INDAGINI/Nel Mondo

La mistica dei teschi di cristallo

ORIGINE DEI TESCHI DI CRISTALLO

I Teschi di Cristallo sono una serie di oggetti scolpiti nel quarzo bianco (o cristallo di roccia) nella forma di teschi umani, che alcuni affermano provenire da culture precolombiane del Centro America. Tuttavia, nessuno degli oggetti resi disponibili per un esame scientifico sono stati confermati essere di origine precolombiana.
Anzi, i risultati delle analisi hanno semmai dimostrato che i teschi esaminati erano stati fabbricati durante la meta’ del XIX secolo, quasi certamente in Europa durante il periodo di interesse per le culture antiche. Nonostante quanto e’ stato scritto nella letteratura popolare sui teschi, specialmente in riferimento ai loro presunti poteri mistici, essi non figurano nella mitologia centroamericana ne’ in quella degli Indiani d’America.
Alcuni membri del movimento New Age affermano che i teschi siano in grado di produrre fenomeni paranormali ma nemmeno questo e’ stato provato in modo conclusivo.
Vi sono diversi teschi conservati in varie parti del mondo e ciascuno con una sua propria storia:

Il teschio di Mitchell-Hedges – Forse l’artefatto piu’ famoso ed enigmatio, che sembra fu scoperto nel 1924 da Anna Mitchell-Hedges, la figlia adottiva del famoso avventuriero e autore britannico F.A. Mitchell-Hedges.
Tale ritrovamento e’ stato il soggetto per un video documentario filmato nel 1990 (“Crystal Skull of Lubaantun”).
Il teschio e’ stato esaminato da ricercatori dello Smithsonian che lo hanno descritto come “Una replica molto vicina al teschio del British Museum, quasi esattamente la stessa forma, ma con maggiori dettagli in corrispondenza degli occhi e della dentatura.
Mitchell-Hedges affermo’ di aver trovato il teschio sepolto sotto un altare crollato all’interno di un tempio di Lubaantun, nell’attuale Belize. Per quanto si e’ potuto accertare, F.A. Mitchell-Hedges stesso non ha mai fatto menzione della presunta scoperta in alcuno scritto su Lubaantun. Altri presenti al tempo degli scavi hanno non hanno menzionato la scoperta del teschio e nemmeno la presenza di Anna sul posto.
Secondo nuove prove presentate nel documentario del National Geographic, il teschio fu acquistato all’asta Sotheby da F.A. Mitchell-Hedges a Londra il 15 Ottobre 1943. Poco dopo, egli parlo’ dell’acquisto in una lettera a suo fratello.
Il teschio e’ ricavato da un blocco di quarzo chiaro delle dimensioni di un piccolo cranio umano. Esso misura 13cm di altezza, 18 di lunghezza e 13cm di larghezza. La mascella e’ staccata. Nei primi anni settanta venne custodito temporaneamente dal restauratore Frank Dorland che nell’ispezionarlo disse che era stato “scolpito” senza il minimo riguardo per l’asse naturale del cristallo e senza l’uso di strumenti metallici. Dorland aggiunse che non era stato in grado di trovare alcun graffio o segno di abrasione, eccetto le tracce di livellamento meccanico dei denti. Egli ipotizzo’ che l’oggetto fosse stato prima cesellato in una forma grezza, probabilmente usando diamanti, mentre il lavoro di rifinitura della forma, il livellamento e la pulitura sarebbero stati raggiungi attraverso l’uso di sabbia lungo un periodo di 150-300 anni.
Dorland disse che poteva anche essere vecchio di 12,000 anni. Anche se nel corso degli anni si e’ detto che lo scheletro possied proprieta’ fisiche particolari, tra cui una costante temperatura di 21 gradi centigradi (70 F), Dorland ha detto di non aver riscontrato differenze tra il materiale del teschio e gli altri cristalli di quarzo.
Mentre il teschio era in custodia da Dorland attiro’ l’attenzione dello scrittore Richard Garvin, che a quel tempo lavorava in un’agenzia pubblicitaria e supervisionava la campagna promozionale per Hewlett-Packard. Garvin chiese e ottenne di far analizzare il teschio dai laboratori per cristalli di Hewlett-Packard a Santa Clara, California.
I vari test condotti in laboratorio mostrarono che l’oggetto non era stato ottenuto secondo il modo ipotizzato da Dorland, ma modellato su un singolo cristallo di quarzo.
I test stabilirono che la mascella inferiore era stata lavorata a partire dallo stesso cristallo. Hewlett-Packard non proseguirono in ulteriori test.
Riguardo alle tracce di livellamento sui denti, l’archeologo Norman Hammond ha sostenuto che le tacche (presumibilmente deputate al supporto dell’oggetto) possiedono I caratteristici segni del contatto con strumenti di metallo. Anna Mitchell-Hedges rifiuto’ ogni successiva richiesta di sottoporre il teschio a ulteriori test scientifici.
La prima pubblicazione a riferire sul teschio risale al Luglio del 1936 nel giornale antropologico britannico Man, dove si indica come possessore Mr. Sydney Burney, un commerciante d’arte che sembra lo avesse con se’ fin dal 1933. Nessuna menzione fu fatta di Mitchell-Hedges. Vi e’ invece prova documentale che Mitchell-Hedges acquisto’ il teschio da Burney nel 1944.
F.A. Mitchell-Hedges ha menzionato il teschio solo brevemente nella prima edizione della sua autobiografia, “Danger My Ally” (1954), senza peraltro specificare dove fu trovato e da chi; semplicemente egli afferma che “e’ vecchio di almeno 3,600 anni e second la leggenda era usato dal Grand Sacerdote dei Maya durante la pratica di riti esoterici. Si dice che quando egli voleva la morte di qualcuno, con l’aiuto del teschio questa invariabilmente giungeva”.
Tutte le successive edizioni di “Danger My Ally” omettono completamente ogni riferimento al teschio.
Nel 1970 Anna scrisse in una lettera che “mi e’ stato detto dai pochi Maya rimasti che il teschio era usato dal Gran Sacerdote per dare la morte”. Per questa ragione l’oggetto e’ a volte chiamato “Il Teschio del Destino”. Anna Mitchell-Hedges inizio’ a esibire il teschio a pagamento a partire dal 1967 e nel 1988 e nel 1990 i tour erano ancora attivi. La donna continuo’ a rilasciare interviste sull’oggetto fino alla sua morte, avvenuta l’11 Aprile 2007. Nei suoi ultimi otto anni di vita Anna ha vissuto a Chesterton, Indiana (USA) con Bill Homann che aveva sposato nel 2002. Dal momento della morte di Anna il teschio e’ passato sotto la proprieta’ di Homann il quale continua a credere nelle sue proprieta’ mistiche.
Nel Novembre del 2007 Homann ha portato il teschio presso l’ufficio dell’antropologa Jane MacLaren Walsh allo Smithsonian National Museum of Natural History per un esame. Walsh ha eseguito una serie di test usando raggi ultravioletti, microscopio ad alta illuminazione e analisi tomografica computerizzata. Homann torno’ nuovamente al museo l’anno successivo cosi’ da poter filmare un documentario per lo Smithsonian, chiamato “Legend of the Crystal Skull”; in questa seconda occasione la Walsh prese due calchi con il silicone per un’analisi SEM (Scanning Electron Microscope). I dati ottenuti rivelarono che il cristallo e’ stato lavorato con uno strumento metallico a rotazione coperto con un abrasivo che potrebbe essere polvere di diamante. L’indagine particolareggiata di Walsh su oggetti provenienti dal Messico e dall’America Centrale hanno mostrato che i primi artigiani precolombiani usavano lavorare la pietra mediante il metodo dell’abrasione sulla superficie dell’oggetto con utensili di pietra o legno, mentre nella tarda era precolombiana gli strumenti abrasivi usati erano di rame coperti da sabbia abrasiva o polvere di pietra. Tali nozioni hanno portato Walsh alla conclusione che il teschio sia stato scolpito intorno al 1930 sulla base di quello conservato al British Museum ed esposto sin dal 1898.
Nel documentario del National Geographic dal titolo “The Truth Behind the Crystal Skulls” l’artista forensico Gloria Nusse ha eseguito una ricostruzione facciale basandosi su una replica del teschio. Secondo Nusse, il viso ottenuto sarebbe quello di una donna dalle caratteristiche Europee, concludendo che esso non poteva essere stato creato dalle civilta’ precolombiane del Centro America.
Questa conclusione ci appare piuttosto fragile se si pensa alle leggende precolombiane riguardanti la loro genesi. Nel Popul Vuh infatti si dice che Viracocha, primo “Dio” che trasmise agli Incas la conoscenza proveniva dall’oceano ed era di pelle bianca e aveva caratteristiche occidentali; allo stesso modo Quetzalcoatl, il serpente piumato degli Aztechi, si dice provenisse da una terra perduta al di la’ dell’oceano (forse Atlantide) ed era descritto come una divinita’ “bianca”. Non si puo’ qundi escludere a priori che i teschi di cristallo possano in qualche modo rappresentare gli antichi dei precolombiani con le loro caratteristiche uniche.
Il Teschio del British Museum – Il teschio di critallo conservato al British Museum fece la sua prima comparsa nel 1881 nel negozio dell’antiquario Eugene Boban. La sua origine non era menzionata nel catalogo del tempo, ma Boban disse di aver tentato di venderlo al Museo Nazionale del Messico come un artefatto Azteco senza successo.
Boban in seguito si trasferi’ a New York City dove il teschio fu venduto a George H.Sisson. L’oggetto fu esposto da George F. Kunz durante il convegno dell’American Association for the Advancement of Science di New York nel 1887; in seguito fu messo all’asta e acquistato da Tiffany and Co. Che, piu’ tardi, lo rivendette al British Museum nel 1897.
Il teschio e’ molto simile a quello di Mitchell-Hedges sebbene meno dettagliato e privo della mandibola mobile. Nel catalogo del museo inglese si legge che “la provenienza del teschio e’ probabilmente Europea, XIX secolo A.D.” e si descrive chiaramente come un artefatto precolombiano non autentico, ma ottenuto con strumenti moderni.

Il teschio di Parigi – E’ il piu’ largo dei tre teschi venduti da Eugene Boban a Alphonse Pinart: misura 10cm in altezza e presenta una cavita’ verticale che lo attraversa al centro. Il teschio e’ parte di una collezione del Musee du Quai Branly e nel 2007/2008 e’ stato oggetto di test e analisi dal Centre de recherche et the restauration des musses de France (Centro per la ricerca e la restaurazione dei musei francesi, o C2RMF). I risultati delle analisi – che sono durate circa tre mesi – hanno portato gli ingegneri del C2RMF che l’oggetto non era certamente precolombiano visto che conserva tracce di pulitura e abrasione di strumenti moderni. Il test eseguito con un acceleratore di particelle ha inoltre rivelato tracce di acqua datate XIX secolo. Il museo rilascio’ un comunicato ufficiale sulla datazione (1800) in seguito ai risultati dei test.
Nel 2009 i ricercatori del C2RMF hanno pubblicato i risultati completi della loro indagine per stabilire quando estattamente il teschio di Parigi e’ stato scolpito. Le analisi SEM (Scanning Electron Microscopy) hanno indicato che sarebbe stata impiegato un macchinario per il taglio e la pulitura delle gemme. I risultati di una nuova tecnica per la datazione chiamata QHD (Quartz Hydration Dating) hanno mostrato che il teschio in oggetto e’ stato creato piu’ tardi del campione di quarzo usato come riferimento e tagliato nel 1740. I ricercatori hanno quindi concluso che i risultati del SEM e del QHD combinati con la provenienza del teschio, collocano la sua creazione nel tardo XVIII o XIX secolo.

Il teschio dello Smithsonian – Catalogato al Numero A562841-0 nella collezione del dipartimento di antropologia all’interno del museo, fu inviato via posta allo Smithsonian Institution anonimamente nel 1992 e il donatore affermava essere un oggetto Atzeco preso dalla collezione di Porfirio Diaz. E’ il piu’ grande dei teschi di cristallo, con un peso di 14 Kg e 15cm di altezza. E’ stato scolpito usando un moderno abrasivo. E’ tutt’ora esposto come “falso moderno” all’interno del museo.