
Le camere sotterranee vennero abbandonate, riempite di pietre e calce oppure
lasciate a se stesse; le volte al di sotto dei ponti vennero lasciate libere,
e molte di esse furono sigillate.
Quello che spesso è fuori vista cade molto presto nell'oblio, e fu così
che la Città Sotterranea divenne leggenda; sebbene molto della sua struttura
originaria è ora perduta, esisterebbero ancora oggi tunnel e passaggi
sotterranei al di sotto della Old Town - per tacere di quelli al di
sotto del Castello - e c'è chi giura che anche Princes Street
avrebbe una rete di strade e cunicoli sotterranei.
Oggi, i punti più facili da raggiungere per chi voglia visitare parte
della Underground City sono le volte al di sotto di South Bridge.
Mary King's Close, Greyfriars Churchyard, Marlin's Wynd
sono nomi che ricorrono nelle leggende della Vecchia Edimburgo, leggende che
narrano di spettri e delitti, di fatti soprannaturali e di maledizioni antichissime.
E anche questo ha contribuito a fare della Città Sotterranea una cupa
leggenda metropolitana.
Quelle che seguono
sono alcune tra le più famose leggende riguardanti la Città Sotterranea
di Edimburgo, sopravvissute a secoli di storia per la forza e, non si può
nascondere, per il senso di tenebra che trasmettono ad ogni frase. Alcune di
queste restano solo storie; altre, a Edimburgo si preferisce raccontarle solo
di giorno.
Di tutte la strade e la chiuse della città, sepolte
o meno, Mary King's Close rimane ben radicata nella
memoria di Edimburgo.
Sebbene sia oggi nascosta al di sotto della Council's
City Chambers, la strada ancora esiste ed è aperta ai visitatori;
chi in realtà fosse Mary King è tutt'ora un mistero,
e la stessa chiusa sarebbe scivolata via nella storia anonimamente se non fosse
stato per la pestilenza del 1645. Le condizioni igieniche ben al di sotto della
decenza nel Flodden Wall fornirono un terreno fertile perfetto per
il diffondersi della malattia, e quando la piaga divenne inevitabile Edimburgo
venne devastata: prima della pestilenza, la popolazione complessiva raggiungeva
i 40.000 abitanti; quando l'epidemia cessò furono registrati appena 60
cittadini in grado di reggere un arma e difendere la città. Per ovvi
motivi una piaga di tale scala gettò nel panico gli ufficiali cittadini,
e la soluzione alla quale arrivarono fu tanto dubbia quanto drastica: decisero
di murare tutte le aree dove la peste era esplosa. In un'occasione il Consiglio
sigillò un ospedale infantile con tutti i bambini dentro, ancora vivi;
le madri, scoperto quello che era accaduto, lasciarono il lavoro e si precipitarono
sulla High Street, mendicando cibo, acqua e coperte, qualunque cosa
che sarebbe potuta servire per confortare la loro prole condannata.
Quando le donne raggiunsero l'ospedale il Consiglio permise loro di entrare
per stare con i bambini terrorizzati, per poi murare di nuovo l'edificio, madri
e figli insieme, per sempre.
Mary King's Close
Lo stesso destino colpì Mary King's Close, che venne chiuso
imprigionando le persone che vi abitavano. Quando, due mesi dopo, il Consiglio
decise che il pericolo era passato, e che era più sicuro rimuovere i
corpi, il rigor mortis aveva già avvolto tra le sue spire i
cadaveri. Muniti di speciali maschere imbottite di erbe (metodo inutile, visto
che i batteri erano trasmessi attraverso gli acari dei ratti) gli addetti governativi
smembrarono i corpi con delle asce e trasportarono i resti su dei carri.
Le vittime vennero sepolte in fosse comuni al di fuori delle mura cittadine,
in quello che oggi è The Meadows, un parco verde e fertile.
Le azioni del Consiglio fecero guadagnare alla strada colpita dalla malattia
il soprannome di 'Sanguinaria Mary's Close', un titolo che negli anni
a venire avrebbe dimostrato tutta la sua verità.
Sebbene la pestilenza passò rapidamente, Mary King's Close rimase
chiusa e, con il passare degli anni, essa divenne un luogo tetro e misterioso:
apri una di quelle lunghe porte chiuse - si sussurrava - e le mortali dita della
peste ghermiranno ancora una volta la città. Questo naturalmente non
era vero, ma il mistero causa paura, e la paura si propaga più in fretta
di qualunque altra piaga. Secondo le credenze del tempo, Mary King's Close
divenne rapidamente un luogo infestato da presenze spettrali.
Se si guardava attraverso le finestre cadenti che davano sulla chiusa, in tarda
notte, si sarebbero potuti osservare i suoi abitanti, da tempo morti, impegnati
nelle loro abituali faccende - e apparentemente ignari di essere morti.
Ma molti di questi fantasmi non erano completi: a qualcuno mancava la testa,
ad altri un braccio, e così via.
Nel 1685 venne pubblicato Satan's Invisible World (Il Mondo Invisibile
di Satana) di George Sinclair, Professore di Filosofia Morale alla Glasgow
University. L'opera era un resoconto delle azioni diaboliche nel medioevo,
e conteneva molte storie riguardanti Mary King's Close. Se mai ce ne
fosse stato bisogno, tale trattato conferì alla chiusa l'alone macabro
di strada infernale.
Molti anni dopo la scomparsa della pestilenza venne disegnato un progetto per
rendere di nuovo abitabili alcune zone di Mary King's Close; dato il
cronico sovraffollamento della città questo avrebbe dovuto essere un
obiettivo facilmente raggiungibile.
Secondo il Professor Sinclair il primo ad abitare di nuovo la chiusa fu un avvocato,
Thomas Coltheart, insieme alla moglie.
Una domenica, mentre la signora Coltheart stava recitando le Scritture, una
testa priva di corpo, ma con una folta barba sul viso galleggiò attraverso
la stanza. Il marito, forse ancora immerso nel sonno, o girato in un'altra direzione,
non vide niente; anche per questo il racconto della moglie gli sembrò
piuttosto difficile da accettare. Ma quella notte il fantasma apparve di nuovo,
mentre la coppia si era appena coricata, e questa volta entrambi lo videro.
Gli inquilini, terrorizzati, iniziarono a pregare Dio, il Paradiso, e chiunque
potesse ascoltarli lassù, ma questo ottenne solo il risultato di fare
infuriare lo spettro.
Alla testa fluttuante si aggiunsero bambini, animali, arti sezionati e moltre
altre apparizioni mostruose. Una mano volante sembrò stringere quella
della moglie dell'avvocato, che naturalmente svenne sul colpo.
Improvvisamente tutti i fantasmi scomparvero.
Il sig. Coltheart dimostrò un grande coraggio (o una follia preoccupante)
scegliendo di rimanere nella sua abitazione in Mary King's Close fino
alla morte. Ma tale decisione dovette aumentare la furia del mondo degli spettri,
perchè essi prepararono la loro vendetta.
Il giorno in cui l'avvocato passò a miglior vita un amico di famiglia,
che viveva a dieci miglia di distanza, a Tranent, si svegliò
e vide una 'specie di nuvola' fluttuare attraverso la stanza; la nuvola si modellò
poi nella testa di Thomas Coltheart. Il significato apparve subito chiaro: anche
lui era entrato a far parte degli eterni abitanti della Sanguinaria Mary
King's Close.
Il Consiglio di Edimburgo, trovando molto difficile persuadere la gente che
Mary King's Close fosse un luogo prezioso e confortevole cominciò
ad offrire le case in affitto gratuito, nel chiaro ed estremo tentativo di trovare
dei residenti.
Ma quando un vecchio soldato con consorte vi si trasferì, trovandosi
a convivere con parti di corpi sanguinanti e altre amenità simili lasciò
immediatamente la chiusa e da quel momento Mary King's Close venne
abbandonata per sempre.
Nel 1750 un incendio distrusse i piani a Sud della strada, e pochi anni dopo
l'Ufficio Reale di Cambio venne costruito sopra. Il Consiglio sperò quindi
che i commercianti potessero utilizzare il nuovo spazio ottenuto come mercato.
Ma essi erano riluttanti a porre le proprie mercanzie sul luogo più infestato
di Edimburgo, e si insediarono perciò davanti alla Chiesa di St.
Gilles, dalla parte opposta del Royal Mile.
Sebbene la parte meridionale della chiusa fosse ora sottoterra, il lato Nord
(quello che oggi è Cockburn Street) era ancora accessibile.
Comunque dal 1845 l'intera strada era in rovina e alla fine venne chiusa completamente.
Oggi l'unico modo di visitare Mary King's Close è scendere al
di sotto della City Chambers; peraltro sopravvivono ancora racconti
di strani rumori che proverrebbero da dietro le mura sotterranee, rumori di
qualcosa che graffia per uscire. Alcuni pensano che possa trattarsi dello spettro
di qualche bambino appestato murato vivo; altri che lo spirito appartenga ad
uno dei piccoli spazzacamino, rimasto incastrato nella canna fumaria. Nella
profondità della chiusa, in una delle stanze, si annida un fantasma chiamato
Sarah, che infesterebbe la cucina del Royal Exchange Coffee House.
Sarah fu per la prima volta scoperta da un sensitivo, e sembra che sia una presenza
benigna. Ma questo naturalmente dipende dai punti di vista.
La
City Chambers oggi
I fantasmi degli antichi abitanti di Mary King's Close non sarebbero
del tutto scomparsi. Recentemente un gruppo di infermiere passò la notte
in uno dei quartieri della chiusa, a scopo di beneficienza. La mattina dopo
molti chiesero alle donne se qualcosa avesse disturbato il loro sonno. E loro
risposero di no, anche se il rumore proveniente dal pub di sopra le aveva infastidite
un po'. Si può immaginare perciò l'orrore che comparve sui loro
volti quando appresero che ai piani superiori vi era soltanto la City Chambers,
che di notte rimaneva chiusa e silenziosa.
Altrettanto inquietante è la storia del Suonatore
di Tamburo, una delle più famose leggende della Città Sotterranea.
All'inizio del XIX secolo venne scoperto un tunnel al di sotto del Castello
di Edimburgo. Il Consiglio cittadino, incuriosito circa la direzione del passaggio,
decise di mandare qualcuno ad esplorarlo. Il problema era che l'entrata, essendo
molto stretta, non consentiva a nessun uomo di violarla. Nessun adulto, almeno.
Siccome non vi erano nani in città la scelta cadde sui bambini. Ne venne
scelto uno di dieci anni , che avrebbe dovuto penetrare nel passaggio sotterraneo
per vedere dove conduceva. Se la cosa può sembrare orribile oggi, si
deve tener presente che a quel tempo molti bambini erano impiegati in lavori
abbastanza duri, come la pulizia dei camini e di altri spazi angusti.
I membri del Consiglio diedero al bambino un tamburello che egli avrebbe dovuto
suonare ad intervalli regolari, così da far sempre capire la sua posizione.
Poi, il piccolo venne spinto dentro.
Gli uomini seguivano il suono del tamburello dalla strada al di sopra del tunnel
(che sembrava procedere lungo High Street), avvertendo distintamente
il suono del tamburo. Fino a quando il bambino non suonò più.
All'altezza di Tron Church nessun rumore si udì più,
mettendo i membri del Consiglio di fronte ad un dilemma: mandare un altro bambino
- con il rischio di perdere anche lui - oppure risolvere in altro modo? La decisione
fu di sigillare l'entrata del passaggio, che venne murata e mai più riaperta.
Il tunnel esiste ancora oggi? E' mai esistito? O si tratta semplicemente di
una favoletta che si raccontava per spaventare i bambini disubbidienti?
Il Castello di Edimburgo è tutt'ora una guarnigione militare in attività,
ed è molto difficile ottenere informazioni certe sull'esistenza di passaggi
del genere. Ma sembra che l'idea della sua esistenza non sia così fantasiosa.
D'altra parte la struttura della Old Town si presta a nascondere sotto
le sue strade anche più di un tunnel.
I residenti locali sono pronti a giurare che in certe notti, quando i rumori
esterni non disturbano, un lontano ma frenetico rullare può essere udito
al di sotto del livello del suolo, all'altezza della Tron Kirk. Nel
1994 una donna, durante un tour privato lungo le volte sotterranee, svenne dopo
aver sentito dalla guida la storia del Suonatore di Tamburo. Quando rinvenne
potè raccontare agli attoniti compagni la ragione del suo collasso. Aveva
infatti udito il suono di un tamburo dal muro dietro di lei proprio un attimo
prima che la guida ne raccontasse la leggenda.
Nel 1996 ad un piccolo gruppo di 'streghe' scozzesi venne accordato il permesso
di usare una delle volte sotterranee per svolgervi i propri riti. Entrando nelle
camere al di sotto di South Bridge il capo del gruppo, George Cameron,
seppe immediatamente dove il loro tempio sarebbe stato posto: una delle volte,
infatti, era impregnata di una forte 'energia psichica' che poteva facilmente
essere utilizzata per i suoi scopi. Per una curiosa coincidenza quella stanza
era anche la più asciutta e la più calda. Dettagli, questi, che
sarebbero presto cambiati.
Il tempio pagano venne quindi costruito nella camera: un cerchio di pietre fu
eretto e incantesimi protettivi vennero recitati su tutti gli oggetti magici
presenti nella volta. In un angolo George pose uno specchio verticale necessario
per alcune cerimonie.
All'inzio le cose andarono nel migliore dei modi. La setta eseguiva rituali
di Magia Bianca (niente sacrifici umani o pratiche sataniche) soprattutto in
tarda notte. Di giorno chiunque poteva scendere ed ammirare il Tempio
delle Streghe con i suoi oggetti magici. Ma ad un certo punto le cose
cominciarono a cambiare in peggio.
Lo stesso Cameron per primo fu messo in allarme; egli aveva sempre affermato
di essere in grado di percepire gli spiriti dei morti che vagavano nella stanza,
ma aveva anche precisato che si trattava di entità benigne. Adesso invece
avvertiva una nuova e diversa presenza: qualcosa di maligno aveva invaso la
volta.
Per niente rassegnato, e nel tentativo di sconfiggere la presenza, Cameron si
preparò a passare la notte da solo nel suo tempio, un atto questo di
coraggio assoluto.
Così accadde che appena dopo la mezzanotte lo stregone udì qualcosa
strisciare attraverso l'oscurità nei pressi dello specchio. Troppo spaventato
per accendere la sua torcia, Cameron si limitò a recitare un incantesimo
adatto a tenere il visitatore invisibile a bada. Funzionò.
L'entità non attraversò mai il cerchio di pietre all'interno del
quale Cameron si era rifugiato. Lo stregone bianco aveva vinto la prima battaglia,
ma questo non era che l'inizio di tutti i problemi.
In tre occasioni nei mesi seguenti i visitatori del tempio pagano avvertirono
improvvisi cali di temperatura fino a livelli dolorosi per la pelle. Altri lamentarono
che lo specchio in fondo alla volta li faceva sentire 'scomodi'. Altri ancora
affermarono di aver visto riflessa nello specchio una figura 'grande e bianca';
in particolare, due donne gridarono in una circostanza che una figura bianca
era uscita e rientrata rapidamente nello specchio.
Un visitatore, un sensitivo piuttosto conosciuto, diede il suo parere: ' Non
è uno specchio - disse, puntando il dito verso l'oggetto - ma una porta.
Una porta che fa entrare il male'.
George Cameron era sempre rimasto silenzioso durante tali testimonianze, ma
dovette ammettere l'evidenza: invece di portare nella stanza uno specchio autonomo,
come le cerimonie richiedevano, egli ne aveva staccato uno dalla porta di un
guardaroba. Il sensitivo aveva ragione.
Nonostante ciò Cameron non si rassegnava, e lanciò una serie di
incantesimi protettivi verso lo specchio. Ma questa volta il tempio era vicino
alla rovina. Sebbene il tetto e tre pareti della stanza erano perfettamente
asciutti, il muro più vicino allo specchio trasudava umidità e
macchie gialle di ossidazione si erano formate sulla sua superficie. La volta
era rimasta priva di umidità per più di 150 anni, ma ora lo specchio
era immerso in una pozza d'acqua scura e maleodorante che continuava ad allargarsi.
George Cameron
Il 18 Ottobre 1996
il tempio venne trasferito in un'altra camera; ma George, affascinato dal potere
dello specchio, insistè nel portarlo anche nel nuovo locale. Non appena
esso venne rimosso, la vecchia volta tornò ad essere completamente asciutta
dopo poche settimane.
Nel nuovo tempio pagano lo specchio venne ritrovato diverse volte a terra, capovolto
ma mai danneggiato, e questo anche se la camera rimaneva sempre chiusa.
Nella stanza accanto un gruppo di turisti stava visitando le celle sotterranee
quando una donna avvertì un repentino calo di temperatura, mentre due
bambini, di tre e quattro anni, iniziarono a piangere puntando il dito verso
l'apparentemente spoglia parete di fronte. I bambini insistevano che un 'uomo
dallo specchio' li stava spaventando.
C'è un interessante annotazione di fondo alla storia.
Lo specchio fu trovato rotto una mattina. George Cameron chiese allora ad uno
dei suoi amici di rimuovere l'oggetto e di buttarlo via. L'uomo eseguì
il compito, ma pochi giorni dopo venne investito da un'auto.
Durante il XVIII secolo un negozio di gioielli usava una cantina sotterranea
come magazzino. Tale volta aveva una caratteristica: un'apertura dava sulla
strada e permetteva alla luce di filtrare.
Per evitare il rischio che i bambini potessero cadervi dentro l'apertura rimaneva
sigillata; ma a volte la barriera di protezione veniva scoperta divelta; per
opera di vandali o di forze demoniache non si può dire. In ogni caso,
tante volte veniva scardinata, tante volte l'apertura veniva richiusa.
In una occasione però il pertugio rimase in vista, e due turisti canadesi,
affascinati da quella che poteva essere un'entrata per la città sotterranea,
ne rimasero molto colpiti. I ragazzi decisero allora di esplorarne i recessi,
e muniti di torce si infilarono nel angusto passaggio, per trovarsi nel magazzino
della gioielleria, immerso nell'oscurità.
Accese le torce si rivelò agli occhi degli avventurieri una serie di
camere che si snodava in lungo e in largo intorno a loro. Presi dall'eccitazione,
i due presero ad esplorare le volte, ma quando erano già piuttosto lontani
dall'apertura, una delle due torce si spense. Un certo nervosismo cominciò
a serpeggiare tra i due amici, tanto che decisero di abbandonare l'esplorazione
e di tornare indietro. Fatti pochi passi, però, anche la seconda torcia
li abbandonò. Immersi nell'oscurità, i canadesi si resero conto
di non sapersi più orientare; continuarono lo stesso a camminare verso
quella che credevano la strada del ritorno, ma due ore dopo vagavano ancora
tra le volte sotterranee.
Quando ormai la loro sanità mentale era ai limiti, e le loro gole rauche
dal troppo gridare, la mano di uno dei due ragazzi trovò una superficie
di legno. La porta del magazzino della gioielleria. Aperta la porta, tuttavia,
fu ancora buio.

Durante il loro vagabondaggio
sottoterra la barriera era stata rimessa e non c'era più una via d'uscita.
Erano in trappola.
Ma questa volta, per loro fortuna, la stanza era proprio vicino alla strada,
e le loro urla vennero udite; dopo poco i due turisti erano tratti in salvo
e potevano di nuovo vedere la luce del sole.
Quando i ragazzi si guardarono in viso per commentare la brutta avventura mancò
poco che svenissero sul colpo: la fronte e le guance di entrambi erano coperte
di graffi, anche se loro non avevano sentito niente; graffi che solo artigli
affilati potevano infliggere.
Il MacKenzie
Poltergeist è un'entità malvagia, e si sono fatte molte
ipotesi sulla natura del fenomeno; molti credono sia lo spettro di 'MacKenzie
il sanguinario', un giudice alle dipendenze di Re Carlo I e feroce persecutore
di un gruppo religioso chiamato Covenanters. La sua casa era situata
proprio dalla parte opposta al South Bridge.
Una teoria più scientifica suggerisce che si possa trattare di un Poltergeist,
un'ipotesi sorretta dalle statistiche: il fenomeno sarebbe particolarmente potente
proprio in presenza di bambini sotto le volte della Città Sotterranea.
Il fantasma venne scoperto nel Giugno del 1995, attraverso quello che venne
poi definito 'punto freddo'. Due visitatrici australiane, nell'attraversare
la porta di una camera, vennero assalite da un freddo glaciale che le fece arretrare.
Una di esse cercò di sostenere l'altra, già ben oltre la porta,
e gridò. Altri turisti accorsero, e i più coraggiosi protesero
un braccio oltre la soglia, nell'oscurità. In quella camera vi era un
freddo incredibile.
Dicembre dello stesso anno: una studentessa polacca ascoltava la sua guida appoggiata
al muro di una volta, quando improvvisamente si mise a tremare, e svenne. Dietro
di lei, una pietra del muro era fredda come il ghiaccio, mentre tutte le altre
avevano temperatura normale.
Nel Marzo del 1996 una canadese lamentò che l'aria intorno a lei era
incredibilmente fredda; pochi attimi dopo giaceva al suolo priva di conoscenza.
A quel punto apparve chiaro a tutti che il 'punto freddo', qualunque cosa potesse
essere, colpiva solo le donne.
Questi eventi mossero la Association for the Scientific Study of Anomalous
Phenomena, un gruppo di investigatori psichici operanti in tutta la nazione;
essi non arrivarono a nessuna conclusione, e presto il 'punto freddo' si manifestò
in modi peggiori.
Nel Giugno 1996 un gruppo di colleghi d'ufficio scendeva attraverso le volte
sotterranee: tutti erano vestiti con eleganza, visto che dopo avrebbero dovuto
festeggiare una loro pari, molto brava e professionale.
Il gruppo seguiva una guida attraverso le camere, e poi si fermava per ascoltare
la storia delle volte, della città sotterranea e dei suoi abitanti. In
un'occasione la ragazza, Anne Cooper, stava dietro a tutti; ad un certo punto
i visitatori avvertirono alle loro spalle un pianto sommesso, e si voltarono:
Anne Cooper stava in ginocchio sul pavimento e piangeva, stringendo la testa
tra le mani. Dovettero sorreggerla, portarla in superficie e poi in ospedale
con un'ambulanza. Quando fu in grado di parlare raccontò agli attoniti
ascoltatori che ad un certo punto si era sentita gelare, e una mano l'aveva
afferrata dietro la nuca, spingendola a terra. Ma dietro di lei non c'era nessuno.
Successivamente altri visitatori provarono la terribile esperienza di dita ghiacciate
sul corpo, e nel Settembre 1996 un bambino di dieci anni venne portato in superficie
svenuto, e poi raccontò di essere stato preso per la testa da due mani
freddissime.
Una mappa delle Volte
Nonostante le volte siano sotto
il livello del suolo, le pietre che formano le mura sono piuttosto calde e asciutte;
e questo rende il fenomeno del 'punto freddo' ancora più enigmatico.
C'è un muro in una stanza che è stato responsabile dei due terzi
dei fatti spettrali che si sono svolti nelle camere sotterranee. Questa parete
si trova in quella che è stata definita, a ragione, la Volta Infestata.
La Volta Infestata ha una storia incredibile: a prima vista sembra una camera
come le altre, nè troppo grande nè troppo piccola; fu sigillata
nel 1824 e rimase relativamente anonima per oltre 170 anni. Ma questa camera
non è come le altre.
Le Rock Band di Edimburgo usavano scegliere le volte sotterranee per le loro
prove, visto che le pareti insonorizzavano naturalmente il suono, e non disturbavano.
Uno di questi gruppi scelse la Volta Infestata per le prove, e tutto l'apparato
elettrico e musicale venne trasferito sotto.
Ma sin da subito i ragazzi cominciarono ad odiare quel posto, chiedendo sempre
più insistentemente di essere trasferiti. Infine il permesso gli fu accordato,
anche perchè il luogo era diventato così umido da non poter essere
più utilizzato. L'umidità inoltre rischiava di espandersi alle
altre stanze, e quindi la Rock Band venne spostata molto più lontano.
Non appena la camera fu di nuovo vuota, l'umidità scomparve.
Nel Luglio del 1995 una donna, parte di un gruppo di turisti che visitavano
le volte, iniziò a delirare quando entrò nella Volta Infestata.
Sgomitando e spingendo si aprì un varco tra gli altri turisti e corse
via, gridando: 'Stai lontano da me!'.
Interrogata più tardi, ella giurò che delle mani avevano provato
ad afferrarla, anche se intorno a lei non c'era nessuno.
Significativamente, la donna stava nel lato sinistro della volta, e in seguito
si scoprì che tutti gli 'attacchi' avvenivano in quella parte della stanza.
Lo stesso mese un ragazzo americano venne colpito dal fenomeno. Egli era parte
di un gruppo di turisti che visitava la Città Sotterranea; la guida,
giunta in una delle volte, propose di spegnere tutte le torce per creare atmosfera;
nell'oscurità, ad un certo punto, la folla udì una serie di ingiurie
in accento americano. Le torce vennero accese e puntate nella direzione della
voce: accanto ad una delle pareti stava il ragazzo americano, carponi sul pavimento,
con intorno il contenuto del suo zaino sparso al suolo; artigliava l'aria infuriato,
ma intorno a lui non c'era nessuno. Quando realizzò, il terrore lo assalì
e per tutto il resto del percorso rimase muto e tremante.
Soltanto un mese più tardi un visitatore di undici anni emerse dal tour
sotterraneo con le braccia coperte di graffi; raccontò di essere stato
attaccato dall'alto da mani artigliate, ma di aver pensato che il trucco facesse
parte del tour. Ma sia l'americano che l'adolescente si erano fermati sulla
parete sinistra della Volta Infestata.
Il mausoleo di 'Bloody' MacKenzie
Marion Duffy venne con il marito e la figlia Claire, di sei anni, dagli USA
per visitare Edimburgo. La donna era a conoscenza della Città Sotterranea
e voleva visitarla, ma non era sicura che la figlia avrebbe avuto il coraggio
di seguirla. Claire invece giurò che sarebbe rimasta sempre vicino alla
madre e che sarebbe stata tranquilla. La famiglia decise perciò di seguire
il tour l'ultimo giorno del loro viaggio.
Come aveva promesso, Claire ebbe un comportamento impeccabile: seguiva la madre
lungo i tunnel illuminati da fioche candele come se si trattasse della cosa
più normale al mondo; questo rese la madre orgogliosa, tanto più
che era lei stessa ad avere paura.
Quando la guida cominciò a raccontare le leggende del sottosuolo Claire
si strinse sempre più alla madre; la guida propose poi di spegnere le
torce, per creare più atmosfera, e il gruppo rimase nell'oscurità.
Così, madre e figlia ascoltarono le terribili storie della Città
Sotterranea mano nella mano. Alla fine la guida disse che le torce potevano
essere accese di nuovo, e con grande sollievo tutti eseguirono. Ma gli ultimi
secondi di oscurità Claire strinse improvvisamente la mano di Marion.
Solo che era una stretta d'acciaio, che una bambina di sei anni non avrebbe
mai potuto dare. Marion gridò di dolore, ma la stretta si fece ancora
più forte. Poi venne la luce e tutti si guardarono intorno per scoprire
chi aveva gridato; Marion cercò subito la figlia, che però non
era lì accanto. Claire stava qualche metro più distante, e si
guardava intorno disorientata.
Quando le luci si erano spente Claire aveva preso quella che credeva la mano
della madre. Poi era stata condotta dolcemente di qualche passo nell'oscurità.
Quando la luce era tornata, la mano che stringeva Claire si era improvvisamente
ritirata, e lei si era trovata copletamente sola. Nella parete sinistra della
Volta Infestata.
Dopo questi fatti le guide si interrogarono: essi avevano osservato che, salvo
pochissime eccezioni, il MacKenzie Poltergeist, se di lui si trattava,
colpiva le donne; escogitarono allora una soluzione: nei prossimi tour, le donne
sarebbero state fatte passare accanto alla parete destra, mentre gli uomini
su quella sinistra. Funzionò.
I turisti vennero lasciati in pace, ma lo spettro iniziò ad attaccare
le guide, donne naturalmente.
Con il passare del tempo però gli episodi si fecero sempre più
rari, fino a scomparire del tutto. Oggi infatti non si registrano anomalie di
sorta.
Questo è coinciso con apparizioni simili presso il Cimitero di Greyfriars;
d'altra parte i Poltergeist, a differenza degli spettri comuni, possono
spostarsi, non essendo legati ai luoghi, ma alle persone.
Da quando i tour notturni hanno coinvolto anche il Cimitero di Greyfriars
alcune guide si sono spostate. e tra di esse ve ne sono alcune che prima erano
nelle volte sotterranee. Il Poltergeist sembra averle seguite. |
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DEACON BRODIE
Esistono davvero pochissime persone al mondo che non
hanno mai sentito parlare del Dott. Jekyll e Mr. Hyde. Molti meno sanno però
che l'ispirazione per il personaggio del famoso racconto di Robert Louis Stevenson
è giunta da uno dei più illustri cittadini della vecchia Edimburgo,
William Brodie, incomparabile ebanista, abitante e membro della società
cittadina, Diacono della Incorporation of Wrights e consigliere cittadino.
William Brodie nacque nel 1741, uno di undici figli dei quali solo tre raggiunsero
la maturità; la famiglia, benestante, viveva in una magione oltre l'entrata
di Brodie's Close (nominata in onore del padre Francis), che oggi è praticamente
scomparsa in seguito ai lavori effettuati per costruire Victoria Street.

Quando nel 1782 Francis Brodie morì, lasciò in eredità
a William qualcosa come 10.000 sterline, la proprietà della casa intorno
alla High Street e una serie di affari ben avviati. Chiaramente, quindi, la
vita del giovane Brodie deve essere stata confortevole e agiata. Tuttavia William
Brodie aveva un vizio pericoloso: quello del gioco d'azzardo.
Essendo stato esposto si da giovane insieme ai suoi pari alle lusinghe del Club
più prestigioso della città, 'The Cafè', Brodie venne attratto
per sua sfortuna dalle ombre oscure dell'iniquità e del degrado, che
colpivano molti nobili del XVIII secolo.
James Clark era il proprietario di una poco raccomandabile taverna all'inizio
di Fleshmarket Close; ed era lì che principalmente William Brodie esercitava
la sua disonestà e i suoi imbrogli.
Brodie era salutato dagli ubriaconi e giocatori di professione del locale come
loro capo, e il più audace scommettitore in un altro vizio: il combattimento
dei galli, dal quale Brodie ricavava somme elevate.
Come se non bastasse, egli decise di aggiungere ai suoi oneri finanziari il
mantenimento di tre famiglie: quella legittima viveva in Brodie's Close; la
sua prima moglie, Anne Grant, gli diede due femmine e un maschio, e viveva in
Cant's Close; la sua seconda moglie, Jean Watt, che gli diede due figli, abitava
in Libberton's Wynd (e c'è da riconoscere all'uomo la particolare abilità
di aver sempre tenuto nascoste le rispettive storie alle sue donne).
La passione di Brodie per la molteplicità iniziò molto prima della
morte di suo padre, e gli diede comunque un considerevole aggravio finanziario
e delle responsabilità già prima di ereditare la sua fortuna;
e inoltre lo spinse a cercare di trovare soluzioni alternative per ripianare
le casse salassate. Barare al gioco, con dadi truccati e simili, gli consentiva
di portare a casa solo poche guinee, che non bastavano mai. Doveva tentare il
colpo grosso.
L'occasione era molto vicina a lui: era abitudine dei commercianti dell'epoca
di appendere le chiavi dei loro locali ad un chiodo sul retro del negozio durante
le ore lavorative. Nascondendo un pezzo di mastice nel palmo della mano, Deacon
Brodie sarebbe entrato da questi ingenui mercanti con la scusa di comprare,
e non appena questi fossero stati occupati con dei veri clienti, avrebbe fatto
il calco delle chiavi con il mastice.
Gli scassinatori notturni divennero un male comune in città con Deacon
Brodie, al di sopra di ogni sospetto almeno quanto lo poteva essere il Provost
(Sindaco) o il Ministro della St. Gilles High Kirk.
Nel Luglio del 1786 giunse a Edimburgo un inglese chiamato George Smith, il
quale venne presentato a Deacon Brodie mentre si stava sistemando nell'albergo
di Michael Henderson, a Grassmarket. Smth possedeva la doppia qualifica di riconosciuto
criminale e fabbricante di chiavi - due qualità dalle quali Deacon Brodie
avrebbe potuto trarre sicuro beneficio.
I due uomini, così divisi dal punto di vista sociale, divennero così
complici.
Nel 1787 alla coppia si aggiunsero altri due individui: Andrew Ainslie e John
Brown erano due malfattori che Simth stesso aveva incontrato in albergo. Deacon
Brodie stava diventando molto ambizioso, e i quattro misero subito in atto il
primo 'colpo'; era la notte del 29 ottobre 1787 quando la banda penetrò,
attraverso un passaggio sotterraneo, nella College Library di Edimburgo, e dopo
aver scardinato diverse porte, raggiunsero il loro obiettivo: la Mazza d'Argento
dell' Università di Edimburgo. Quando, la mattina dopo, si notò
l'assenza del prezioso oggetto, Deacon Brodie, in qualità di consigliere
cittadino, manifestò la più pura sorpresa e il più sincero
orrore all'oltraggio che era stato perpetrato.
Numerosi furti e ruberie vennero compiute dalla gang negli anni seguenti. Ma
il colpo più grosso fu senza dubbio: il colpo all' Ufficio delle Imposte
sarebbe stato il capolavoro che avrebbe coronato la carriera di Brodie, gli
avrebbe consentito di liberarsi dei suoi complici e di ritirarsi finalmente
nell' agio più completo.
Oltre Netherbow, nel quartiere di Canongate, vi era un' enclave piuttosto spazioso
chiamato Chessel's Court. Alla fine dello spiazzo vi era un grande edificio,
che nel XVIII secolo ospitava l' Ufficio Generale delle Imposte della Scozia.
Tale Ufficio custodiva la maggior parte delle entrate dei sudditi di Sua Maestà;
in effetti tali somme avrebbero dovuto essere conservate in una banca, ma Deacon
Brodie aveva preparato a lungo il suo piano, e sapeva che quella volta il trasferimento
ancora non c'era stato.
Un giorno Brodie e Smith entrarono nell' Ufficio con la scusa di cercare il
cugino di Deacon, e mentre questi si intratteneva con l'impiegato di turno,
Smith prendeva il calco delle chiavi con il solito metodo.
Usciti dall'Ufficio i due disegnarono la pianta degli iterni, e si prepararono
al colpo notturno insieme ad Ainslie e Brown.
Armati sino ai denti, la banda si mosse mercoledì 5 Marzo. Ainslie rimaneva
di guardia all'esterno, mentre Brodie perquisiva una parte dell'edificio; a
Smith e Brown sarebbe toccata un'altra ala degli uffici.
Ad un certo punto Ainslie da fuori vide un'ombra entrare nella struttura, e
subito dopo due figure uscire. Allarmato, e per paura che fossero due giardie
notturne, il ladro fece il fischio convenuto, e fuggì.
Deacno Brodie si era accorto dell' individuo che era entrato; si trattava di
Mr. Bonar, Esattore delle Tasse, tornato per ritirare alcune cose che aveva
dimenticato. Egli non si stupì di trovare la porta aperta, e pensò
anzi che alcuni impiegati si erano fermati a lavorare fino a tardi. Prese perciò
le sue cose e tornò a casa.
Brodie, che aveva due pistole nella cintola, decise che per non creare troppo
caos la cosa migliore era dileguarsi, e così fece.
Smith e Brown nel frattempo continuavano il loro lavoro di ricerca di contanti.
Trovarono in un cassetto 16 sterline (e non scoprirono il cassetto segreto che
ne conteneva 600); poco dopo anche loro se ne andarono.
La mattina seguente i quattro si ritrovarono a Cowgate per dividere il malloppo.
Questo sarebbe stato l'ultimo loro incontro, e Deacon venne accusato senza mezzi
termini di essere il responsabile del fallimento del colpo.
Nella mente di John Brown si era fatta strada già da tempo l'idea di
tradire la banda, denunciandolo alle autorità, così da poter intascare
il premio promesso dagli ufficiali cittadini, che ammontava a 150 sterline,
ed ottenere il 'perdono di Sua Maestà' (così recitava il provvedimento
governativo). Il giorno stesso perciò Brown si recò presso il
Procuratore Fiscale e raccontò tutto, tranne il coinvolgimento di Deacon
Brodie (probabilemente il piano di Brown era quello di ricattare il complice
successivamente). Fu così che Smith, sua moglie e la servitù,
e Ainslie vennero imprigionati a Toolboth, dove ricevettero la visita del consigliere
cittadino Deacon Brodie. Ma il carceriere aveva ricevuto l'ordine di non far
passare nessuno, e Brodie fu costretto ad andarsene.
(Tolbooth)
Temendo il peggio Deacon Brodie preparò la fuga, stavolta dall'intera
nazione. Intanto gli investigatori proseguivano le indagini, e si accorgevano
di essere in errore, perchè nè Smith nè Anslie si dicevano
a conoscenza del crimine, e il nome di Brodie continuava ad essere taciuto.
Solo quando i complici seppero della fuga del loro capo Brown si decise a fare
chiarezza e a denunciarlo. Immediatamente venne spiccato un mandato di cattura
e una taglia, 200 sterline per 'William Brodie, notevole e stimato cittadino
di Edimburgo'.
Deacon Brodie intanto era riuscito ad impedire al messaggero del Re di entrare
in Scozia, costringendolo a tornare in Inghilterra. Subito dopo, tramite un
suo amico avvocato, era riuscito a raccogliere denaro e documenti falsi per
espatriare; domenica 23 Marzo egli si imbarcò da Leith e giunse sulle
sponde del Tamigi a notte inoltrata. Due passeggeri del traghetto tuttavia,
che avevano conosciuto Brodie come Mr. John Dixon, giunti a Leith e appresa
la notizia dei crimini di Deacon Brodie, riconobbero nel ricercato il passeggero
che viaggiava sotto falso nome, e informarono subito lo sceriffo.
Di lì a pochi giorni Deacon Brodie venne trovato e catturato ad Amsterdam.
Il 17 Luglio venne riportato a Edimburgo dove, dopo un processo, venne imprigionato
a Toolboth.
L'estate del 1788 tutti e quattro i membri della Banda Brodie erano in attesa
di giudizio. Brown però aveva ricevuto la grazia per i crimini passati
(compreso un omicidio) purchè testimoniasse in aula al processo. In Agosto
il giudice decise di rimettersi per Ainslie al giudizio del Re, e di procedere
solo contro Brodie e Smith.
Il processo iniziò il 27 Agosto1788. Dopo 21 ore di dibattimento, la
Giuria venne lasciata uscire per esprimere un verdetto.Erano le sei di giovedì
28 Agosto. Il giudice pronunciò, in seguito al parere unanime della giuria,
la sentenza di morte da eseguirsi in data 1 Ottobre.
I prigionieri vennero condotti nella Stanza di Ferro alla pringione di Toolboth
in attesa del fatidico giorno, e furono incatenati al suolo.
Una leggenda vuole che Brodie, con l'aiuto di un amico medico, si fosse fatto
inoculare una sostanza che provocasse la morte apparente, per sfuggire al capestro.
E quindi il furbo criminale sarebbe stato il primo della storia a 'morire' per
mezzo di una siringa. Tuttavia la realtà fu che il giorno dell'esecuzione
Brodie venne accompagnato dal boia sul patibolo. Ma mentre gli veniva aggiustato
il cappio attorno al collo, ci si accorse che la corda era troppo corta. Allora
Brodie venne fatto scendere in attesa di procedere alle modifiche. Solo al terzo
tentativo, alla fine, il corpo di Deacon Brodie penzolava nella pubblica piazza
davanti ai cittadini di Edimburgo.

Alcuni credono che il corpo di Brodie sia stato portato via, subito dopo l'esecuzione,
in un carro coperto al laboratorio del medico per risvegliarlo. Altri sostengono
che Brodie si fosse fatto inserire un tubo metallico in gola per prevenire il
soffocamento. Nonostante le molte leggende che circolano intorno a questo strano
personaggio, la verità è che Deacon Brodie morì quel 1
Ottobre 1788, e restò tale fino a quando uno scrittore, R.L.Stevenson,
non decise di riportarlo alla vita con una delle sue opere più famose:
Lo Strano Caso del Dottor Jekyll e di Mr. Hyde.
BURKE E HARE
Voltaire pensava che le uccisioni di massa risalissero
al primo re, prete o eroe della storia dell'umanità. Da quel momento
non vi è stato nessun periodo storico che non abbia annoverato tali tipologie
di criminali.
Due esempi molto famosi di questa 'Arte Nera' nella storia di Edimburgo sono
William Burke e William Hare.
William Burke nacque a Tyrone (Irlanda) nel 1792. Sebbene cattolico, la sua
principale occupazione era quella di chierichetto nel Ministero Presbiteriano
locale.
All' età di 26 anni, dopo aver cambiato più di un lavoro - panettiere,
sarto, attendente, marito e padre di tre bambini - Burke decise di lasciare
l'Irlanda e di stabilirsi a Glasgow. Lì divenne, come molti suoi connazionali,
uno sterratore allo Union Canal.
Nello stesso periodo si innamorò di Helen McDougal, e con lei girovagò
attraverso le Lowlands, fino a giungere ad Edimburgo nel 1819.

Trovata una sistemazione presso il Beggar's Hotel, la coppia si mise a commerciare
in beni di seconda mano. Di lì a poco Burke conobbe il suo futuro compagno
di nefandezze, William Hare, uomo della stessa età, razza e discendenza.
Non si hanno tuttavia notizie di Hare sino al momento in cui egli arrivò
in Scozia; come Burke, Hare lavorò dapprima come sterratore, nella speranza
di diventare ricco. I due si conobbero a Edimburgo - dove anche Hare si era
spostato. Questi alloggiava presso la Mrs Log's Boarding House in Tanner's Close;
nel 1826 Burke e Miss McDougal si trasferirono nella medesima abitazione.
Si dice che i due uomini ebbero uno scontro la prima volta che si fronteggiarono
in tribunale. Burke aveva lo sguardo di un cane rabbioso, mentre Hare, più
alto e più freddo, quello di un lupo famelico.
Anche le rispettive donne erano diverse tra loro: Miss McDougal, religiosa e
introversa; Mrs Hare (la figlia di Mrs Log, che Hare aveva sposato dopo la sua
morte rilevando così l'albergo) vivace e trasgressiva, con il vizio del
bere.
Il 29 Novembre 1827 Hare entrò nella stanza di Burke annunciando la morte
di 'Old Donald', un vecchio pensionato, ex Highlander. Il vecchio lasciava 3£
di affitto. Hare, sconvolto dalla rabbia, propose di gettare il cadavere del
pensionato nel canale di scolo della strada. E secondo i resoconti storici,
fu in quei giorni che Hare coniò le parole blasfeme 'I Ladri di Cadaveri'.
I Ladri di Cadaveri.
Per i ricchi il termine aveva un significato osceno e terribile, che spingeva
a proteggersi e usare tutte le precauzioni possibili.
Per i poveri era il primo orrore nella malattia, e l'ultimo terrore nella morte;
l'orrore di essere disseppelliti da autentici sciacalli, caricati su un carro
e stesi sopra un tavolo di laboratorio per essere dissezionati da medici apprendisti.
Il furto dei cadaveri divenne una specialità piuttosto diffusa nel corso
del XIX secolo. Essa richiedeva pazienza, coraggio, allenamento e molte risorse.
Tali qualità erano carenti in Burke, egoista incompetente, sebbene la
leggenda popolare vuole altrimenti. Burke e Hare in realtà non erano
'Ladri di Cadaveri', ma assassini - una differenza sottile.
Quello stesso pomeriggio i due acquistarono da un conciatore della chiusa un
sacco di corteccia. Quando il becchino ebbe finito e se ne fu andato, Burke
e Hare rimossero il cadavere dalla tomba, e vi misero il sacco di corteccia;
poi inchiodarono di nuovo la bara.
La notte stessa i due 'Body Snatchers' vendettero il corpo per 7,10 sterline
al Dottor Knox, al 10 Surgeon's Square, il noto Anatomista indipendente. E il
primo affare fu compiuto.
Tornati a casa Burke, Hare e consorti si misero a bere e a speculare sul loro
futuro. Le donne suggerirono ai loro uomini di iniziare un giro di affari regolari
con tale commercio di corpi - acquistando un carro, due badili, due lumi. Ma
Burke si tirò subito indietro: la sua codardia, la sua inerzia e debolezza
gli fecero accampare ogni sorta di scusa. Ne seguì una violenta contesa
verbale, dalla quale Burke uscì esasperato. Gli altri inconsapevolemente
lo stavano spingendo non verso il furto, ma verso l'assassinio.
La
Lodging House di William Burke
Ma ora Hare aveva un nuovo problema. Un altro inquilino, Joseph, giaceva morente
nella sua stanza, divorato dalla febbre. E il problema era che impiegava troppo
tempo a morire.
E la soluzione fu quella di penetrare nell'alloggio di Joseph, e soffocarlo
con un cuscino. Burke fu l'esecutore materiale dell'omicidio. Un altro viaggio
fino al 10 di Surgeon's Square fu compiuto, e il prezzo stavolta salì
a 10 sterline. L'avevano fatto di nuovo.
Ma da quel momento Burke e Hare furono fortunati. Essi non avevano bisogno di
cercare i corpi, perchè erano i corpi a venire da loro. Se la loro carriera
fosse continuata, essi avrebbero dovuto per forza di cose divenire cacciatori.
La loro prima preda fu una vecchia di Gilmerton, Abigail Simpson, che fu fatta
sparire nel Febbraio del 1828, dopo essere stata adescata da Hare e sua moglie.
L'uccisione, secondo quanto più tardi avrebbe confessato Burke, avvenne
per soffocamento, come nel precedente omicidio: semiincosciente dal troppo alcol
ingerito, Burke e Hare le chiusero naso e bocca, le immobilizzarono gambe e
braccia fino a quando il corpo non produsse l'ultimo sussulto.
Il solito Dottor Knox pagò anche questo cadavere 10 sterline.
La vittima successiva fu Mary Haldane, una prostituta dei bassifondi; sembra
che per il suo corpo Knox pagò più di 10 sterline.
Con il tempo Burke e Hare divvennero molto più sicuri delle loro capacità,
e trascurarono molte precauzioni; cominciarono a strappare alla vita persone
a desta e a sinistra, anche oltre la zona di Tanner's Close.
Il 9 Aprile 1828 fu il turno di Mary Paterson; fu il primo dei tre casi di omicidio
che condannò Burke alla cattura.
Le due giovani prostitute Janet Brown e Mary Paterson, entrambe di bella presenza,
e Paterson in possesso di un corpo perfetto - famoso nella Edimburgo notturna
- vennero avvicinate da Burke la mattina presto in un negozio. Propose loro
di bere qualcosa a casa sua, e nonostante le resistenze della Brown, alla fine
tutti e tre si incamminarono verso Tanner's Close.
Mary Paterson
Presto Burke si rese conto che il percorso era troppo
lungo, e decise di procedere per Gibb's Close nel quartiere di Canongate. In
quella zona viveva Constantine Burke, fratello di William e spazzino di servizio
alla locale centrale di polizia.
Vennero acquistate bottiglie di liquore. Contantine uscì per andare a
lavorare. Janet Brown ancora rifiutava l'alcol. Mary era già molto ubriaca.
Quando Burke già pregustava un duplice omicidio, arrivarono Helen McDougal
e la moglie di Constantine; in uno slancio di gelosia selvaggia Helen si avventò
su Burke, che le ruppe una bottiglia in testa. La moglie di Constantine fuggì
per cercare Hare; Janet Brown fuggì e si salvò la vita; Burke
prese la sanguinante ex compagna in braccio e trascinò Mary verso casa.
Hare arrivò quasi subito e, ancora una volta, un cadavere fu steso sul
tavolo del laboratorio di Knox: era quello di Mary Paterson - riconosciuto tra
l'altro da un suo studente. Knox rimase così meravigliato dalla perfezione
delle forme della Paterson che pagò un artista perchè immortalasse
quella bellezza in una sua opera.
Il cadavere di Mary Paterson nell'opera dell'artista
Altri tre delitti vennero commessi in rapida successione: un orfano inglese
malato e due altre donne smarrite vennero preparate per essere vendute.
La figlia di Mary Haldane, una prostituta come la madre, e un piccolo menomato
mentale vennero invitati da Hare ad accompagnarlo al Log's per conoscere notizie
sulla scomparsa della madre. Lì la ragazza venne catturata, legata e
massacrata.
Paradossalmente, forse, l'uccisione più cruenta fu quella che capitò
per caso a Burke. Egli se ne stava una sera in agguato per la strada, quando
il suo sguardo si posò su un individuo chiaramente ubriaco, un vecchio
che sarebbe stata un'eccellente vittima. Proprio quando Burke stava per avvicinare
il vecchio, una donna irlandese con il nipote comparvero in strada. La signora
chiese a Burke di aiutarla a portare i pacchi che aveva acquistato. L'assassino
lasciò immediatamente il vecchio, e decise di condurre la donna e il
piccolo sordomuto al suo albergo.
Quella notte Burke strangolò il nipote della donna; la mattina successiva
gli spezzò la spina dorsale con il ginocchio. A quel punto l'uomo cominciò
a provare delle fitte tremende, non di rimorso, ma di terrore. Come avrebbero
potuto portare una coppia di cadaveri dal medico, senza dare spiegazioni? E
un tale carico non avrebbe potuto insospettire qualcuno?
Burke e Hare decisero di rischiare.
Affittarono così un carro e un cavallo, vi caricarono i due cadaveri
e si incamminarono verso la solita meta. Ma mentre percorrevano Grassmarket
il cavallo stramazzò al suolo morto.
Burke interpretò il fatto come un segno di condanna per le loro malefatte,
e rimase incapace di agire. Hare salvò la notte: pagò due portantini
perchè portassero la merce al N.10 di Surgeon's Square, e quindi
ricevettero la somma pattuita da Knox.
Surgeon's
Square
Carichi entrambi di rabbia e frustrazione, Burke e Hare tornarono indietro al
punto dove giaceva il cavallo, e sfogarono la loro violenza contro un mendicante
- Burke gli tagliò la gola.
Dopo questo fatto Burke cadde in una profonda depressione; per curarsi, lui
ed Helen McDougal andarono a passare un po' di tempo a Falkirk, presso dei parenti.
La cura funzionò, e quando Burke fece ritorno a Edimburgo si sentiva
nuovamente stimolato a portare avanti il redditizio commercio. Solo che venne
a sapere che durante la sua assenza Hare aveva osato uccidere senza di lui,
e portando il corpo da Knox aveva guadagnato 8 sterline e se le era tenute per
sè.
Tra i due scoppiò una violenta lite, al termine della quale Burke e Helen
lasciarono il Log's, covo degli omicidi, e si trasferirono a casa di John Broggan,
un carrettiere cugino di Helen che abitava nella zona di West Port.
Fu in questa casa che la cugina di Helen, Ann McDougal, fu uccisa da Burke e
Hare dopo essere stata invitata a Edimburgo per una visita.
Da quel momento i due tornarono ad essere complici, misero da parte tutte le
discussioni e continuarono nei loro omicidi, che non si contarono più;
la carenza di prove cessò tuttavia con la sparizione di Daft Jamie e
l'assassinio della vedova Docherty.
Jamie era uno di quegli idioti che l'immaginario scozzese ha sempre cosiderato
con affetto; era un personaggio piuttosto conosciuto sulle strade della città:
pulito, pacifico nonostante la sua forza, amante del mondo. Il suo unico difetto
era il vizio del bere.
Attratto all'abitazione di Burke da Broggan, Jamie e gli assassini lottarono
a lungo prima di riuscire ad avere la meglio sul corpo del poveretto; Burke
ricevette un morso terribile sulla mano, che secondo le cronache dell' epoca
si infettò e andò in cancrena.
Ma tutti questi omicidi di massa vennero perpetrati senza più precauzioni.
Burke e Hare ormai agivano quasi alla luce del giorno, a volto scoperto, e senza
più alcun timore. Vennero alla fine denunciati da una coppia, i Gray.
La notte stessa, alle otto, il Conestabile Ferguson arrivò alla casa
di Burke, e trovò tutti e quattro - Burke, Hare, e consorti - intenti
a bere e cantare. Una rapida perquisizione portò alla luce cadaveri e
sangue, e questo fu l'inizio della fine.
Il processo di William Burke ed Helen McDougal presso la Corte di Giustizia,
il 24 Dicembre 1828, produsse un grande fermento in città; erano presenti
in aula circa cinquantacinque testimoni d'accusa, compresi William Hare e Mrs
Log.
Il Lord Avvocato non faticò a provare la colpevolezza di Burke, che venne
condannato a morte da Lord Boyle; Helen McDougal venne invece assolta per mancanza
di prove.
Il 28 Gennaio 1829 all'inizio di Liberton's Wynd, William Burke venne inpiccato
davanti ad una folla di ventimila persone, che si estendeva da Bowhead a Tron
Kirk.

William Hare fu costretto a lasciare la città, in quanto la gente pretendeva
per lui lo stesso destino toccato a Burke; venne in seguito riconosciuto e imprigionato
a Londra; evase dalla prigione ma, braccato senza pietà, morì
infine in una delle miserabili baracche della East End.
Le due donne svanirono gradualmente nell'oscurità dell'oblio, ma il Dr.
Knox fece ancora parlare di sè: dopo pochi anni di estrema ostinazione,
anch'egli lasciò Edimburgo per immergersi in una vita di alcol, squallore
e povertà a Londra.
I crimini di Burke e Hare sono ad oggi una delle pagine più nere e terribili
della storia della capitale scozzese.
IL CANNIBALE DI CANONGATE
Ai piedi di Canongate si trova Queensberry House, scenario
di uno degli eventi più orribili mai accaduti a Edimburgo. Questo alto,
buio edificio fu sempre causa di problemi sin dalla sua costruzione nel 1680.
Charles Maitland di Haltoun, che commissionò la casa, scelse di assumere
per i lavori massoni e lavoratori delle campagne, ai quali offrì salari
più bassi rispetto ai muratori di Canongate. L'amarezza crebbe. Vi furono
scaramucce violente tra i locali e i nuovi venuti, che culminarono in un vero
e proprio assalto alle attrezzature degli 'stranieri', che vennero portate via.
La mansione di Maitland venne infine completata, ma solo dopo il ricorso alla
legge.
La permanenza di Maitland nella sua casa fu tuttavia di breve durata; nel 1686
egli divenne il terzo Conte di Lauderdale e vendette l'edificio a William Lord
Drumlanrig, primo Duca di Queensberry. Queensberry prese possesso della casa
sotto costrizione, in quanto confinato a Edimburgo a causa della sua opposizione
alla politica pro-cattolica del Re Giacomo VII.
Il Duca sostenne la rivolta contro Giacomo, e con l'avvento al trono di William
D'Orange, Queensberry lasciò con gioia Edimburgo per riprendere possesso
delle sue proprietà a Drumlanrig. Sembrava però destinato a tornare
al buio di Queensberry House; una delle prime notti nella sua magnifica casa
di campagna il Duca si ammalò gravemente. La mattina dopo, sentendosi
isolato e privo di aiuti medici, lasciò la campagna per non farvi più
ritorno, non senza prima maledire quella costruzione.
Così cominciò l'infelice associazione tra la famiglia dei Queensberry
e la casa di Canongate che ne prese il nome. Fu a Queensberry House che morì
il primo Duca nel 1695; proprio nello stesso istante un marinaio scozzese in
Sicilia sobbalzava su una grande carrozza trascinata da sei cavalli che sfrecciavano
selvaggi verso il cratere fumante del Monte Etna, e sentiva una voce satanica
berciare ' [ecco] la strada del Duca di Drumlanrig'.
Queensberry House, oggi
Le fiamme portarono la tragedia alla famiglia Queensberry in altre occasioni;
cinque anni dopo la morte del Duca un nuovo lutto colpì a Queensberry
House: Anne, la figlia di William, giaceva sola a letto. Improvvisamente urla
di agonia bucarono l'aria. La servitù si precipitò nella camera
della ragazza, e trovò uno spettacolo terrificante: Anne si contorceva
freneticamente sulle lenzuola, gli abiti in fiamme e il volto una maschera di
orrore e sofferenza. Fu detto che
"...Il suo naso e gli occhi erano bruciati.
Quando tentò di aprire la bocca per gridare, il fuoco le entrò
dentro e le bruciò la lingua e la gola..."
I soccorritori arrivarono troppo tardi. Le ferite che aveva subito conussero
la figlia del Conte alla morte.
Nel 1707 la casa fu teatro di un macabro festino. Vi sono molte versioni della
storia, e questa di seguito è quella scritta nei primi decenni del XX
secolo dal giornale locale Weekly Scotsman.
James, secondo Duca di Queensberry, era, come suo padre, fervido sostenitore
di William D'Orange, il quale lo nominò Capitano delle sue Guardie Olandesi
e gli conferì diverse posizioni, tra cui Lord della Camera e del Tesoro.
Il Duca era uno dei Emissari per la stipulazione del Trattato dell' Unione (politica
portata avanti per annettere la Scozia al dominio inglese); in virtù
di tale incarico ricevette la somma di 12.325 sterline insieme con alcuni titoli
nobiliari, come Duca di Dover, Marchese di Beverley e Barone Ripon.
L'opinione popolare a Edimburgo era, com'è ovvio, di totale e ferma opposizione
al progetto di unione, e il sentimento di odio verso il Duca di Queensberry
era così aspro da costringere il nobile a spostarsi sotto la scorta della
polizia; durante il viaggio in carrozza da Parliament House a Queensberry House
l'uomo era bersagliato da lanci di pietre e altri proiettili simili, e la folla
lo seguiva inveendo contro la sua famiglia in ogni modo.
Quando alla fine il Trattato passò e venne ratificato, tutta Edimburgo
si riversò in Parliament Square; e vi andò pure il Duca in pompa
magna, assistito da tutti i suoi familiari compresa la servitù - più
che altro per protezione.
Il quartiere di Canongate era insolitamente deserto; nessun passante calcava
le strade, nessun suono si udiva della normale ita quotidiana di sempre; anche
a Queensberry House regnava per la prima volta un silenzio assoluto, visto che
tutti erano fuori ad assistere all'evento. Solo una persona occupava la grande
casa: il giovane sguattero, che era stato lasciato in cucina con il compito
di controllare la cottura dell'arrosto, e di girare di tanto in tanto lo spiedo
per non farlo bruciare. Dopo la cerimonia, infatti, a Queensberry House si sarebbe
tenuto un importante banchetto.
Improvvisamente nel pesante silenzio dell'edificio si udirono passi leggeri
e furtivi che si avvicinavano alla cucina: evidentemente il visitatore non voleva
farsi scoprire. Sulla soglia i passi si fermarono un attimo; lo sguattero si
girò incuriosito, e rimase paralizzato dall'orrore alla vista di una
figura gigantesca e deforme che si stagliava davanti a lui: sembrava un uomo,
ma si comportava come una bestia, i tratti del viso distorti da un ghigno feroce,
e gli occhi iniettati di sangue.
In due balzi la creatura attraversò la cucina e artigliò il pezzo
di carne che cuoceva sul fuoco, strappandolo via dallo spiedo. Poi si girò
verso il giovane servo, che era una statua di sale, pallida e immobile: la vittima
sentì due mani forti come tenaglie afferralo alle braccia; tentò
di urlare e di liberarsi, ma fu tutto inutile, il mostro che lo teneva non aveva
niente di umano, se non la forma fisica.
Passi, voci, risate. La servitù rientrava a casa, e ognuno riprendeva
il suo posto e i suoi compiti. Chi entrò in cucina rimase gelato dal
terrore: al centro della stanza giacevano i resti dell'arrosto che avrebbe dovuto
essere sul fuoco a cuocere; qualcosa però rosolava allo spiedo. Dello
sguattero nessuna traccia. Ma chi era quella figura che se ne stava accovacciata
vicino al girarrosto, intento a divorare con selvaggio furore un pezzo arrostito
di...?
Presto la verità si fece strada nei cuori delle persone che assistevano
all'orrendo banchetto; in quel momento un altro servo entrò in cucina
grindando: 'E' uscito! E' uscito! Dio, abbi pietà di noi!!'
Sua Grazia il Duca di Queensberry aveva titoli, salute e potere, ma a cosa serviva
tutto questo quando il suo erede era un maniaco bestiale?
Per molti anni si è tentato di mantenere il segreto, ma adesso questo
non era più possibile. Uno dei locali sotterranei di Queensberry House
era adibito a prigione per un individuo lunatico e sventurato: il figlio maggiore
del Duca di Queensberry, cresciuto come un demente fin dall'infanzia, malato
di un'incontrollabile forma di pazzia selvaggia e oscura, che lo rendeva in
tutto e per tutto simile ad una belva.
Quel giorno la firma del Trattato aveva portato tutta la città fuori
dalle case, e anche il servo addetto alla custodia del figlio del Duca aveva
abbandonato il posto ed era corso a Parliament Square. Il pazzo aveva approfittato
della mancata vigilanza per sfondare la porta della sua cella e salire ai piani
superiori. Attratto dall'odore saporito dell'arrosto si era poi diretto verso
la cucina, dove si era consumata la tragedia del giovane sguattero.
James Douglas, secondo Duca di Queensberry (by Godfrey Kneller)
Nel 1926 l'accaduto venne alla luce quando
il camio originale venne riportato alla luce in occasione del restauro dell'edificio.
Nel 1832 la famiglia dei Queensberry lasciò per sempre la magione e questa
divenne rifugio di poveri e indigenti.
Oggi Queensberry House è un ospedale, ma il passato non è del
tutto dimenticato: vi sono alcuni, infatti, che si rifiutano di entrare nelle
vecchie cucine dopo il tramonto, travolti dal terrore di restare vittime del
Cannibale di Canongate. |
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17/03/2016 16:07:30 |
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