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LA STELLA DELLA MAGIA

La luce che splende nelle tenebre è il simbolo del sapere occulto

Fonte: ACAM

Per cominciare con una citazione: 'La Magia è l'arte di produrre effetti senza cause: la scienza esatta e assoluta della natura e delle sue leggi.
La stella che conduceva gli antichi Magi è la medesima che ritroviamo in tutte le iniziazioni: per gli alchimisti è il simbolo della Quintessenza; per gli occultisti è il Grande Arcano, per i kabbalisti è il Pentagramma sacro. La sua conoscenza dà allo spirito dell'uomo uno strumento di certezza assoluta, e alla sua volontà una potenza sovrana. Ma la chiave della scienza suprema è stata abbandonata, e si trova adesso smarrita e come perduta. L'uomo che la ritrovasse, sarebbe re degli
elementi, trasformatore dei metalli, arbitro delle visioni, direttore degli oracoli, padrone della vita...'
Sono parole di Eliphas Levi, tratte da uno dei suoi libri più celebri, la Storia della Magia (1861), ristampato qualche hanno fa dalle Edizioni Mediterranee. In esse è rivelata proprio quella 'chiave della scienza suprema' che il grande occultista del secolo scorso dava per smarrita. La chiave è racchiusa nel significato simbolico della 'Stella'. Una stella è una luce che splende nelle tenebre: in quanto ciò, è simbolo dello spirito. Ma, come osserva Harold Bayley (The Lost Language of
Symbolism,Londra 1912), dall'opposizione di luce e tenebre nasce un'antinomia: la stella è dunque simbolo delle forze dello spirito che lottano per emergere dal buio della materia. In altre parole, dell'azione iniziatica che squarcia l'oscurità della ragione.
Tutto questo è espresso con straordinaria evidenza dal diciassettesimo Arcano Maggiore dei Tarocchi, intitolato appunto Le Stelle. Raffigura (nell'immagine ricostruita da Oswald Wirth) una giovinetta ignuda china sulla riva d'una polla d'acqua stagnante. Con la mano destra sostiene un'anfora d'oro, e ne versa il contenuto nelle acque immote che, investite dal getto, spumeggiano e ribollono. Con la sinistra regge un'anfora d'argento con cui irrora il terreno, favorendo la crescita di piante
d'acacia e di rose, simbolo d'immortalità e di amore. Sul suo capo è sospesa una grande stella luminosa, circondata da altri sette astri più piccoli. La figura è simbolo dell'operazione magica intesa come atto vivificante di un mondo su un altro. II flusso dorato e il flusso argenteo (secondo le divisioni della via iniziatica in 'solare' e 'lunare') ravvivano l'acqua morta, fanno generare la terra sterile, come risultato di una consapevole azione spirituale che si svolge sul piano di un diverso livello della realtà: su quel piano che proprio per essere legato al simbolismo della stella Eliphas Levi e gli occultisti 'moderni' chiamano piano astrale.
E' questo il Grande Arcano della magia secondo diverse scuole esoteriche. Determinare nel mondo reale degli effetti senza cause apparenti, significa dar luogo nei piani superiori al reale a cause in grado di innescare gli effetti voluti. Una forza accumulata e dinamizzata sul piano astrale grazie ad opportune operazioni mentali, esercita la sua azione sul piano reale: l'effetto è palese, ma la causa è inavvertibile a chi non sia iniziato al segreto.