X-ZONE/X-phenomena

Il fascino della non-morte

Vampirismo II

DOCUMENTI STORICI

"[l'invitato] chiese a Dracula come si potesse mangiare in quelle condizioni, e il voivoda disse:<<Vi da' fastidio?>> L'ospite annuì e allora, continuando a mangiare, ordinò di impalarlo su una pertica più alta delle altre. <<Lassù non sarete disturbato>> aggiunse".

                                                                                                         (Vlad "Tepes" III Drakul)

Esistono dei risvolti storici, anche se non del tutto attendibili, legati comunque a uomini sadici e sanguinari, o a episodi riportati nelle cronache di guerra, o derivanti da tradizioni orali locali.

Elementi caratteristici della trasformazione della Lamia in vampiro possono essere rintracciati in un passo di Flegone, liberto dell'imperatore Adriano che regnò dal 117 al 138 d.C.

Flegone racconta (in un frammento del suo "De mirabilibus et longaevis libellus") la storia di Philinnio, figlia di Demostrato e di Charito, morta in una città non meglio identificata. A casa della giovane, morta da un po' di tempo, capita un ragazzo di nome Machate. La nutrice di Philinnio lo sorprende, una notte, a letto con Philinnio che appariva viva e in salute, e corre dai genitori implorando loro di venire ad accogliere la figlia, restituita da qualche dio benevolo. Nonostante all'inizio la nutrice sia creduta pazza, Charito viene convinta a seguirla nella stanza di Machate, dove scorge un'ombra che sembra essere Philinnio.

Il mattino dopo, dietro le suppliche di Charito, Machate confessa di aver passato la notte con una ragazza molto seducente, la quale gli ha sussurrato di chiamarsi Philinnio (Flegone, che asserisce di essere stato testimone diretto del fatto, menziona il fatto che Machate non era stato messo al corrente della recente scomparsa della giovane) Inoltre lei gli aveva raccomandato di tenere segreti i loro incontri. Per confermare la sua storia, Machate esibì un anello d'oro e un nastro della vestaglia di Philinnio, oggetti entrambi donati dalla misteriosa ragazza. Appena li vide, Charito quasi impazzì, riconoscendo in essi gli stessi oggetti deposti nella tomba di Philinnio insieme con il corpo.

La notte seguente i genitori di Philinnio e Machate si accordano per trovarsi tutti nella stanza del giovane, e quando Philinnio appare, essi riconoscono in lei la figlia morta. L'incontro si rivela negativo per la ragazza, che dopo aver pronunciato parole di biasimo nei confronti dei genitori, per aver voluto vederla a tutti i costi, cade senza vita sul pavimento, stavolta definitivamente morta.

La storia si sparge per la città e si decide di aprire la tomba: non vi si trova il cadavere, ma un anello e una coppa che Machate le aveva regalato.

I magistrati della città concludono che una volta sepolta, Philinnio - ritornata nella sua casa per tre volte per incontrare Machate, e poi, una volta scoperta - definitivamente morta.

Un profeta e veggente di nome Ryllus ordinò di incenerire il corpo lontano dalla tomba, fuori delle mura della città. Machate in seguito si uccise dalla disperazione per aver perduto la sua amante.

Riferisce S.Gregorio di Tours (nella sua "Historia Francorum" scritta nel 561 d.C.) che, al funerale della moglie Scolastica, l'inconsolabile coniuge Ingiurioso, gentiluomo d'Alvernia, ringraziò pubblicamente il Signore per avergli affidato, sia pur per breve tempo, quel "tesoro di purezza" che lui ora restituiva "intatto come l'aveva ricevuto". A tali parole la defunta si rizzò di scatto nel sarcofago, dicendo indispettita :<< Perchè, marito mio, disveli a tutti faccende che dovrebbero riguardare noi due soli?>> Poi si riaccomodò nella tomba, e si lasciò seppellire.

Ingiurioso morì il giorno dopo, e fu inumato insieme con la consorte, in un cenotafio accanto a quello di lei. Al mattino i guardiani del cimitero notarono del disordine fra i sepolcri: la tomba del notabile era vuota, mentre in quella di Scolastica si ritrovarono entrambi i corpi, abbracciati.

Dopo il fatto, avvenuto a Clermont nel 390 d.C., la tomba di Scolastica venne indicata come "il letto degli amanti".

Intorno all'anno 1100 riferisce William di Newburgh (nella "Historia Rerum Anglicarum") dell'esumazione in Inghilterra di un Vampiro, e della conseguente cremazione per impedirgli di nuocere.  

Saxo Grammaticus, nel XIII sec., racconta nella "Danica Historia" che, durante una pestilenza in Danimarca, si attribuì la moria all'opera di un uomo assassinato il cui cadavere si aggirava di notte nella campagna.

Il Vampiro venne esumato, decapitato, trafitto al cuore con un palo; in seguito a ciò la peste si estinse.

Thomas Bartholin scrisse nel XVII sec a proposito di un fatto avvenuto nel XII-XIII sec., riguardante un uomo chiamato Oluf Arppe, che, prossimo alla morte, si era fatto promettere dalla moglie di essere seppellito in piedi davanti alla porta della sua cucina, per poter restare vicino alla sua casa. La moglie eseguì fedelmente il volere del marito. Alcune settimane dopo la morte di Arppe, la sua anima venne vista frequentemente apparire sotto forma di fantasma, in grado di uccidere e tormentare gli uomini, tanto che presto il villaggio divenne inabitabile.

Un contadino, certo Olao Pa, coraggiosamente riuscì a trafiggere il corpo del Vampiro con una lancia, e il ferro appuntito restò conficcato nel corpo dell'essere, che scomparve.

Il giorno dopo si aprì la tomba di Arppe, e si trovò il corpo del morto intatto, ma con la punta della lancia conficcata nella carne.

Il defunto venne estratto dal sepolcro, bruciato e le sue ceneri gettate in mare. Le apparizioni del Vampiro cessarono.

Una leggenda citata da Goerres nel 1855 parla di un vampiro chiamato Giure Grando, che infestò per lungo tempo il paese di Coriddigo, in Istria.

Nel 1672 fu riesumato il suo corpo, sepolto sedici anni prima. Il cadavere apparve sorridente, e fece alcuni movimenti; il prete del villaggio alzò allora il crocifisso gridando:<<Guarda il crocifisso, strigon, e cessa di tormentarci!>>  Dagli occhi del Vampiro spuntarono delle lacrime.

Alcuni cercarono di piantargli nel cuore un paletto di biancospino, ma senza riuscirvi: il paletto rimbalzava sul corpo del morto. Vennero recitate delle preghiere d'esorcismo e si tentò di decapitarlo.

Quando il boia affondò la lama nella gola del vampiro, egli lanciò un grido terribile, e la bara fu inondata di sangue.

Nel settecento persino filosofi illuministi come Voltaire e Rousseau si interessarono ai vampiri, si discuteva con morboso interesse dell'epidemia di vampirismo che aveva colpito l'Europa orientale.

Nel 1705 Jacob Hertz, maresciallo di Sassonia, attraversando un villaggio si trovò a dormire in un albergo infestato da spettri che succhiavano il sangue ai viaggiatori.

Ordinò allora al suo servitore di vegliare per metà della notte, promettendogli di fare altrettanto per il resto della notte. Alle due del mattino non era accaduto nulla; il servitore, sentendo gli occhi pesanti, andò a svegliare il padrone, che però non rispose. Credendolo assopito, egli lo scosse, ma inutilmente. Spaventato, il servo andò a prendere un lume, alzò le lenzuola e vide il maresciallo immerso nel proprio sangue, mentre un ragno mostruoso stava attaccato alla sua mammella sinistra.

Il domestico corse a prendere delle molle, afferrò il ragno e lo gettò nel fuoco. A fatica il maresciallo riprese i sensi; da quel momento l'albergo fu libero dal Vampiro.

Michel Raufft parla nel suo libro del caso di Pietro Plogojovits, accaduto nel 1725 a Kisilova, Ungheria. Dopo dieci settimane dalla sua morte, egli ritornò di notte, apparendo ad alcuni compaesani mentre dormivano, mordendoli alla gola. In ventiquattr'ore morirono tutti. In otto giorni morirono altre nove persone allo stesso modo, tanto che la vedova dello stesso Plogojovits, a cui il defunto era apparso personalmente, abbandonò la casa di kisilova e si trasferì altrove.

Il corpo di Plogojovits venne dissepolto, e lo si trovò intatto, salvo la punta del naso che appariva un po' appassita e disseccata. Sulla bocca si osservò del sangue fresco.

L'ufficiale imperiale e il parroco (che accompagnavano i contadini di Kisilova) ordinarono che il corpo venisse trafitto da un palo appuntito. Il sangue che fuoriuscì dal cadavere quando l'operazione fu compiuta era la prova definitiva che Plogojovits era il responsabile di tante morti nel villaggio. Messo il cadavere su una catasta di legno, ne bruciarono il corpo.

Nel 1731 i vampiri attaccarono il villaggio di Medvegia, in Serbia ("fecero morire parecchie persone succhiando il loro sangue", relazione dell'ufficiale medico Johannes Fluchinger)

"cinque anni fa un Heiduk [fanteria serba] locale, Arnold Paole, si ruppe il collo cadendo da un carro. Lo stesso Paole, in vita, aveva detto di essere stato morso da un vampiro presso Gossowa, nella Turchia serba. Per liberarsi, aveva mangiato terra presa dalla tomba del presunto vampiro.

Tuttavia una ventina di giorni dopo la sua morte, alcune persone dissero che Paole era tornato, e quattro di loro morirono.

I paesani disseppellirono Paole quaranta giorni dopo la sepoltura e trovarono il suo corpo intatto.

Sangue fresco era colato da occhi, naso, orecchie, bocca; camicia, sudario e bara erano pieni di sangue; le unghie delle mani e dei piedi erano ricresciute.

Secondo l'usanza gli fu piantato un paletto nel cuore. In quello stesso istante egli emise un gemito e un fiotto di sangue schizzò fuori dal suo corpo. Il cadavere fu arso e ridotto in cenere... e così anche per i quattro uccisi da Paole."

"Quindici giorni fa una ragazza di nome Stanacka si svegliò a mezzanotte gridando di essere stata aggredita da un certo Milloe, che era stato sepolto nove settimane prima" [relazione dell'ufficiale medico Fluchinger]

Il 12 dicembre 1731 Fluchinger fu testimone diretto dell'esumazione di un presunto vampiro. Constatò che la salma, come altre nel cimitero, erano in perfetto stato di conservazione, floride in volto e sporche di sangue fresco.

"le teste dei vampiri furono fatte tagliare a degli zingari di passaggio e poi bruciate con i corpi. Le ceneri furono gettate nel fiume Morava."

Le epidemie di vampirismo meglio documentate in epoca moderna avvennero in Moravia (1662 e 1685), Istria nel 1672, in Grecia nel 1701, nella Prussia orientale nel 1710 e 1721, in Ungheria nel quinquennio 1725-30 e in Serbia dal 1725 al 1732 (tra cui il caso Paole). Nuovamente in Prussia nel 1750, in Slesia nel 1755, in Valacchia nel 1756, in Russia nel 1772

In tutti i casi si assistette ad esumazioni di cadaveri in perfetto stato di conservazione e che, una volta sottoposti a decapitazione e impalamento, emettevano grida e rigettavano fiotti di sangue fresco.

L'islandese "Saga degli uomini di Eyr", che tratta eventi svoltisi fra l'Ottocento e il Novecento, narra la storia di Torolf Gambastorta, alla cui morte seguirono misteriosi decessi di uomini e animali. Si udivano rumori strani, e talvolta veniva avvistato il cadavere dello stesso Torolf.

Si riaprì allora la sua tomba e lo si trovò perfettamente conservato, ma con un aspetto malefico.

Intorno al suo sepolcro venne allora eretta un'alta palizzata per tenerlo confinato, ma dopo qualche tempo le uccisioni ripresero. Riesumato nuovamente il corpo lo si trovò ancora integro, e allora venne bruciato. Il Vampiro non comparve più.

Nel 1909 alcuni contadini diedero alle fiamme un castello in Transilvania, perchè rifugio di un Vampiro che, a detta di tutti, era responsabile della morte di bambini di un villaggio vicino (notizia riportata dal Neues Wiener Journal dello stesso anno).

La Magyar Memzet di Budapest del 5 Ottobre 1963 riferisce dl ritrovamento, nel corso di scavi archeologici nella cittadina di Dunaujvaras, di un sarcofago che portava scolpito sulla faccia superiore la figura di Cupido.

Esso conteneva un soldato romano morto e sepolto milleseicento anni fa completamente intatto: polmoni, naso, cartilagini perfettamente conservati; barba e capelli rossicci presenti in quantitè improbabile; incisivi straordinariamente lunghi.

Si sono viste connessioni del vampiro di Stoker con la figura (storica) del principe Vlad Tepes (Vlad "l'impalatore"), che visse e governò la Transilvania e la Slovacchia durante l'avanzata dell'Islam nell'Europa Orientale e nei Balcani.

A proposito di questo personaggio storico, Vlad Tepes III Dracula era figlio di Vlad Drakul, principe di Valacchia; nato nel 1431 a Sighisoara (Transilvania), dominò dal 1456 al 1462 con estrema crudeltà. La sua ossessione più morbosa era impalare la gente. Faceva imbandire la tavola dove mangiava e intratteneva lunghe conversazioni con ambasciatori e ministri in mezzo a un numero enorme di uomini impalati, discutendo delle tecniche di impalatura che utilizzava.

Egli torturava i prigionieri nei modi più atroci, e nemmeno la sua morte liberò i rumeni dall'angoscia. Nel 1931, infatti, la sua tomba (situata nella cappella del monastero di Snagov, vicino Bucarest) venne riaperta, ma il cadavere decapitato di Vlad Tepes era sparito, e al suo posto fu ritrovato lo scheletro di un cavallo.

Vlad II Drakul

Vlad III era il secondogenito di Vlad II Drakul e della principessa ungherese Cneajna. Vlad II Drakul era a sua volta secondogenito del potente voivoda Mircea il Vecchio e della principessa ungherese Mara, coinvolto nella serie di battaglie tese alla conquista della Valacchia, minacciata dall'impero Ottomano ad Est e dall'espansione del Sacro Romano Impero ad Ovest (di quest'ultimo Mircea era vassallo, in qualità di signore dei ducati transilvani di Amlas e Fagaras.

Nel 1386, Mircea fu nominato principe di Valacchia dal consiglio dei boiari, e nel 1400 intervenne nelle lotte di successione al trono della confinante Moldavia, e contribuì all'ascesa al trono di Alessandro il Buono, rafforzando così l'alleanza tra Moldavia e Valacchia.

Quattro anni dopo, tuttavia, il principe valacco estese i suoi domini anche sulla Moldavia, portando così la Valacchia alla massima espansione della sua storia.

Nel 1411 giura fedeltà a Sigismondo di Lussemburgo, divenuto anche re di Germania e dei Romani, tradendolo alcuni anni più tardi a causa della pressione della potenza turca. Per questo viene privato di tutti i territori transilvani.

Morto Mircea il Vecchio, il consiglio dei boiari nomina il primogenito legittimo Mihail I, che resterà in carica due soli anni, cioè fino alla sua morte. Dopo una cruenta lotta per la successione, Dan II cugino di Mihail I, riesce ad essere eletto.

Vlad II (che era stato offerto in ostaggio anni prima dal padre a Sigismondo (come pegno per la riconquista delle sue terre) cerca di fuggire dalla sua prigionia. Nel 1430 Sigismondo lo nomina però capitano delle guardie di frontiera, con il compito di controllare il principe Dan, e Vlad II si stabilisce a Sighisoara, al confine con la Valacchia. Nel dicembre 1436 assume il potere, spodestando il fratellastro Alexandru Aldea (che a sua volta aveva spodestato Dan II).

Due anni dopo Vlad II Drakul, costretto a tradire il giuramento di fedeltà fatto al Sacro Romano Impero a causa dell'inarrestabile avanzata dell'impero turco, e si allea con il sultano Murad II. Per non tradire però il giuramento fatto all'Ordine del Drago (cioè di proteggere i cristiani), grazie alla sua influenza sul sultano, Vlad II riuscirà a salvare la vita ai cristiani transilvani.

Nel 1442 l'esercito turco invade la Transilvania passando per la Valacchia, che però questa volta rimane neutrale. Hunyadi, governatore della transilvania, dopo aver sconfitto l'esercito ottomano, punirà Vlad II per non aver tentato di fermare l'avanzata turca, e Basarab II viene eletto principe.

  Cammeo dell' Ordo Draconis

Rifugiatosi in Turchia Vlad II e la famiglia vengono però imprigionati con l'accusa di tradimento.

Vlad II è costretto a lasciare in ostaggio il figlio Dracula e suo fratello Radu, in cambio di un'armata con cui tentare la riconquista del trono valacco.

Nella lunga prigionia turca a Egrigoz (1444-1448) Dracula impara a odiare i turchi e i loro barbari costumi, al contrario del fratello Radu che, invece, grazie al suo aspetto fisico molto attraente, entrerà nelle simpatie del sultano, avvicinandosi alla cultura turca dalla quale non si allontanerà mai più.

Intanto Vlad II torna sul trono valacco grazie all'aiuto dell'esercito turco. Dracula intanto apprendeva le tecniche di terrore e tortura impiegate dai turchi, come l'impalamento, una tecnica che egli stesso userà in futuro e che gli varrà il soprannome di Tepes (impalatore).

Nel periodo in cui l'esercito ungherese veniva sconfitto (Crociata del 1444) e Vlad II di nuovo fatto prigioniero dal sultano (in quanto il principe valacco non aveva voluto sciogliere il giuramento fatto all'Ordine del Drago) Dracula si innamora della concubina più giovane del sultano, il quale, accortosi del tradimento, la farà squartare in presenza dello stesso Dracula, che rimarrà del tutto indifferente.

Nel dicembre 1447 Vlad II Drakul viene assassinato (per vendetta di Hunyadi) assieme al figlio Radu.

Dracula decide di vendicarlo e il sultano ottomano lo appoggia. Il 19 ottobre 1448 i turchi sconfiggono Hunyadi e Dracula attraversa la Valacchia al comando di un grosso contingente militare, e si fa nominare principe dai pochi nobili non impegnati in battaglia. Successivamente perse però di nuovo il trono, e si rifugiò dal sultano prima, e a Suceava poi, presso lo zio Bogdan e il cugino Stephan (con il quale stipulerà un giuramento di fedeltà tra Valacchia e Moldavia).

Nel 1451 Bogdan viene assassinato, ma nel 1452 il cugino Stephan riprende possesso del trono moldavo, dopo aver cacciato l'assassino del padre.

Con la presa di Costantinopoli da parte dei turchi nel maggio 1453 la Valacchia diventa l'ultimo bastione cristiano sul confine tra Sacro Romano Impero e Impero Ottomano.

Due anni dopo, a causa di una guerra scoppiata in Moldavia per la successione al trono, Dracula e il cugino Stephan si rifugiano in Transilvania, nel castello di Hunyadi a Hunedoara. Dracula vi resterà un anno, poi nel 1456, con il permesso di Hunyadi, tornerà in Valacchia e ucciderà Vladislav II, riprendendo possesso delle sue terre e dei suoi diritti. Si narra che proprio in quella notte, in cui Dracula tornò al potere, gli astronomi di tutto il mondo videro nel cielo una lunga scia luminosa, che solo secoli dopo sarà conosciuta come la cometa di Halley.

Uno dei primi provvedimenti presi dal nuovo principe Dracula è lo sterminio dei nobili che giurarono fedeltà a Vladislav II: finiranno tutti impalati nel cortile del palazzo reale di Trigoviste.

A questo periodo risale la ricostruzione del castello di Arges, quello che diventerà "Castel Dracula" (citato nel romanzo di Stoker).

Nel 1457 Dracula invade la Transilvania saccheggiando la regione di Sibiu, per scovare probabilmente il fratello Vlad il Monaco, anch'egli pretendente al trono di Valacchia, e per vendicare la morte del padre. Stephan il Grande riprende possesso del trono di Moldavia con il fondamentale aiuto del cugino.

A dispetto delle buone relazioni che sembrano intercorrere tra Vlad e Matyas, il quale aveva finanziato la guerra intrapresa dal primo contro i turchi, c'erano alcuni punti di conflitto.

Nell'aprile 1459 Dracula, stanco di sopportare le pesanti punizioni di Matyas, invade la città transilvana di Brasov profanandone la chiesa e impalando gran parte dei cittadini e dei nobili sulle colline attorno alla città. E' in questa occasione che Dracula mangia fra i cadaveri impalati.

Le incursioni punitive di Dracula proseguiranno anche nel successivo anno, a tra tutte una delle più sanguinose fu quella del 24 agosto (notte di San Bartolomeo) ad Amlas, dove furono impalate più di 20.000 persone. L'azione militare ebbe però successo in quanto il principe portò Amlas sotto il suo dominio.

Nell'inverno 1461 la Valacchia dichiara guerra alla Turchia che continua la sua avanzata inarrestabile. Per resistere Dracula ha bisogno di aiuto, che però non gli viene concesso nè da Matyas, nè dal cugino Stephan. Così i turchi entrano in Valacchia con il sultano Mehemed II Il Conquistatore.

Stephan, alleatosi con i turchi, viene ferito e si ritira in Moldavia. Radu, fratello di Dracula, viene nominato principe di Valacchia e gli viene dato il compito di trovare il fratello e di ucciderlo.

Dracula si rifugia nel suo castello di Arges insieme alla moglie, che per paura di cadere nelle mani dei turchi si suiciderà gettandosi nelle acque del fiume Arges (che prenderà poi il nome di "Fiume della principessa").

Scappato dal castello e tornato in Transilvania, Dracula viene arrestato dai soldati di re Matyas e rinchiuso nella Torre di Salomone del castello ungherese di Visegrad, dove vi resterà per 12 anni, a causa di una falsa accusa di tradimento che gli viene rivolta.

Negli anni di prigionia Dracula ottiene il consenso di sposarsi con Ilona Szilagy, parente del re ungherese, a patto di convertirsi al cristianesimo.

Nel 1473 Stephan di Moldavia attacca Radu cacciandolo dal trono di Valacchia che però passerà al voivoda Basarab III. Dracula, finalmente libero, viene nominato comandante della Crociata e insieme al cugino Stephan  e a Basarab III sconfigge i turchi cacciandoli definitivamente dal suolo valacco. L'anno successivo i tre firmano un patto di alleanza tra Valacchia, Moldavia e Ungheria.

Dracula, ufficialmente riconosciuto come legittimo pretendente al trono valacco, decide di intraprendere insieme a Stephan di Moldavia, Vuc Brancovic e il nuovo comandante ungherese Stephan Bathory, una guerra per spodestare Basarab III (passato nel frattempo dalla parte nemica) dal trono di Valacchia.

Dracula conquisterà prima la capitale Trigoviste, poi entrerà a Bucarest, e successivamente riprenderà il controllo delle sue terre venendo infatti nominato principe di Valacchia dal consiglio dei boiari e consacrato dal metropolita di Arges.

Nel dicembre del 1476, però, Dracula morirà nella battaglia con Basarab III, tornato con un esercito di turchi, dopo un periodo in cui si era rifugiato prima a Bucarest e poi in Turchia.

Vinta la battaglia, Basarab III (probabilmente uccise personalmente Dracula) inviò la testa del principe al sultano turco alla corte di Costantinopoli. Dracula venne sepolto nel monastero di Snagov, ma i suoi resti non verranno mai ritrovati.

Vlad III "Tepes"

Mentre non esiste alcuna prova del fatto che Vlad Tepes bevesse veramente del sangue umano, la stessa cosa non può essere detta della Contessa Elizabeth Bathory del castello di Csejthe (Ungheria nordoccidentale), passata alla storia come "Vampiro di Csejthe".

Si ritiene che la Contessa abbia ucciso circa settecento giovani donne credendo che il loro sangue l'avrebbe ringiovanita, e la sua ossessione fu talmente deviata che, oltre a bere dai corpi appena uccisi (venivano appesi al soffitto nei sotterranei del castello), faceva anche il bagno nel sangue fresco.

Le nefandezze della Contessa erano talmente orribili che, nonostante il gran numero di ragazze che si recavano al castello per lavorare come domestiche -e che non facevano più ritorno- fu soltanto quando il numero dei cadaveri prosciugati si rivelò troppo numeroso per essere sepolto entro le mura del Castello (e alcuni furono nascosti nelle foreste vicine) che le autorità furono costrette a prendere provvedimenti contro una donna che si credeva onnipotente.

Elizabeth Bathory nacque nel 1560 da una famiglia il cui stemma era rappresentato da tre denti di lupo. Condusse una vita alquanto disordinata fin dall'adolescenza, ma niente indicava in lei la predilezione per il sangue. Dopo la morte del marito Conte Ferencz Nadasdy, però, avvenuta nel 1604, il suo atteggiamento subì una radicale metamorfosi: il desiderio di attrarre degli amanti più giovani, mentre la sua bellezza svaniva, diede l'impulso a farle cercare un rimedio per il suo invecchiamento. Un'antica superstizione riferita da uno dei servitori (secondo la quale si supponeva che il sangue contenesse degli speciali conservanti) la trasformò in un vampiro umano.

Cominciò ad usare la sua autorità per attirare giovani ragazze al castello, ordinando poi ai suoi servitori di ucciderle. Alcuni resoconti descrivono la Contessa addirittura con tendenze licantrope, in quanto usava i denti per strappare pezzi di carne dai corpi di alcune delle sue vittime, per poi succhiarne il sangue.

Quando fu arrestata, alla fine del 1611, mantenne un superbo disprezzo nei confronti delle accuse rivoltele contro. Questo comunque non bastò a fermare il corso della giustizia ungherese. Il giudice del dibattimento, atterrito dalla serie di stragi che gli venne recitata dai servitori della Contessa e dalle poche vittime, che attendevano la propria fine nei sotterranei, ordinò che fosse murata viva in una delle stanze più remote del Castello. Lì fu condannata a passare il resto dei suoi giorni, e morì in questa "tomba" tre anni dopo (agosto 1614). Con la sua morte nacque la leggenda della Contessa sanguinaria.