NIBIRU - Genesi |
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Diego Antolini
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Zecharia Sitchin, linguista e storico russo, esperto di civiltà sumera (uno dei pochissimi studiosi in grado di decifrare le iscrizioni in carattere cuneiforme), assume come certo e veritiero, anche se confuso, tutto ciò che viene comunemente chiamato mitologia. Tutto ciò che rappresenta i costumi e gli usi di un popolo, dalle antiche tradizioni ai racconti popolari, dalle raffigurazioni su templi o su oggetti e utensili, alle varie pratiche cerimoniali, danze e canti propiziatori; tutto ciò sarebbe in realtà confusa memoria di fatti realmente accaduti.
Recenti studi astronomici confermano la scoperta di un altro pianeta nel sistema solare, un pianeta con un'orbita ellittica molto ampia, che lo porterebbe a transitare tra Marte e Giove ogni 3.600 anni. I Sumeri erano a conoscenza dell'esistenza di questo pianeta, che chiamavano Nibiru, "il pianeta dell'attraversamento", che proveniva dalle profondità dello spazio, al di fuori del nostro sistema solare; i suoi abitanti, gli Anunnaki, iniziarono a visitare la Terra circa mezzo milione di anni fa, e la cronaca di quei giorni può essere letta -secondo Sitchin- nell'Antico Testamento come nel libro di Gilgamesh.
Esiste un testo mesopotamico, l'Enuma Elish ("Quando nell'alto"), risalente a più di 4000 anni fa, scritto in caratteri cuneiformi, composto di sette tavole e nel quale, sotto forma di narrazione, si descrive la formazione del nostro Sistema Solare.
"Enuma elish la nabu shamamu (Quando nell'alto il Cielo non aveva ancora un nome Shaplitu ammatum shuma la zakrat" E in basso anche il duro suolo non aveva nome)
Così comincia l'Enuma Elish. Esistono all'inizio solo tre dei: Apsu ("uno che esiste fin dal principio"), Mummu ("uno che è nato") e Tiamat ("vergine della vita"). Dal rimescolamento delle acque primordiali (elemento base dell'universo) nascono Lahmu ("dio della guerra") e Lahamu ("signora delle battaglie"). Comparvero poi Anshar ("primo dei cieli") e Kishar ("primo delle terreferme"), i quali generarono Anu ("quello dei cieli") e Gaga. Si menziona poi Ea come "abile creatore".
L'accostamento degli dei del testo mesopotamico con i Pianeti del nostro Sistema Solare ha portato ad identificare Apsu con il Sole, Mummu con Mercurio, Lahamu con Venere, Lahmu con Marte, Tiamat con la Terra, Kishar con Giove, Anshar con Saturno, Gaga con Plutone, Anu con Urano ed Ea con Nettuno. Il testo prosegue descrivendo le orbite turbolente ed irregolari dei pianeti, tutta una serie di vicende caotiche che portarono infine ad una relativa pace, interrotta dall'arrivo di Marduk, un nuovo dio (e quindi un nuovo pianeta, formatosi altrove). Così prosegue L'Enuma Elish:
"Nella camera dei Fati, nel luogo dei Destini Un dio fu generato, il più capace e saggio degli dei; nel cuore del Profondo fu creato Marduk. Attraente era la sua figura, scintillante il levarsi dei suoi occhi; maestoso era il suo passo, imponente come nei tempi antichi …Egli era il più alto tra gli dei, superiore in tutto… Superbo tra gli dei, superava tutti per statura; le sue membra erano enormi, egli era eccezionalmente alto".
Il racconto indica quindi l'entrata di Marduk nel Sistema Solare; dopo una serie di deviazioni, la sua traiettoria si incrocia con quella di Tiamat, colpendola, inizialmente con un suo satellite:
"Il Signore distese la sua rete per avvilupparla; il Vento del Male, che gli stava dietro, le scatenò contro. Quando Tiamat aprì la bocca per divorarlo Egli le spinse contro il Vento del Male, in modo che non potesse più chiudere le labbra. I feroci venti di tempesta quindi caricarono il suo ventre; il suo corpo si gonfiò, la bocca si spalancò. Egli scagliò una freccia che le dilaniò il ventre; penetrò nelle sue viscere e le si conficcò nel grembo. Dopo averla così domata, egli spense il suo soffio vitale".
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Successivamente Marduk transita nuovamente vicino a Tiamat,
incrociandola per la seconda volta, e colpendola con la sua propria
superficie: la conseguenza è che Tiamat viene divisa in due, una parte
della quale formerà la cintura degli asteroidi (che attualmente orbita
tra Marte e Giove), mentre l'altra parte formerà la Terra, che verrà
spinta dal satellite di Marduk "Vento del Nord" (terza collisione) in
un'orbita nuova assieme a Kingu (Luna), che era già uno dei dieci
satelliti di Tiamat. L'Enuma Elish descrive questa serie di collisioni
così:
"Il Signore calpestò la parte posteriore di Tiamat; con la sua arma le tagliò di netto il cranio; recise i canali del suo sangue; e spinse il Vento del Nord a portare la parte ormai staccata verso luoghi che nessuno ancora conosceva. L'altra metà di lei egli innalzò come un paravento nei cieli; schiacciatala, piegò la sua coda fino a formare la Grande Fascia, simile a un bracciale posto a guardia dei cieli".
In
seguito, nel suo periodo di rivoluzione, Marduk attrasse il satellite
di Anshar (Saturno), Gaga (Plutone), spostandolo in un'orbita
indipendente attorno ad Apsu (Sole), come un vero e proprio pianeta. L'Enuma
Elish afferma chiaramente che Marduk proveniva da profondità cosmiche
esterne al nostro Sistema Solare; I sumeri chiamavano questo invasore
Nibiru, "il pianeta che attraversa". Nell' indicare la sua orbita, i
testi mesopotamici la descrivono come un'orbita grandissima, estesa fino
a regioni sconosciute dell'Universo. Ancora, nel mondo antico, vi era
la profonda convinzione che ciclicamente (ogni 3600 anni) questo pianeta
tornasse nelle vicinanze della Terra, e studi sempre più approfonditi
in questa direzione sembrano dare concretezza scientifica a questi
racconti epici. Un altro testo mesopotamico, tradotto da Viroellaud
vengono descritti i membri del gruppo Mulmul, ossia del nostro Sistema
Solare. Questo testo parla di "dodici pianeti" La riga 20 della tavola TE riporta:
"Naphar 12 sheremesh ha.la sha kakkab.lu sha Sin u Shamash ina libbi ittiqu"
Che significa "in totale dodici membri a cui appartengono il Sole e la Luna, e dove orbitano i pianeti". Considerando
il nostro attuale sistema planetario, composto da nove pianeti più il
Sole e la Luna, chiaramente manca un pianeta, Nibiru. I Sumeri, nei loro testi, riportano descrizioni di Nibiru, come venne visto in quei giorni remoti:
"Dio Nibiru: è colui che senza fatica continua l'attraversamento nel mezzo di Tiamat sia Attraversamento il suo nome colui che occupa il mezzo
Il grande pianeta: in apparenza, rosso scuro il paradiso a metà divide il suo nome è Nibiru"
Nel
1930 venne scoperto Plutone, e questo, almeno all'inizio, fornì lo
spunto per spiegare le interferenze osservate sulle orbite di Nettuno e
di Urano. Questa spiegazione risultò in breve tempo molto fragile,
perché nel 1978 W.Christie (dell'Osservatorio Navale di Washington)
dimostrò che Plutone era troppo piccolo per poter esercitare
un'influenza gravitazionale così forte sugli altri due pianeti; ipotizzò
che la causa potesse essere la presenza di un pianeta sconosciuto, la
cui massa sarebbe stata in grado di inclinare l'orbita di Urano,
spostare Plutone ed imprimere un'orbita retrograda ad uno dei satelliti
di Nettuno (Tritone). Dopo la scoperta di Christie, R.S.Harrington e
T.C.Van Flaandern, dello stesso Osservatorio di Washington, condussero
una serie di prove simulate al computer, e conclusero che quelle
anomalie orbitali potevano essere prodotte da un pianeta grande due
volte la Terra e distante da Plutone circa 2.4 miliardi di Km. Missioni
successive del Pioneer 10 e 11 e di Voyager rafforzarono questa tesi. Nel
1983 il telescopio spaziale IRAS (Infrared Astronomic Station), inviato
in orbita e attivo per quasi un anno, registrò altri dati favorevoli
alla tesi del "Planet X"; dotato di una tecnologia in grado di captare
le radiazioni infrarosse dei corpi celesti molto lontani dal Sole (non
osservabili direttamente dalla Terra), il telescopio IRAS inviò alla
NASA più di 600.000 immagini, dalla cui elaborazione è stato possibile
individuare nuove stelle e sistemi planetari in formazione. Nel
dicembre dello stesso anno la stampa statunitense annunciò che il
telescopio aveva scoperto, in direzione della costellazione di Orione,
un corpo celeste le cui probabili dimensioni erano simili a quelle di
Giove [dalla rubrica scientifica del Washington Post]. Il direttore
dell'IRAS, G.Neugebauer dichiarò che gli astronomi non sapevano
classificarlo.
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In seguito
venne stimata la distanza oggetto-Sole in 80 miliardi di Km, cioè
abbastanza vicino da rientrare nell'orbita del nostro Sistema Solare;
sembrava in avvicinamento verso la Terra ma era troppo grande e si
muoveva troppo lentamente per essere una cometa. Nel 1987 la NASA
annunciò ufficialmente la possibile esistenza del "Planet X", in una
conferenza tenuta presso il Centro di Ricerca di Ames, in California,
attraverso il suo portavoce, John Anderson. Alla fine degli anni '90
John Murray (UK's Open University) e John Matese (University of
Southwestern Louisiana) arrivarono, con studi separati, alle stesse
conclusioni, e cioè che esiste un oggetto sconosciuto ai limiti del
nostro Spazio che esercita una forza gravitazionale capace di
"rallentare l'uscita delle sonde dal sistema solare e di deviare il
percorso delle comete" Nel 1998 la NASA annunciò la possibile
scoperta di un pianeta extrasolare in una stella binaria (TMR-IC) della
costellazione del Toro, a circa 450 anni luce dalla Terra. In seguito
nuove osservazioni con il telescopio Keck esclusero quest'ipotesi, in
quanto si sarebbe individuata una temperatura superficiale superiore a
2700 gradi Kelvin, incompatibile con la temperatura di qualunque giovane
pianeta. Nel febbraio del 2000 è stata scoperta una cometa di grandi
dimensioni che sta ruotando attorno al Sole lungo un'orbita talmente
grande ed ellittica, da non poter essere giustificata col solo disturbo
gravitazionale prodotto dai pianeti più grandi (Giove, Saturno). La
cometa è stata denominata 2000CR105, e sembra avere un diametro di
almeno 400 Km. Brett Gladman e i suoi collaboratori, dall'Osservatorio
della Costa Azzurra, hanno stimato il suo perielio a 6,6 miliardi di Km,
e il suo afelio a 58 miliardi di Km circa. Tra le numerose ipotesi
prese in esame, vi è quella suggestiva dell'esistenza di un pianeta
delle dimensioni di Marte, che orbiterebbe ad una distanza media dal
Sole di circa 11 miliardi di Km, giustificando l'evoluzione e il
comportamento di questa enorme cometa. Tuttavia questo pianeta non è
stato ancora individuato. Nel 2001 l'Osservatorio Elvetico di
Neuchatel ha annunciato che i suoi astronomi avevano individuato una
massa di colore rossastro negli spazi siderali, lo stesso corpo celeste,
probabilmente, captato dal Gordon Macmilla Southam Observatory di Lowel
in Arizona. In tutt'e due i casi si è parlato di un corpo planetario in
fase di avvicinamento regolare alla Terra. Nel gennaio 2002 alcuni
astronomi (da ultimi quelli dell'osservatorio di Haute Provence in
Francia) hanno dichiarato di essere riusciti a fotografare un corpo
celeste in avvicinamento in ascensione retta (4h 27m 22s; declinazione
12h 8m 20s). In un articolo apparso sulla rivista Nexus del bimestre
Novembre-Dicembre 2002, Furio Stella riporta le dichiarazioni di Adriano
Forgione, direttore del mensile Hera, che aveva pubblicato nel suo
giornale presunte foto di Nibiru, la cui attendibilità non è stata in
alcun modo provata. Al contrario, semmai, Forgione ne ha smentito la
veridicità in occasione del 2° Convegno Nazionale di Nexus dello scorso
27 Ottobre 2002. "Questo non significa che io non creda nell'esistenza
di Nibiru -ha detto Forgione- Credo anzi che i Sumeri conoscessero molto
bene com'era composto il Sistema Solare…e le loro osservazioni vengono
oggi confermate anche dagli astrofisici…con i calcoli matematici
sull'orbita delle comete. Questi calcoli confermano l'esistenza di un
grande corpo celeste , almeno tre-quattro volte la Terra, con l'orbita
retrograda, per cui tutto coincide con quanto descritto da Sitchin".
Sul
lavoro dello studioso russo però il direttore di Hera ammette di
trovarsi in disaccordo su svariati punti:
"Non c'è conferma che il
Decimo Pianeta entri nel Sistema Solare e che abbia l'orbita allungata e
intersecante. Non ha senso…Sono poi scettico sul fatto che il Pianeta
sarebbe abitato… In questo Sitchin ha unito vari concetti associando a
Nibiru un concetto che non c'è sui testi cuneiformi: quella che gli
Anunnaki siano gli abitanti di Nibiru è in sostanza una sua deduzione."
Carmen
Rettore, ricercatrice degli Archetipi e del loro messaggio, evidenzia
come ad ogni scoperta di un nuovo pianeta si possono associare grandi
cambiamenti nella storia dell'Umanità, cambiamenti che non possono
essere casuali, perché "…l'universo ha il proprio codice di
comunicazione…": alla scoperta di Urano nel 1781 è seguita la
Rivoluzione Industriale e Tecnica; Nettuno, avvistato per la prima volta
nel 1846, ha coinciso con l'aumento dei viaggi, dell'uso di droghe, con
la nascita della ferrovia e del cinema; Plutone, nel 1930, può essere
associato con la psicanalisi, la sessualità, la bomba atomica… La
domanda da farsi, al di là di tutte le possibili congetture sulla
presenza di Nibiru nel nostro Sistema Solare, sul suo arrivo, sulla
presenza di organismi viventi sulla sua superficie, è quali saranno, in
definitiva, le conseguenze della scoperta del Decimo Pianeta; cosa
porterà all'Umanità, e cosa, invece, le toglierà? |
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26/02/2016 17:16:49
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